Michele Perna, autista Atm che ha sventato un suicudio di una giovane donna mentre era in servizio sul suo bus (ph. Il Giorno)

“Mi butto”, ma un autista eroe le salva la vita

L’impresa di Michele Perna, autista Atm e soccorritore della Croce d’argento di Limbiate

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3 min readFeb 11, 2021

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Articolo di Marianna Vazzana, pubblicato su Il Giorno, ed. Milano, l’11 febbraio 2021

«Ora mi butto!» urlava la ragazza, con le gambe già penzoloni nel vuoto oltre la barriera del cavalcavia Giuseppe Luraghi, tra il quartiere degli Olmi e Baggio. Per sua fortuna, in quel momento passava l’autobus della linea 63 con Michele Perna al volante, cinquantenne, autista Atm da quasi 30 anni e soccorritore della Croce d’argento di Limbiate: senza pensarci due volte ha fermato il bus, è sceso e ha messo in salvo la giovane.
È stato il suo angelo custode, incrociato per caso, martedì alle 21.40. “Quella ragazza avrebbe potuto essere mia figlia”, commenta l’autista, che è padre di una ragazza di quasi 18 anni.

Quaranta minuti di tempo per salvare una vita. Poi si è rimesso al volante e ha ripreso la sua corsa. Cosa ha visto, dal parabrezza?
“Ho visto una ragazza che era a cavalcioni sulla ringhiera, con le gambe già fuori… Urlava ‘mi butto, mi butto’. Io ero partito da poco dal capolinea di Muggiano e stavo viaggiando in direzione Bisceglie. Era tutto bagnato per via della pioggia, era buio e non passava nessuno. Sul bus non c’erano passeggeri in quel momento. E lei si teneva con una mano sola, mentre con l’altra reggeva il cellulare in videochiamata per mostrare a qualcuno cosa stesse facendo. Io mi sono subito preoccupato perché sarebbe bastato un niente perché scivolasse, quindi ho fermato il bus, ho avvisato la centrale operativa Atm e sono sceso andando verso di lei”.

A quel punto cosa ha fatto?
“Sono un soccorritore da quasi 30 anni, in questi casi so che bisogna essere molto delicati, aspettare che la persona in un certo senso ‘dia il consenso’ di avvicinarsi. Le ho parlato con gentilezza, ho capito che il suo era un gesto dimostrativo, che non avrebbe voluto buttarsi. Voleva mostrare la sua disperazione alla persona con cui stava parlando, che poi ho scoperto essere il fidanzato. Voleva dirgli di essere stanca, che non ce la faceva più, perché lui la tormentava psicologicamente”.

Quanti anni ha la ragazza?
“Ne ha 26. Io ho pensato che avrebbe potuto essere mia figlia. In questi casi tutto può cambiare in una frazione di secondo, bisogna agire con istinto e saggezza”.

Come è riuscito a convincerla a desistere?
“Le ho fatto capire che non valeva la pena farlo, rincuorandola. Lei si è fidata e si è lasciata aiutare mettendomi le mani al collo. Io l’ho ‘agganciata’ e l’ho guidata al sicuro, l’ho fatta sedere dentro l’autobus e ho chiamato i soccorsi. Nel frattempo, anche due macchine si sono fermate per dare supporto. Lei mi ha ringraziato e abbracciato, aveva bisogno di un conforto, di essere tenuta stretta. Poi sono arrivati i soccorritori della Croce verde di Baggio, agenti della polizia di Stato e addetti al controllo esercizio Atm”.

È la prima volta che le capita un fatto del genere?
“Nei panni di autista, sì. Come soccorritore invece mi era già successo un paio di volte di salvare aspiranti suicidi. Io faccio il volontario due o tre volte a settimana”.

E altre “operazioni speciali”?
“A novembre del 2016 ero sul bus in via San Romanello, urtato da un suv in fuga passato con il rosso. In quell’occasione avevo soccorso una donna che era tra i feriti”.

Insomma, autista e angelo custode…
“Non esageriamo. Sono solo contento quando posso rendermi utile”.

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Da 90 anni, Milano è la nostra missione. Questo è il profilo su Medium dell’Azienda Trasporti Milanesi.