Al Museo di Caporetto per ricordare una battaglia di centosette anni fa

Gorazd Skrt
LovelyTripsBlog
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4 min read3 days ago
Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Settembre volge ormai al termine, e con ottobre si avvicina anche un nuovo anniversario della fatidica Battaglia di Caporetto. La battaglia che, centosette anni fa, mise fine al cosiddetto fronte isontino, che vide scontrarsi in vaste aree attraversate dall’Isonzo le truppe dell’esercito italiano (allora Regio esercito) e quelle dell’impero austro-ungarico, nelle fasi finali aiutate da reparti speciali delle forze tedesche. Per ricordare (e conoscere meglio) questo momento di grande importanza nella storia europea, la strategia migliore è fare rotta su Caporetto, il cui nome sloveno è Kobarid, dove ha sede un museo interamente dedicato al fronte isontino.

Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it/

Dalla sua fondazione il Kobariški muzej è stato premiato con riconoscimenti importanti, sia da organismi sloveni che internazionali, ed è costantemente visitato da scolaresche, comitive e persone interessate alla storia bellica provenienti dal resto della Slovenia ma pure d’Europa. E in effetti la sua esposizione permanente apre una finestra preziosa sulle varie fasi del fronte isontino, che per oltre due anni tenne in scacco migliaia di soldati (e anche di civili), oltre che sulla vita quotidiana nelle trincee e nelle retrovie.

È un’esposizione molto ricca e articolata, per questo vi consiglio di farvi un’idea degli aspetti che vi piacerebbe approfondire di più, in modo da adattare di conseguenza il percorso al suo interno. Oppure, se volete scoprirla nella sua interezza, il mio consiglio è di partecipare a una visita guidata: le guide del Kobariški muzej la conoscono perfettamente, e oltre ad accompagnare i visitatori alla scoperta di tutti i punti più importanti dell’esposizione la arricchiscono con ulteriori approfondimenti e racconti, rendendo l’esperienza ancora più arricchente.

Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it/

Un fil rouge che accomuna l’intero percorso è l’assurdità della guerra e la sua rappresentazione come causa di sofferenze indicibili per tutti coloro che vi si trovarono coinvolti, a prescindere dal fronte a cui appartenevano. E del resto l’esposizione del Kobariški muzej è stata premiata proprio per la sua narrazione, tanto accurata dal punto di vista storico quanto accorata da quello umano, perché ciò che il Museo di Caporetto tiene a fare non è solo documentare ciò che accadde, ma anche lanciare un monito contro ogni guerra.

Dalla Sala Bianca, che si sofferma sulle terribili condizioni che i soldati dovettero sopportare durante il periodo invernale, soprattutto in alta quota, alla Sala delle Retrovie, che invece è incentrata sulla vita quotidiana nelle zone lontane dal fronte, dove centinaia di migliaia di soldati aspettavano di tornare in trincea o di andare in combattimento, si occupavano degli approvvigionamenti o trascorrevano la convalescenza dopo essere stati feriti o essersi ammalati, l’esposizione culmina al secondo piano della sede del museo, interamente dedicato all’atto conclusivo del fronte isontino, ossia appunto la Battaglia di Caporetto.

Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it/

Fa un certo effetto trovarsi davanti al grande plastico che rappresenta l’area in cui ebbe luogo la battaglia, che imperversò per diversi giorni, osservando l’animazione delle varie fasi che attraversarono i combattimenti; così come fa effetto guardare i documentari e le numerosissime fotografie che illustrano l’intero periodo del fronte isontino da tutti i punti di vista possibili. Dalla visita del Kobariški muzej non si esce uguali a prima perché la sua esposizione lascia il segno, e questo è il periodo perfetto per andare a scoprirla. E poi si può andare a conoscere la Valle dell’Isonzo, teatro suo malgrado degli eventi che il Museo di Caporetto documenta e racconta. Dopo averlo visitato, non si potrà che guardare questi paesaggi incantevoli con una nuova consapevolezza.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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Gorazd Skrt
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