Discover Gingerly: scoprite un nuovo significato della parola ‘soave’ con i Feng Suave

Per fan di Tame Impala, Mac DeMarco e Toro y Moi.

Federica Carlino
listengingerly
4 min readFeb 1, 2019

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Feng Suave by David Kerssens

“Soave” è un aggettivo raramente utilizzato, eppure appena lo si pronuncia — almeno nel mio caso — dà una sensazione di rilassamento. In uno dei tanti giri giornalieri per l’etere internettiano, mi sono imbattuta in un duo che aveva proprio quella bella sensazione nel nome: i Feng Suave. Ho cliccato play sul loro ultimo singolo, Venus Flytrap, e ho ottenuto esattamente quello che mi aspettavo: soavità e disinvoltura. D’altronde, i Feng Suave sono di Amsterdam, la terra della disinvoltura, e sono innamorati della musica pop psichedelica anni ’60 e ’70, del suono del riverbero e delle produzioni sperimentali. Se anche voi amate queste tre cose, venite a conoscerli meglio e ascoltate attentamente.

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So che vi siete conosciuti partecipando alle selezioni di un talent. Qual era e perché avete deciso di provare quella strada?
— Era un contest per cantautori trasmesso sulla tv olandese. Nessuno di noi ha passato la prima fase, ma ne siamo felici col senno di poi. Avevamo bisogno di più tempo per stare in disparte, perché eravamo davvero delle pippe sul palco.

Quanti anni avete?
— De Jong ne ha 23 ed Elvis 22.

Come siete riusciti a far diventare la vostra passione per la musica uno stile di vita?
— Beh, una volta che inizi…

La chitarra è lo strumento principale per ognuno di voi? Ne suonate altri?
— Sì, è il nostro primo strumento, quello con cui abbiamo iniziato a suonare. Poi abbiamo preso in mano il basso e strimpelliamo anche le tastiere, anche se in maniera scolastica. Siamo anche entrambi molto affascinati dalla batteria, quindi ci siamo comprati un set che sarà inserito nel nostro prossimo lavoro :).

Quali sono i vostri modelli musicali?
— Ad essere sinceri, al momento non ne abbiamo. Ascoltiamo talmente tanti artisti che è difficile sceglierne una manciata.

Da dove deriva il vostro nome, Feng Suave?
— C’era una volta una bottiglia di shampoo chiamata “Ultra Suave”, nella doccia di Elvis. Joris, il suo coinquilino, all’epoca pensava che Feng Suave fosse un gioco di parole con Feng Shui. Feng Suave.

Chi scrive i testi e come componete una traccia di solito?
— Lavoriamo insieme sulla composizione di una traccia e registriamo tutti gli strumenti, ma il mix finale è responsabilità di De Jong, di solito, mentre Elvis pensa al testo.

Il vostro primo EP ha ottenuto un bel po’ di successo grazie a Spotify. Siete felici dell’attuale modello di distribuzione o vi piacerebbe che si tornasse a quello tradizionale?
— No, siamo molto felici di questo modo di pubblicare musica, perché l’ascolto è più facile rispetto ai decenni precedenti. Amiamo entrambi i negozi di dischi e la ricerca di album rari, perché ha un certo fascino, ma non avremmo avuto la possibilità di suonare fuori dall’Olanda se non fosse stato per la straordinaria portata di internet.

Cosa significa il vostro nuovo singolo, “Venus Flytrap”?
— La trappola per mosche (flytrap in inglese ndr) è una metafora per definire una persona di cui si è innamorati e ossessionati. Tu sei la mosca e sappiamo tutti come finisce. In poche parole, è una canzone sui desideri romantici rimasti irrealizzati e sull’angoscia.

Chi ha creato l’artwork?
— Un giovane americano molto talentuoso di nome Leo Horton. Andate a vedere i suoi lavori!

Spero che Venus Flytrap sia un estratto dal vostro album di debutto. Se è così, quando potremo ascoltarlo?
— Non siamo sicuri sia un estratto e non possiamo ancora annunciare una data d’uscita. Ma lo pubblicheremo presto, penso :).

Avete portato la vostra musica in giro, dopo l’uscita dell’EP. C’è stato un concerto che avete amato più di tutti?
— Londra, il 5 dicembre, è stata una data davvero speciale. Il pubblico e lo staff del locale sono stati fantastici e dopo il concerto abbiamo chiacchierato con molte persone.

Dove vi piacerebbe suonare?
— In Brasile e in Indonesia.

Chi vi accompagna durante le performance?
— Siamo in cinque sul palco, per cui il contenuto umano del nostro furgone è composto da Daniel, Daniel, Ivar, Gino e Joris. Sono tutti gentiluomini molto soavi e sensibili.

Come scegliete i musicisti con cui suonare?
— Sono tutti nostri amici, ma sono anche colpevoli di assoluta stregoneria. Se c’è chimica, lo senti da subito. Per esempio Ivar, il nostro bassista, non ha neanche toccato il basso quando ha fatto l’audizione. Io e lui ci siamo visti da me un giorno, ci siamo fatti una lunga passeggiata in città e abbiamo capito che stavamo bene. Si è rivelato un virtuoso e anche un peso massimo della creatività.

Potete suggerirmi altri tre artisti emergenti che pensate siano meritevoli di essere ascoltati attentamente?
— Wow, è difficile. Al momento stiamo ascoltando molto Andy Shauf, ma non è propriamente un “emergente” adesso, no? Lui ormai è conosciuto. Fammi semplicemente mettere una buona parola per Nekyia.

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Federica Carlino
listengingerly

freelance music journalist and passionate music supervisor