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7. Gli sconfitti

Fabrizio Napoli
Live, Love, Beirut
2 min readApr 14, 2013

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Ma chi perde veramente in questa città? No, non parlo di quelli che sono inciampati una o più volte. Quelli che prima o poi si rialzano e continuano a giocare e scommettere.

Dove sono quelli che non vinceranno mai, che non vedranno mai un orizzonte di nessun tipo e che non hanno neanche una fiche rimasta per giocarsi un numero in questa roulette della vita e della morte che è Beirut?

Chatila ti si presenta non come una delimitazione geografica o spaziale ma come una repentina destabilizzazione sensoriale. C’è inspiegabilmente meno rumore rispetto all'altra Beirut fuori da queste mura; i colori lividi delle costruzioni di fortuna, che si ergono qui per non più di due piani, sono un’interruzione brusca dello spettro di beje e grigi chiari dei palazzi circostanti di Dahiyeh. E l’odore dei gas di scarico delle auto è soppiantato da miasmi di immondizia in decomposizione e scarichi fognari. Se vuoi trovare gli esclusi di Chatila e di Sabra devi seguire i tuoi sensi non di certo indicazioni inesistenti.

Questo disastrato palcoscenico della vita dei reietti di Beirut non ospita solo la storia travagliata dei palestinesi e dell’eredità del famigerato massacro del 1982. I vicoli affollati, sui cui incombono costruzioni sghembe e pericolanti e ingegni edilizi di sconosciuta staticità, sono oggi la casa di molte povertà e vicissitudini.

Qui ogni orizzonte è negato, lo sguardo può solo spingersi su linee vicine e ripetitive. Creste di monti di rifiuti sui quali scorgere la forma di un cartoccio in cui sono rimasti granelli di un pasto o nel caso peggiore rivoli di liquami che lasciano poco spazio all'immaginazione. Sopra c'è solo un cielo da cui non è mai arrivato nulla di buono perciò nessun sogno è corso mai fino lassù da questo ghetto della coscienza.

I fantasmi di Chatila non li vuole nessuno al tavolo da gioco neanche se si mettono in giacca, cravatta o abito da sera.

Qui la felicità ha il volto di una ragazza biondissima che abbraccia ridente il suo cavaliere scuro e sdentato alla guida di uno scooter altrettanto malmesso, mentre il vento le spettina i capelli e la costringe ad abbassare il capo. È inutile sporgere la testa habibi, anche se guardi avanti non c'è nessun orizzonte per te. Tieniti stretto il tuo cavaliere e continua a vivere e ad amare. A Beirut.

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