La magia Kamnik, la città dei tre castelli

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5 min readFeb 17, 2019
fonte: www.slovenia.info foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Nella verde Slovenia il passato ha lasciato molte tracce. Al Museo Nazionale di Lubiana, ad esempio, è custodito lo strumento musicale più antico del mondo: un flauto ricavato 60mila anni fa dal femore di un orso delle caverne, che probabilmente fu suonato da un uomo (o una donna) di Neanderthal. Novo mesto è un centro archeologico di rilevanza europea, con i suoi reperti che raccontano storie antiche, come quella della Via dell’Ambra.

E Kamnik non è da meno. Anzi. Questa graziosa cittadina, ad appena mezz’ora d’auto da Lubiana, ha tutto il fascino di un luogo pregno di storia e immerso nel verde, circondato da paesaggi maestosi che richiamano la grandezza del suo passato. Dove la storia, talvolta, si mescola alla leggenda.

Kamnik raggiunse il suo massimo splendore in epoca medievale. Alla fine del XII secolo fu proclamata capitale della Carniola, e divenne una città importante, ricca e prospera. Ma quella ricchezza affondava le radici in epoche ancora più remote: Kamnik era infatti sorta sulla via romana che collegava la valle del Danubio e l’Adriatico, in un’area destinata a essere attraversata da scambi commerciali sempre maggiori.

fonte: www.slovenia.info foto di Kamnik Tourist Board archive

Non c’è da stupirsi, quindi, che il patrimonio culturale sia uno dei punti di forza di Kamnik, la città dei tre castelli. A cominciare dallo Stari grad, il cosiddetto Castello Vecchio, menzionato già in documenti di inizio XII secolo. Si trova in cima alla Collina Križ, nella parte orientale della città e oltre il fiume, ed è una silenziosa ma eloquente testimonianza dei tempi di maggior splendore di Kamnik.

Fu la residenza dei signori della provincia e della loro corte sino al 1576, quando la figlia del nobiluomo Ahacij Turn, Elisabetta, fu uccisa da un fulmine. Dopo il terribile incidente il Castello, che era stato pesantemente danneggiato dal terremoto del 1511, venne adibito ad altri usi, e conobbe un lento declino. Verso la metà del XVII secolo fu definitivamente abbandonato, ma ancora oggi richiama molti visitatori, che possono raggiungerlo seguendo diversi sentieri e godersi il panorama all’ombra (è proprio il caso di dirlo) della storia.

fonte: www.slovenia.info foto di Jošt Gantar

Su uno sperone di roccia non lontano da Glavni trg, la piazza principale di Kamnik, sorge invece il Mali grad, affettuosamente chiamato il Castelletto. Persino più antico dello Stari grad, è uno dei monumenti più venerandi di tutta la Slovenia, e un esempio importantissimo del prezioso patrimonio culturale e architettonico del paese. Del grande complesso innalzato nell’XI secolo oggi non rimangono che tracce, ma due elementi hanno resistito all’inesorabile passare del tempo: la cappella romanica a due piani, dove sono ancora osservabili le aggiunte in stile gotico e barocco che vennero fatte nei secoli successivi, e la cripta, scavata nella roccia e dedicata a San Pietro Apostolo.

Dal Mali grad, che in estate ospita numerosi eventi culturali, si ammira un paesaggio di grande bellezza. Da lassù lo sguardo può scorrere sui tetti della città e poi spaziare fino all’orizzonte, dove le Alpi di Kamnik e della Savinja si stagliano maestose. E proprio lassù, fra ciò che resta del Mali grad, storia e leggenda si incontrano. Si narra che qui, un tempo lontano, vivesse una contessa di nome Veronica. Un giorno, dei fratelli che volevano diventare preti e costruire una nuova chiesa dove radunare i fedeli, andarono a chiedere alla contessa dei soldi per realizzare il loro progetto.

Lei però rifiutò con sdegno, giurando che avrebbe preferito diventare un serpente piuttosto che finanziare l’iniziativa. Secondo la leggenda, fu proprio ciò che accadde. La contessa divenne una creatura mostruosa, metà donna e metà serpe, e la terra si aprì, inghiottendola e gettandola in una profonda caverna visibile ancora oggi. E ancora oggi, secondo la leggenda, la contessa Veronica vive sotto al Mali grad, dove custodisce il suo prezioso tesoro di monete d’oro.

fonte: sito di Visit Kamnik

Il terzo castello di Kamnik, infine, è più recente. Il maniero Zaprice, in stile rinascimentale e barocco, risale al XVI secolo, e ai tempi della Riforma protestante fu il rifugio dei luterani del posto. Dal 1961 ospita il Museo regionale di Kamnik, dove si possono ammirare reperti e collezioni che raccontano la storia di quest’area della Slovenia, dalla preistoria all’attualità. Dietro al maniero Zaprice, inoltre, si trova un parco etnografico dedicato ai granai tipici della valle di Tuhinj e alla vita quotidiana dei coltivatori e allevatori della zona tra il XVIII e il XIX secolo.

fonte: www.slovenia.info foto di Jošt Gantar

Altro must-see della città è la via Šutna. Fiancheggiata dalle casette a schiera caratteristiche dell’epoca medievale, il suo nome deriva dal tedesco e significa ghiaia. Un tempo infatti, lungo la strada scorreva un ruscello le cui acque portavano strati di ghiaia in città, e questa via ospitava numerosi artigiani, le cui attività sono ancora leggibili dalle insegne conservate sulle facciate delle case.

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