Lettera di una passeggera

Durante la quarantena, le persone di ATM nel loro lavoro quotidiano hanno sentito la mancanza dei passeggeri. In un video l’Azienda ne celebra il ritorno, in sicurezza.

Atm
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5 min readMay 21, 2020

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di Stefano Corrada

La storia non procede lineare. Come un tratto curvo impazzito a volte si spezza. Il suo andamento ordinato e armonico ad un certo punto, inaspettatamente, crolla.

La pandemia ha congelato la vita delle città, lasciando gli individui sospesi, smarriti e frastornati. Milano ha assunto un aspetto mai visto, i vuoti hanno riempito spazi da sempre occupati da gente, biciclette, tavolini, macchine, cani... Insomma, vita.

Tram solitari durante il lockdown

Le persone di ATM, tranvieri e operai, ausiliari e assistenti alla clientela, macchinisti e supervisori dell’esercizio, dall’inizio dell’emergenza hanno continuato a garantire il servizio. Mancavano però quasi tutti i passeggeri. Lavoratori, turisti, mamme, studenti, papà e bambini: la maggior parte di loro è rimasta forzatamente a casa, per contrastare la diffusione dell’oscuro e subdolo virus.

L’Azienda ha voluto realizzare un video, spinta e ispirata dai messaggi di vicinanza e sostegno che sono giunti. Un piccolo film per omaggiare tutte le sue persone che durante questi mesi hanno contribuito alla continuità del servizio; un corto, che è anche un inno per iniziare un cammino verso un futuro nuovo, dove la responsabilità di ATM incontra lo spirito civico dei suoi utenti; un contributo visivo, da poco lanciato sui social, per riuscire in qualche modo ad abbracciare virtualmente tutte le persone che non c’erano e che ora stanno lentamente ritornando su tram, bus e metropolitane.

La stazione centrale deserta

Tutti i messaggi beneauguranti che hanno ridotto il distanziamento emotivo tra i mezzi e i passeggeri , tra persone e azienda, sono stati racchiusi virtualmente nella voce narrante del cortometraggio. Una cliente, una passeggera, una donna, che fino a quando la vita scorreva lineare mai avrebbe immaginato che le sarebbe mancato perfino il suono del campanello dei tram meneghini.

Via Mazzini battuta solo dai binari del tram

“Un film intimo, una lettera d’amore alla città di Milano e a tutti i suoi abitanti. Una storia dal sapore agrodolce e dai toni nostalgici, ma anche piena di speranza, che ci racconta dei suoni nuovi e diversi che ci hanno accompagnato in questi mesi. Il dramma che aveva il rumore delle ambulanze che risuonavano nelle strade. La vita che invece aveva il suono dei balconi, degli applausi e delle canzoni. Ma anche di quei suoni che ci hanno tenuto ancorati alla realtà: quelli dei mezzi di trasporto pubblico che non si sono mai fermati nella città. Quasi vuoti di passeggeri ma sempre lì, in servizio, come a ricordarci che la città era viva”. — Andrea Stagnitto, il regista

Ecco tutto il messaggio recitato nel cortometraggio dalla voce narrante.

Tornare a vedere la mia città, ascoltarla come per la prima volta, sentire il suo respiro, una voce dietro una finestra. Tutto questo silenzio, un vuoto da riempire. Ma chi ce la fa riempirlo? Chi saluta, chi applaude, chi grida, come a raggiungere quel posto dove non posso più andare. Dov’erano i clacson, il passo svelto, i cellulari tra orecchio e spalla, la mostra in Triennale, il tramezzino all’aperto? Mi mancava la mia città.

C’è un suono però che non è mai sparito, che prima si confondeva nella confusione. Ha galleggiato nel silenzio, come una musica amica che quando mi raggiunge sa riportarmi a casa: è il suono che ci ha tenuti ancorati alla realtà, che ci ha fatto dire sì, ne usciremo.

Il bus 60, affiancato dai nuovi attori della mobilità milanese, bici e monopattino

Il 14, la 90, la 56, la rossa. E pensavo che mentre tutte le porte della città si chiudevano le loro continuavano a rimanere aperte, per svolgere il loro servizio. Come sempre.

Quelle donne e quegli uomini restavano lì, al loro posto. Ognuno pronto a dare il suo contributo, a metterci il massimo impegno. E pensavo ai medici, agli infermieri, alla cassiera del mio super e a tutti gli altri che, grazie a loro, potevano andare al lavoro ogni giorno.

Un controllore della sala operativa dei mezzi di superficie

E penso a tutto ciò che ci sta dietro alla ripartenza. E che se dovrò dare una mano anch'io… Beh, a me sta bene.

Anche se ci metterò un po’ di più perché tutti insieme non ci stiamo, anche se a volte mi posso arrabbiare, alla fine a me manca viaggiare.

Sanificazione, segnaletica e assistenza alla clientela. Sono alcune delle azioni messe in capo da ATM per contrastare la pandemia

Ed è quando tutto cambia che capiamo quello che davamo per scontato, quegli sguardi rubati, quei viaggi che ora sanno di vita. E il gesto più semplice può diventare il più rivoluzionario. Che la libertà di muoverci è tornare là dove ci sentiamo più al sicuro. La libertà di tornare a casa.

Un passo alla volta, insieme, in sicurezza.

Con l’apertura dei negozi dal 18 maggio, la vita lentamente riprende una forma simile a quella di qualche mese fa

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Da 90 anni, Milano è la nostra missione. Questo è il profilo su Medium dell’Azienda Trasporti Milanesi.