Mercanteinfiera OFF. Andare per mostre tra Fiera e dintorni

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Luca Zuccala
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6 min readJul 28, 2017
Javier Marin — Cabeza Roja

Fuori Mercante, Extra Mercante, o come fa fighetto scrivere ultimamente: Mercanteinfiera OFF. Mostre e manifestazioni temporanee da vedere tra fiera e dintorni dal 30 settembre all’8 ottobre. Cinque esposizioni (più due rassegne collaterali) da assaporare tra una torta fritta (con salame di Felino, culatello di Zibello e spalla cotta di San Secondo) e un tortello di erbette o di zucca (sublimi quelli della trattoria Ai Due Platani a Coloreto venerati da Gualtiero Marchesi).

Partendo dalla fiera, districandosi tra il migliaio di espositori presenti, fino a smarrirsi nei silenzi dell’Abbazia di Valserena e perdersi nel dedalo di bambù più grande del mondo del Labirinto della Masone o nei dodici ettari di parco della Villa dei Capolavori tra le ruote bianco o blu dei pavoni di Giunone. Focalizzandoci sugli eventi temporanei -mostre annesse e connesse di questi scenografici complessi- senza approfondire frettolosamente qui ed ora, tanto per intenderci, le eterne rocche e regge del Ducato a cui andrebbe dedicato (almeno) un focus a castello. A tal proposito, proprio per non mancare di rispetto a ogni merlo medievale che impreziosisce e corona fortezze come Torrechiara, San Secondo, Soragna, Tabiano, Montechiarugolo, Fontanellato, Compiano, Colorno, Bardi (prendere nota, zaino e macchina e partire alla volta di ognuna necessariamente), ci limitiamo a condividere il prezioso sito: http://www.castellidelducato.it/castellidelducato/castelli.asp.

MOSTRA CSAC — Luigi Ghirri, Modena 1973

Capitolo primo: interno fiera, due passi e un padiglione accanto: ecco la coppia “collaterale” ufficiale del Mercante al padiglione 4, che vola d’amor sull’ali rosee (eroi ed eroine verdiane che per amore rinunciano alla vita) per poi adagiarsi sulla soffice gommapiuma della mitica Fiorenza, poltrona disegnata nel 1952 da Franco Albini per Arflex sperimentando materiali d’avanguardia (per l’epoca). Un dittico espositivo composto da rasi, pizzi e trine della raffinatissima sartoria italiana, e dai blocchi squadrati di granito rossastro avvolti nella gabbia metallica d’acciaio de La Rinascente di Roma (1957–1961): le razionalissime forme della sostanza architettonica (parafrasando il titolo della mostra dedicata all’opera e alla vita dell’architetto milanese, La Sostanza della Forma) tracciate dal compasso (quello d’oro lo vinse tre volte nel 1955, 1958 e 1964) e dalla mente di Franco Albini (1905–1977).

Geometrie progettuali che si sposano con la progettualità interpretativa dell’alto artigianato italiano. Un connubio di intelligenza, ricerca e capacità esecutiva che fonde arte, architettura, artigianato, design e storia del costume nostrano. Lo stile e il gusto italiano declinato nelle sue molteplici sfaccettature, dai morbidi tessuti ricamati sui protagonisti della stagione lirica scaligera (in mostra i costumi originali che hanno brillato e danzato nella sere sinfoniche dell’Arena), al rigore, la misura e la funzionalità di una poetica urbanistica democratica finalizzata al miglioramento della qualità e della vita di tutti. Un duo d’eccellenze italiane a cui vanno sommati la concomitante ArtParmaFair, fiera d’arte moderna e contemporanea della città giunta alla settima edizione, al padiglione 7, in scena il weekend del 30 settembre-1 ottobre e i giorni 6–7–8 ottobre, nonché la sfilata di virtuose Signore a quattro ruote ormai di casa nelle terre verdiane: Mercanteinauto (30 settembre-1 ottobre, padiglione 2), sezione speciale -giunta alla sesta edizione- dedicata alle auto, moto d’epoca, ricambi e automobilia. Quest’anno impreziosita da una chicca espositiva collaterale dedicata alle elegantissime sciure d’antan che guardano il cielo: diciassette cabriolet dagli anni Venti ai Cinquanta della collezione privata di Claudio Baroni.

