Jan Fleischhauer è un cialtrone

Vincenzo Maddaloni
The Sfoglio
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4 min readMay 30, 2018
Oggi, in Italia a causa dell’euro cresce l’animo antitedesco anche tra i normali cittadini. Basta leggere i commenti su Facebook. Sarebbe bello se i nostri guai fossero colpa di Angela, via lei saremmo salvi.

Lo pensa anche lo Spiegel che ospita i suoi ragli (con rispetto parlando) solo sul sito — Per lui tutti gli italiani sono vigliacchi e scrocconi

da Berlino Roberto Giardina

È scoppiata la terza Papierkrieg, la guerra di carta tra Italia e Germania, o più precisamente tra i nostri media. Colpa dei grillini e dei leghisti, della loro vittoria e delle loro intenzioni. Ratlos in Rom, intitola Der Spiegel la notizia del fallimento di Conte, indeciso, sbigottito, impotente, la traduzione ha molte sfumature. E sbigottiti e preoccupati sono a Berlino, come nel resto d’Europa. Sono pesanti nei commenti, e qualcuno come sempre esagera, da noi e da loro. Jan Fleischhauer, commentatore dello Spiegel, ci ha definiti «mendicanti e scrocconi». Sempre il solito Jan: fu lui, quando naufragò la Concordia, a scrivere che tutti gli italiani sono vigliacchi alla Schettino, dalla Grande Guerra in poi. Si dovrebbe precisare che la rubrica di Fleischhauer appare solo sull’edizione online, e che è un commentatore, le cui opinioni non coinvolgono la rivista. Ma ovviamente lo Spiegel ci marcia. Non è più quello di una volta, è sceso al minimo storico per copie vendute, e a sua volta cede al populismo.

Un ambasciatore, per prassi, non reagisce ai commenti della stampa, ma il nostro rappresentante a Berlino Pietro Benassi è intervenuto, ha risposto a Jan, e ha fatto bene, scegliendo le giuste parole. Finora la rivista non ha pubblicato la sua risposta. In passato alcuni suoi predecessori erano intervenuti in difesa di Berlusconi, bersaglio amato dalla stampa, ma sbagliando. La stampa è libera di criticare la politica di un governo o di un ministro. Che cosa dovrebbe dire Donald Trump? E ricordate quel che disse Berlusconi di Martin Schulz, e del fisico di Angela? Lo Spiegel non volle neanche tradurre, lasciò il termine in italiano. La cancelliera ignorò Silvio. Ma in questo caso il commento di Fleischhauer era chiaramente razzista e provocatore, insultava tutti gli italiani. L’ambasciatore, dunque, ha difeso anche me.

L’ambasciatore a Berlino Piero Benassi © 2018 Dario J Laganà | www.norte.it

Sempre lo Spiegel lunedì mattina commentava ma senza insulti: «Buone notizie da Roma? Il fallimento di Conte eviterà che giunga al governo Paolo Savona che definisce l’euro la continuazione del nazismo con altri mezzi»? La Germania di Angela come il III Reich? Come avrebbe fatto Savona a lavorare a Bruxelles fianco a fianco con l’hitleriana Merkel? Siamo sempre allo stesso punto: noi cialtroni, loro nazisti. Sbaglia Fleischhauer perché dall’Europa e da Berlino non abbiamo mai preso un centesimo. E sbaglia Savona: l’euro fu imposto da Mitterrand (e da Andreotti) a Helmut Kohl, come prezzo per la riunificazione. Il parametro del 3% che ci soffoca sarà senza senso, ma è sempre un’invenzione dei francesi, che lo calcolarono sui loro debiti. Si può e si deve cambiare l’Europa, ma non picconando la barca su cui ci troviamo tutti insieme. Questa è l’idea dei tedeschi. Al timone si trova Angela? Suggeriamo un capitano più abile, che non sia Schettino, e neanche Savona.

Terza guerra di carta, e ogni volta mi trovo al di là delle linee nemiche. La prima Papierkrieg scoppiò il 26 luglio del ’77 quando apparve la storica copertina dello Spiegel con il revolver sugli spaghetti fumanti. Era un altro Spiegel, che non avrebbe mai arruolato un collega come Jan. Il lungo articolo, una ventina di pagine, era un collage di notizie dall’Italia, prese dai nostri giornali, perfino dai miei articoli. Tutto esatto, mafia, terrorismo, inflazione, rapine, rapimenti. Ma con un montaggio si può dimostrare di tutto e il suo contrario. In Germania i terroristi della Baader Meinhof uccidevano, c’era la crisi, Brandt si era dimesso per colpa di una spia. Non importa. Quarant’anni dopo siamo sempre a revolver sugli spaghetti. Se volete comprarvi quel numero d’epoca, costa 30 o 40 euro, una chicca per collezionisti.

La seconda guerra scoppiò dopo la caduta del Muro. I neonazi compivano attentati contro i turchi, e la Germania veniva accusata di trattare male i profughi che giungevano dall’est. Ma noi chiudemmo 10 mila albanesi nello stadio di Bari per rimandarli a casa. Sui giornali, noi tutti mafiosi, loro tutti nazisti. Il germanista Gian Enrico Rusconi parlò di schleichende Entfremdung, strisciante alienazione o straniamento. Ma si riferiva ai politici. Oggi, a causa dell’euro, cresce l’animo antitedesco anche tra i normali cittadini. Basta leggere i commenti su Facebook. Sarebbe bello se i nostri guai fossero colpa di Angela, via lei saremmo salvi. Domenica sera mi trovavo a cena da vecchi amici berlinesi. Perché non chiedi asilo politico? Mi ha chiesto il padrone di casa. Perché la casa di Angela è al completo, ho risposto. L’ironia è sempre da accettare, i consigli pure pesanti anche, gli insulti nostri e loro, no.

La storica copertina dello Spiegel con il revolver sugli spaghetti fumanti

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