Lavorare con le Donne? Molto Meglio!

Luca Pozzoli
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4 min readMar 7, 2020
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Dopo 30 anni di lavoro nella vendita diretta sempre a diretto contatto con moltissime donne (rappresentano il 77% del totale incaricati alle vendite a domicilio, ma in aziende party plan si va oltre il 90%) mi sono sentito spesso rivolgere questa osservazione: “poverino ma come fai a lavorare con tante donne!” Quasi sempre l’osservazione era di altre donne, magari subito dopo qualche caso difficile da risolvere, mentre da parte di uomini il commento era invece accompagnata da qualche risolino, evidenziando la fortuna di essere coccolato da un ambiente femminile.

La verità è che la mia risposta convinta è sempre stata quella di ritenermi molto fortunato e che lavorare con le donne sia molto meglio di altre possibilità.

Con questo non intendo fare discriminazione al contrario ma sottolineare come la maggiore presenza di donne nel mondo del lavoro costituisca una importante opportunità da non perdere. Per la mia esperienza personale infatti, sono assolutamente convinto che lavorare con le donne e inserire più donne in posizioni di responsabilità si possa tradurre in concreti benefici per le aziende, utilizzando la potente carica di energia, competenze, istruzione e capacità che le donne hanno sempre dimostrato di avere. Ma questa è la mia esperienza, da un osservatorio molto particolare, quello delle vendite dirette, dove la voglia di mettersi in gioco, l’intraprendenza, lo spirito imprenditoriale, la flessibilità, le doti sociali, di empatia e lettura delle situazioni sono essenziali.

Ma, attenzione un momento, non sono queste le stesse qualità richieste oggi dal mondo post-industriale con organizzazione del lavoro flessibile, dove il vero vantaggio competitivo sta proprio nel fattore umano e la capacità di mobilitare le energie dei gruppi?

Tutto ciò ha delle precise evidenze scientifiche, come la ricerca del Prof. Thomas Malone del MIT che prova come la diversità di genere (tradotto — la presenza di donne) sia la chiave per aumentare la produttività e i profitti a tutti i livelli di una società, evidenziando il ruolo chiave che le donne giocano nel miglioramento dell’intelligenza collettiva dei gruppi.

In altre parole più donne ci sono e meglio si lavora come gruppo, si collabora, si trovano soluzioni ai problemi.

La vera differenza consiste nell'abilità della percezione sociale, un tipo particolare di intelligenza sociale ed emotiva, la capacità di discernere quello che ognuno sta pensando mediante l’osservazione e la “lettura” delle emozioni dagli occhi delle persone. Un buon processo decisionale richiede l’abilità di sentire e considerare diversi punti di vista, che vengono necessariamente da persone con diversi background, esperienze e prospettive. La ricerca ha dimostrato che non conta l’intelligenza individuale dei componenti del gruppo, non conta il livello di istruzione o la cultura di provenienza, conta invece moltissimo la presenza di donne.

Per questo vorrei celebrare questa giornata dell’8 Marzo con questi dati di fatto, non con un generico apprezzamento al mondo femminile, sempre celebrato ma raramente riconosciuto. Questi fatti mostrano che fare crescere le donne, metterle in posizioni di responsabilità non è solo un atto di giustizia, ma soprattutto una decisione intelligente per ogni organizzazione e per la società in generale.

Come siamo messi oggi in Italia?

  • L’Italia ha uno dei più bassi tassi di occupazione femminile in Europa. È penultima nella Ue, col 53% di donne occupate. Fa peggio solo la Grecia. Il paese che ha il più alto tasso di occupazione femminile è la Svezia con l’80%.
  • In Italia le laureate sono in maggior numero, ma il tasso di occupazione è inferiore a quello degli uomini.
  • Persistono differenziali salariali crescenti rispetto agli uomini, con pari livello di istruzione e di qualifica, con un vero problema di “segregazione verticale” che ostacola l’accesso delle donne ai vertici.

Da una ricerca di questi giorni — survey compiuta da Groupon in occasione della Festa della Donna su oltre 2.000 donne lavoratrici — emerge:

“Le Italiane amano il loro lavoro. Tra le motivazioni che le portano a lavorare fuori casa, le intervistate indicano innanzi tutto, ovviamente, la possibilità di essere autonoma (37%), seguita da quella di potersi dedicare a un settore che si ama particolarmente (32%), il fatto di poter conciliare la vita lavorativa con quella familiare (per il 22%); non manca neppure un 14% di “creative” per le quali conta molto poter realizzare nuove idee ed essere innovative. Le lavoratrici moderne sono consce del proprio potenziale e determinate a ispirarsi a modelli positivi di donne forti e carismatiche, tra cui la scienziata Rita levi Montalcini (indicata dal 27% delle intervistate), la ex first lady Michelle Obama (preferita dal 17%) e la stilista Coco Chanel (15%), icona di fascino e di eleganza.”

Tutta questa energia positiva e queste risorse devono essere utilizzate pienamente e valorizzate come meritano e quindi:

Lavorare con le donne? Molto meglio!

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Luca Pozzoli
LucaPozzoli

Leader di organizzazioni di vendita diretta a domicilio, Presidente di Avedisco e Univendita dal 2007 al 2013