Perché Molti Founder Vogliono Vivere a San Francisco, Ma Non Dovrebbero

Massimo Sgrelli
6 min readMar 16, 2017

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Tutti coloro che amano tecnologia e startup, presto o tardi, imparano due cose molto semplici:

  1. Esiste un posto sulla terra che si chiama Silicon Valley
  2. Ahimè, è uno dei luoghi più cari del pianeta.

Gli spazi commerciali di Sand Hill Road a Menlo Park lo scorso settembre avevano raggiunto i $129.91 al piede quadrato — +6% rispetto al 2015 — , contro i $105.46 di Manhattan nel cuore di NYC.

Gli affitti non sono però l’unica cosa che costa cara in Silicon Valley. Una pizza margherita napoletana ben fatta costa $25, alla quale se aggiungiamo birra da $9 e mancia al 20%, arriviamo ad un totale di $41 per persona. Una libra — 454 grammi — di Philz Coffee in grani, molto in voga nella città, costa $18. Per non parlare degli ortaggi biologici — o organic, come vengono definiti in zona — il cui costo varia da caso a caso, ma in media possiamo dire che un KG di pomodori può tranquillamente andare dagli $8 ai $12.

Se passiamo agli affitti abitativi — che in tanti mi dicono felici che stanno “calando” — allora parliamo di $4,000-$6,000 al mese per 2 bedroom e due bagni per gli affitti a breve tramite e di $2,500-$2,800 per uno studio con una junior bedroom — per la cronaca una jr bedroom è una stanza da letto messa nell’unico locale della casa — un monolocale — , con una bella tenda che separa il letto dal resto della casa. Tante famiglie sembra “siano a loro agio” nel condividere un appartamento con altre famiglie, proprio per abbassare il costo esorbitante dell’affitto.

Cito un articolo uscito qualche giorno fa in Rete:

(Reuters) — Zander Dejah, 25, pays $1,900 a month rent to live in a downtown San Francisco house with at least 40 other people, many of whom sleep in bunk beds

Il luogo a cui fanno riferimento si chiama The Negev ed è in SoMa, nel cuore dalla San Francisco delle startup. Una sorta di frat house:

It has three floors and roughly 50 rooms, filled with bunk beds, beer bottles and laptops, according to residents.

Non che l’immagine risultante per alcuni non sia “attraente” — soprattutto per qualcuno appena uscito dal college — , ma ogni tanto mi chiedo se sia necessario vivere così per creare qualcosa di buono a San Francisco. Non solo, mi chiedo soprattutto se vivere in un letto a castello per $2,000 al mese sia il modo migliore per fare una startup in quelle zone e fare centro.

E’ questa la “startup culture” che potrà dare vita alla prossima Oracle, Microsoft o Facebook?

Sarò forse un “old fogey” — vecchio tradizionalista — ma sono ancora dell’idea che per fare qualcosa di buono si abbia bisogno di un luogo che ci permetta di lavorare e stare concentrati e privo di distrazioni. Mi sono sempre chiesto se la metafora del garage da cui Silicon Valley partì negli anni 50 non sia andata ormai perduta.

Perché le startup della Bay Area negli anni scorsi si sono sempre più accalcate verso la rumorosa e caotica San Francisco invece di rimanere a San Jose, Mountain View e Sunnyvale?

In questi luoghi i costo sono inferiori e la vita notturna è pari a zero. Perfetto — dico io — per quelli che hanno qualcosa da costruire e devono farlo spendendo il meno possibile.

Quando si affrontano sfide di questa portata ogni dollaro conta e riuscire a durare più a lungo nei primi anni è fondamentale.

Ma torniamo alla domanda iniziale: perché tutti stipati in città? C’è chi dice che serva per poter assumere persone di talento. La città è molto più attraente per un 20-enne americano, perché offre molto di più oltre al lavoro. Ma non dobbiamo mai dimenticare che alla fine scegliamo di essere in Bay Area per rimanere laser focused su prodotto, clienti e mercato… la vita notturna, la palestra ed i party non dovrebbero essere in cima alla lista.

