The Beatles: la storia di A Hard Day’s Night

Continua la storia dei Beatles con il loro terzo album pubblicato nel 1964 come colonna sonora del loro omonimo e primo film.

Federica Carlino
listengingerly
3 min readMar 18, 2020

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Il 14 aprile 1964, George Harrison stava sfoggiando la sua nuova chitarra Rickenbacker 360 Deluxe a dodici corde, e con un “accordo di undicesima di sol estesa per 4/4”- in parole povere, con quell’accordo stridente iniziale che noi tutti conosciamo a memoria — diede inizio a “A Hard Day’s Night”.

Fu davvero una “dura giornata di lavoro”, come disse Ringo, perché in dodici ore i fab four registrarono quella che sarebbe poi diventata la title track del loro terzo album ed il brano di apertura del loro primo film.

Mentre le immagini di “A Hard Day’s Night” ponevano in evidenza l’incontrollabile follia scatenata dai Beatles, la musica di sottofondo non poteva che imporre una maggiore considerazione per quei quattro ragazzi che, nel giro di un anno, erano riusciti a conquistare il mondo a suon di canzoni. “A Hard Day’s Night” non fu solo ‘il grande ritorno dei Beatles’, ma rappresentò una svolta epocale per i fab four, che per la prima volta firmarono tutti i brani presenti sul disco.

In tredici brani, Lennon e McCartney sfogarono tutta la loro vena artistica. Di ritorno da un tour di ventisei concerti, alternati con quattro trasmissioni TV e quattro spettacoli alla radio, i Beatles si chiusero in sala di registrazione ed incisero “I Should Have Known Better” — in cui spicca l’armonica in stile Dylan di Lennon e l’assolo di chitarra di George — per poi dedicarsi a quelle che verranno in seguito identificate come le prime vere ballate del gruppo, “If I Fell” ed “And I Love Her” — per cui dobbiamo ringraziare, ancora una volta, Jane Asher.

Per molti versi, “A Hard Day’s Night” fu costruito per sottolineare la leadership di John Lennon sul gruppo, il quale fu autore principale di 9 brani su 13 presenti nel disco, a contrasto con il crescente affermarsi della bravura di Paul, che già con “All My Loving” era riuscito a ritagliarsi una bella fetta di approvazioni generali. Nel frattempo, George si preparava a mostrare ai suoi compagni di che pasta era fatto, limitandosi a cantare un solo brano, “I’m Happy Just To Dance With You”.

Ad oggi, il terzo album dei Beatles è considerato una semplice anticipazione: saranno i successivi album a sancire l’inizio del cambiamento da successo commerciale a leggenda.

Nel frattempo, i Beatles continueranno a farsi amare in tutta Europa ed oltreoceano, ma soprattutto torneranno alle “origini” quello stesso anno, pubblicando una versione tedesca dei due brani “I Want to Hold Your Hand” e “She Loves You”, memori di quei giorni di faticosa gavetta ad Amburgo.

A “A Hard Day’s Night”, seguirà poi “Beatles For Sale”, ai più noto come “l’album peggiore” dei Beatles.

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Federica Carlino
listengingerly

freelance music journalist and passionate music supervisor