Abbiamo parlato con Emilio Mola, neo addetto stampa del sindaco

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5 min readDec 10, 2015
Emilio Mola

Eccolo qui, l’addetto stampa del sindaco Maurizio Bruno: Emilio Mola, giornalista 34enne di Oria, ha cominciato il suo lavoro da qualche giorno.
Aveva fatto clamore la decisione della giunta guidata da Bruno di istituire questa figura (che per la verità è a metà tra l’addetto stampa e un componente dello staff del sindaco). Chiacchierate, come sempre a Francavilla, anche le modalità di assunzione: un bando pubblico che per qualcuno era già dato, mentre per altri il problema era l’opportunità di inserire una figura simile nell’organico comunale (soprattutto visti i tempi di magra).
Com’è come non è, Emilio Mola il cartellino lo timbra ogni giorno alle sette e mezza prima di prendere posto nel suo ufficio a palazzo Imperiali o seguire il sindaco/presidente della Provincia di Brindisi nei suoi impegni istituzionali. La nostra redazione lo ha incontrato per fargli qualche domanda la settimana scorsa, all’inizio di questa sua nuova avventura professionale.

Prima di tutto: come hai iniziato?
Ho iniziato a scrivere nel 2005 collaborando con Senza Colonne di Brindisi. Ma l’incontro col giornalismo è avvenuto qualche anno prima, quando ero uno studente di Scienze Ambientali fissato col mare.

Quanti anni avevi?
Diciannove. Mi ci sono immerso completamente. La sera leggevo i giornali invece di uscire. Studiavo gli articoli, facevo i riassunti. Coi soldi della paghetta compravo i libri, di nascosto.

I tuoi riferimenti?
Sicuramente con Indro Montanelli ho cominciato ad appassionarmi alla forma della scrittura giornalistica. E poi Marco Travaglio. Ricordo quell’intervista con Daniele Luttazzi

Satyricon, giusto?
Sì. Me la ricordo bene, è stata la prima volta che l’ho sentito parlare. Quella sera ero appena tornato dalle prove della mia band, accendo la tv e resto folgorato. Non avevo mai sentito parlare un giornalista in quel modo. Travaglio parlava di politica come non ne avevo mai sentito parlare prima. Prima, per me, la politica erano i talk show: Ballarò, Porta a Porta… Travaglio, tra le altre cose, mi ha fatto appassionare all’inchiesta.
Quella sera, era ormai mezzanotte, ho svegliato mio padre e gli ho detto: vieni a sentire questo qui.

Quindi: giornalismo, ma anche musica.
La musica risale ai tempi del liceo. Suonavo la chitarra in un gruppo che si chiamava Stanza 101, un omaggio a 1984 di George Orwell (anche se all’epoca avevo visto il film, senza aver ancora letto il libro, lo ammetto). Ci ispiravamo ai Timoria (quelli veri, lascia perdere Francesco Renga…), ma in buona sostanza eravamo una cover band: Deep Purple, Santana, Pink Floyd, Litfiba…

E la politica?
Una breve parentesi, anche questa, anche se molto fortunata. Sono stato segretario di circolo dei Democratici di Sinistra a Oria, a ventidue anni ero nel direttivo provinciale (dove ho conosciuto Maurizio Bruno). All’epoca si parlava addirittura di una mia candidatura alla Camera, visto che ero nella corrente di Fabio Mussi, ma poi non se n’è fatto niente…

Invece hai insistito col giornalismo.
Sì. Un giorno mio zio mi ha detto che un giornale di Brindisi cercava dei collaboratori. Mi sono proposto e il direttore di Senza Colonne, Gianmarco Di Napoli, mi ha messo alla prova. Dopo un mese mi hanno preso a lavorare alla redazione centrale. Per un po’ mi sono occupato di cronaca nera e giudiziaria. Ma non mi sentivo pronto. Così ho proposto al direttore di farmi tornare per strada, a Oria, a farmi le ossa.

E poi sei tornato a Brindisi.
Sì, dopo quel periodo di prova con me stesso mi hanno richiamato. Nel 2009 sono diventato pubblicista e coordinavo le notizie dalla provincia, sempre per SC, oltre a occuparmi di nera, giudiziaria e politica.
A Senza Colonne hanno deciso di investire su di me, tanto che ho potuto fare il praticantato con loro, una cosa abbastanza rara. E così sono diventato giornalista professionista.

Quando sei arrivato a Lo Strillone?
Dopo l’esperienza di Senza Colonne, che ha chiuso qualche anno fa. Lì avevo conosciuto Eliseo Zanzarelli, che nel 2011 aveva dato vita a quest’altro progetto. Lui voleva puntare sulla versione online, mentre io ero affascinato dall’idea di un mensile abbastanza classico, un cartaceo da trentadue pagine. Devo dire che ha avuto ragione Eliseo, dati i risultati. Mezzo milione di visite al mese, già nei primi periodi, per un giornale molto, molto locale (Lo Strillone copre diversi comuni della provincia ma non il capoluogo, NDR), sono ottimi numeri. Cosa di cui si sono accorti subito anche gli inserzionisti.

Per Lo Strillone di cosa ti occupavi?
Be’, in quel caso — una redazione web con due soli giornalisti — trattavo un po’ di tutto insieme a Eliseo Zanzarelli. Pur dando spazio alla politica, con un giornale online come Lo Strillone devi andare incontro a quello che chiedono i lettori. E i lettori chiedono soprattutto cronaca nera, costume, cronaca bianca.

Lo Strillone funziona molto anche grazie a Facebook. Credi che i social network siano d’aiuto nella creazione di un’opinione pubblica a livello locale?
Per la verità non so se esiste un’opinione pubblica sui social. Con Lo Strillone raccontavamo i fatti, che secondo me è l’unico modo per creare un’opinione pubblica genuina. Di certo le persone, anche i più giovani, anche quando sembrano disinteressati, non lo sono. Vogliono sapere, sono curiosi. Sui social ci sono degli opinion leader — qualcuno si muove per motivi politici, qualcun altro per motivi personali — il cui seguito è un po’ sopravvalutato.
Insomma, davvero non so se i social siano uno strumento adeguato per la creazione di opinione pubblica. In questo senso, quello che vorrei fare subito, da addetto stampa, è lavorare alla creazione di una pagina Facebook ufficiale per il Comune di Francavilla.

Non ce n’è già una?
Quella che c’è non è istituzionale. È stata creata qualche anno fa, poi ogni tanto c’è qualcuno che la aggiorna… Vorrei crearne una con tanto di delibera, che sia un organo e una voce ufficiale, che informi e semplifichi. In modo che per i cittadini sia più facile capire cosa fa l’amministrazione, senza andare dietro a questo o a quell’altro profilo personale dell’assessore o del sindaco. Mettiamola così: una pagina più ufficiale di qualsiasi altro profilo. Tanto per iniziare.

Buon lavoro, allora.
Grazie.

(10/12/2015)

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