I più accaniti tra voi mi diranno che stare a San Francisco è fondamentale perché “sono tutti lì”… e allora, dico io? Se esiste un motivo di business per stare a San Francisco, qualcuno dall’azienda viaggerà spesso verso San Francisco.

Questo, tra l’altro, è il percorso che vedo seguire da alcune startup italiane che si approcciano a Silicon Valley: scelgono i posti più alla moda, vogliono abitare in Mission e prendere il caffè da Sightglass Caffee, mangiare da The Creamery ed essere sufficientemente vicini a North Beach per ogni altra necessità. Beh, tutto questo presenta un conto mensile di diverse migliaia di dollari solo per aver scelto di essere a “walking distance” — o meglio, “Uber distance” — da tutto quanto la città ha da offrire.

A che pro, mi chiedo io?

Non dimentichiamoci che il motivo per cui dovremmo essere in Bay Area è validare e/o costruire un prodotto solido che le persone vogliano utilizzare e pagare.

Ora, a meno che non ci serva veramente essere nel cuore di San Francisco per una questione di sales & marketing, fund raising o customer validation — ed anche in questo la vedo una condizione temporanea per un’azienda in fase di startup — la soluzione migliore è porsi fuori dal “grande caos”, chiudersi in un “garage” — ed a San Francisco ce ne sono pochi e cari come la peste — e lavorare.

Qualche giorno fa stavo leggendo un’intervista fatta a Adriano Farano CEO di WatchUp recentemente venduta a Plex. Diceva: “Stracciate i business plan e rimboccatevi le maniche”: giusto, perfetto… Nell’intervista non ho trovato alcuna sua citazione circa l’importanza di essere distratti ogni 15 minuti, vivere nel caos perenne e per questo privilegio bruciare nel giro di poco il capitale che abbiamo saputo raccogliere.

Quindi ecco la ricetta che vorrei condividere con tutti i founder italiani con il sogno di creare qualcosa di grande in Silicon Valley: prendete un biglietto aereo da 600 euro, prenotate una stanza ad un’ora da San Francisco/Silicon Valley e partite. Se state cercando funding o validazione per quanto avete costruito e quindi vi trovate a dover frequentare i numerosi eventi di networking alla ricerca di contatti buoni, fate viaggiare il CEO e lasciate il resto del team tranquillo a scrivere codice a Milpitas, Vacaville, Davis o Emeryville. Quando ho incontrato Adriano qualche settimana fa, stava lavorando in un co-working space sperduto di Silicon Valley. Un posto cheap e poco alla moda pieno di gente che… lavorava. I sobborghi americani dopo le 5:30PM si spengono. Se siete nell’hub più famoso al mondo per imparare e trovare una via che vi consenta di lanciare il prodotto, fatelo nel modo giusto.

Tanti ancora mi dicono “… e con 150K all’anno potrò stabilirmi a San Francisco”: ve ne bastano meno di $50K, se volete starci.
Agire in questo modo vi porterà altri benefici: scegliere San Francisco perché “tutte le startup” — alla moda — sono in quella zona, vi espone al rischio di perdere i software engineer del vostro team uno dopo l’altro, non appena avranno un visto lavorativo in mano.

Create invece la vostra piccola comunità fuori dal grande marasma: spenderete un terzo — letteralmente — , durerete più a lungo in quelle zone e forse avrete la possibilità di fare un pivot — cambiare direzione — lungo la strada, nel caso in cui quanto avrete creato non sia subito una grande hit — il che capita nel 95% dei casi.

Datevi tempo, è la risorsa più preziosa. Ricordatevi che prima di tutto siete lì per imparare ed integrarvi nella cultura e comunità locale — e questo richiede pazienza e tanto lavoro.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i founder che sono già stati in quelle zone, chi è d’accordo e chi non lo è. Sono convinto che vivere in Bay Area possa costare molto meno di quanto ci immaginiamo e questo potrebbe aprire le porte a tante startup italiane pronte a fare il salto.

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Massimo Sgrelli

Founding Partner @ Lombardstreet Ventures. I invest in pre-seed opportunities from Silicon Valley.