A pochi chilometri dall’Italia, il prezioso e potente messaggio del Museo di Caporetto
di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio
Non esiste dono più importante della pace. Che si dica peace, paix, Frieden, o mir, è senz’altro una delle parole più dolci che l’umanità possa conoscere. La pace non è la condizione sufficiente per la prosperità o la democrazia, ma è la condizione necessaria. Ecco perché una visita al Museo di Caporetto non è solo un’opportunità per imparare, ma è soprattutto un’occasione per essere grati.
In questa parte di Slovenia, oltre cento anni fa, si combatté una delle battaglie più sanguinose della storia europea: la Battaglia di Caporetto, che ha marcato ricordi indelebili nella memoria collettiva di questi luoghi, e soprattutto in quella italiana. Il museo, uno dei più affascinanti della Mitteleuropa, dedica alla battaglia e a ciò che venne prima e dopo di essa, un percorso didattico e divulgativo prezioso, che riesce davvero a raccontare un momento storico decisivo per il nostro continente.
Un percorso tutto dedicato al fronte isontino dunque, e quindi a quelle dodici battaglie che videro contrapporsi le forze italiane e quelle austro-ungariche fra il maggio 1915 e il novembre 1917. Il fronte isontino vide i soldati lanciati in scontri sanguinosi, dispiegati nell’estenuante guerra di posizione, sfiancati dalle terribili condizioni della guerra in montagna, e vide gli eserciti sconvolgere grandi aree oggi immerse nella tranquillità e nella bellezza per stabilirvi le proprie retrovie.
Persino per le dimensioni epocali della Prima guerra mondiale, il fronte isontino fu particolarmente duro e reclamò la vita di centinaia di migliaia di uomini. Raccontare un passato così violento in modo assolutamente non apologetico, ma anzi facendo emergere un messaggio di pace e concordia, e un ricordo affettuoso per tutti gli esseri umani che vi rimasero coinvolti, non è facile. Eppure il Museo di Caporetto ci riesce, e proprio per questo ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali.
E, proprio per questo, il Kobariški muzej non è “solo” uno dei partner fondatori del Sentiero della Pace che per circa 400 km si snoda attraverso i luoghi sloveni della Grande Guerra, da Log pod Mangartom (alias Bretto, frazione del comune di Plezzo) sino a Trieste. È anche una visita da non perdere in Slovenia, un luogo imprescindibile per chiunque voglia conoscere un po’ meglio la storia europea, e quella dell’umanità. Dalla sua esposizione si esce arricchiti di conoscenza, ma pure di una rinnovata e più forte consapevolezza.
Il Museo di Caporetto non si schiera a favore di nessuna delle parti coinvolte nel fronte isontino, ma piuttosto esalta la fragilità e la tragedia comune a tutti coloro che furono mandati a combattere sull’Isonzo, la loro umanità. Le fotografie che immortalano i rari momenti di riposo e le immagini durissime delle perdite; le lettere mai spedite, pagine di diario, gli effetti personali dei soldati, piccole sculture fatte da loro; porte segnate dai messaggi dei prigionieri; elmetti, stivali, ramponi, borracce.
La ricchezza dell’esposizione, per quanto riguarda l’abbondanza di reperti, è straordinaria; come straordinario è il percorso espositivo, strutturato per raccontare i vari volti del fronte isontino: la guerra di montagna, quella di trincea, le retrovie, il tutto culminato in quella Battaglia di Caporetto che in italiano è anche sinonimo di tremenda disfatta. Altro punto di forza di questo museo eccezionale sono le visite guidate, grazie alla dedizione e alle capacità delle guide, che arricchiscono la spiegazione dell’esposizione con con i racconti familiari tramandati in questo angolo di Slovenia per oltre cento anni.
Raggiungere il Museo di Caporetto dall’Italia è semplicissimo. Da Gorizia è appena un’ora di auto, e la strada si scorre tra fitti boschi attraversati dal fiume color smeraldo, il bellissimo Isonzo. Soprattutto però, una visita a questo museo è di valore inestimabile. Non capita tutti i giorni di imbattersi in istituzioni che compiano così efficacemente il loro lavoro, mettendoci anche il cuore oltre alla conoscenza. Come tutto il Sentiero della Pace, anche il Museo di Caporetto è insieme un custode di memoria e un ricordo affettuoso di tutti coloro che hanno combattuto sul fronte isontino; comunica la storia ed emana un prezioso messaggio di pace e concordia.
Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.