MOSTRA CSAC — Bruno Stefani, Manichino, 1937

Capitolo due: passati i tornelli, mangiati i tortelli, salutata la fiera e le sue varie creature e creazioni, addentriamoci nei dintorni (il tutto entro 30 chilometri dal polo fieristico) concentrandoci sulle prestigiose realtà culturali che danno lustro da secoli (o solo da qualche anno) alla zona. In ordine di fondazione: Abbazia di Valserena (1298 d.C.), nota anche come Certosa di Parma in riferimento al romanzo di Stendhal, sede dello CSAC, Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma (distanza: 8 chilometri); la seicentesca (ampiamente rimaneggiata nel secolo scorso) Villa dei Capolavori a Mamiano di Traversetolo (28 chilometri): dimora della Fondazione Magnani Rocca vanta una raccolta permanente di prim’ordine composta da capolavori di Tiziano, Lippi, Dürer, Rubens, Goya, fino a maestri del moderno quali Monet, Renoir, Cézanne e i nostri Burri, Morandi, De Pisis; il Labirinto della Masone a Fontanellato (inaugurato nel 2015 e distante meno di una quindicina di chilometri dalla fiera) che ospita la collezione d’arte di Franco Maria Ricci e la sua casa editrice. Un tris di eccellenze del territorio per un trittico di mostre visitabili nei giorni fieristici.

La Pubblicità è la protagonista assoluta dell’esposizione alla Villa dei Capolavori (9 settembre-10 dicembre 2017): duecento opere dalla fine dell’Ottocento all’era di Carosello per raccontare la nascita in Italia della pubblicità, dalle sue prime forme di comunicazione semplici e dirette, all’introduzione dell’illustrazione come strumento persuasivo e spiazzante per novità e fantasia, al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario attraverso i diversi media, dal più conosciuto manifesto, alla locandina, alla targa di latta e poi al packaging della confezione, fino all’arrivo della radio come strumento di comunicazione di massa. Tenendo sempre ben in mente che i primi illustratori furono in primo luogo artisti: Cappiello, Dudovich, Mauzan, Nizzoli, Testa.

Plinio Codognato, Spumanti Cinzano, 1930

Sketches e packaging che cambiati di funzione, titolo e significato danno vita agli object trouvés “ritrovati” nei silenzi dell’Abbazia di Valserena. Un sottile filo rosso che dalla Villa infiocchettata di pubblicità d’autore corre per le campagne di Maria Luigia, fino a giungere ai battenti del CSAC — che tra l’altro, per l’occasione, presta un importante nucleo di bozzetti originali ed è visitabile a metà prezzo presentando il biglietto d’ingresso della mostra sulla storia della pubblicità. Bozzetti (altri) che coi sopraccitati packaging e manifesti pubblicitari -assieme a cataloghi di moda, fotografie, disegni esecutivi e prodotti finali- costellano gli spazi della Chiesa e della Sala delle Colonne. Una serrata e ricercata serie di Objetstrouvés (in italiano “oggetti trovati”, ossia oggetti di uso quotidiano utilizzati come vere e proprie opere d’arte) come recita il titolo della mostra, che ricompongono e suggeriscono per frammenti innumerevoli potenziali narrazioni e microstorie. Per capirci: da una campagna fotografica si possono irraggiare molteplici storie di progetto e rappresentazione di oggetti, abiti e architetture. Come ci spiega la seconda parte del titolo dell’esposizione: Archivi per un grande magazzino.

MOSTRA CSAC — Publifoto Roma, La Rinascente, servizio quindicinale per la sede romana di Piazza Fiume, marzo 1961, scansione da negativo

Ricostruzione della memoria. Nel caso specifico: quella de la Rinascente -prima citata- di Roma ideata da Franco Albini. Fino al 30 ottobre. Nessun “filo” (a parte se mai quello di Arianna…) lega i due progetti al Labirinto della Masone, dove la scultura prende piede e forma all’interno dell’opera totale di Franco Maria Ricci. Dialoghi tra dedali: un Daidalos dalle struggenti note barocche partorito dal più importante scultore messicano vivente (Javier Marìn, 1962) si sbroglia nel Dedalo d’ispirazione neoclassica congegnato dall’editore parmense. Un colossale cavaliere in bronzo di sette metri svetterà all’ingresso della struttura accogliendo i visitatori, mentre nella corte centrale spiccherà la monumentale Cabeza Roja, sublime testa femminile di resina color amaranto, sintesi perfetta del suo lavoro: saturata espressività, esasperazione plastica, sensualità materica e tensione dinamica. Presenze che si espandono nello spazio. Dal primo ottobre 2017 al 14 gennaio 2018. Da vedere. Buoni giri e ottimi tortelli.

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Luca Zuccala

Modernariato, antichità e collezionismo: mercanteinfiera è una città antiquaria con migliaia di proposte dalle più interessanti piazze europee.