Alfa Omega — Il Principio della Fine

Bruno Bacelli
M E L A N G E
Published in
4 min readJun 16, 2022

Sono andato a scovare un film di fantascienza britannico del 1973, tratto da un romanzo di Michael Moorcock: il titolo del romanzo è The Final Programme (in italiano Programma Finale) e il film in inglese ha lo stesso nome, mentre in italiano è stato reso con: Alfa Omega — Il Principio della Fine. Si tratta ad oggi dell’unico romanzo di Moorcock da cui sia stato tratto un film, e a un certo punto abbiamo pure un breve cameo, sullo sfondo, dello scrittore britannico. Il film ci presenta una umanità è al collasso, sta arrivando il termine del Kali Yuga ovvero la fine del mondo, e forse la sua rinascita. Alcune metropoli sono già devastate, il Vaticano non esiste più, il centro di Londra è ingombro di carcasse di automobili. In questo scenario Jerry Cornelius (che è una delle varie incarnazioni del “campione eterno” di Moorcock, ed è interpretato qui da Jon Finch) si muove per recuperare e mettere in pratica una misteriosa scoperta scientifica lasciata dal suo defunto padre. Viene aiutato da un gruppo di scienziati e da Miss Brunner (Jenny Runacre, vista ne I Duellanti e in Professione Reporter), misteriosa donna d’azione dotata del potere di… divorare i suoi amanti.

Il film è un po’ un esercizio di stile da parte del regista Robert Fuest, uno degli uomini che hanno creato The Avengers, intendo qui il telefilm chiamato in italiano Agente Speciale e non gli eroi della Marvel, e che è anche autore della sceneggiatura, in cui la storia originale di Moorcock viene parecchio modificata e annacquata. Abbiamo vestiti e arredi molto anni ’70, scene di nudo, bizzarrie di ogni tipo a contorno della storia: suore che giocano alle slot machine mentre sta per finire il mondo, gente che cammina dentro bolle trasparenti (una allusione al telefilm Il Prigioniero?), lottatori che si sfidano in una fanghiglia bianchissima, una mongolfiera che sbuca non si sa da dove, e molto altro.

Ovviamente tutto questo non turba minimamente il duo Cornelius-Brunner, anzi i due protagonisti, tra battute argute e umorismo nero, sembrano non essere mai sorpresi dalle situazioni in cui si trovano. Passiamo alla trama (se non volete anticipazioni perché avete deciso che volete vedervi il film, passate al paragrafo delle conclusioni). Il duo è impegnato nella lotta contro Frank, il perfido fratello di Jerry, che ha in mano il microfilm con le scoperte del padre, e tiene addormentata e prigioniera Catherine, la sorella-amante di Jerry. In una scena vagamente reminiscente del confronto tra Elric e Yrkoon, nella saga del famoso eroe albino, Jerry provoca la morte di Catherine involontariamente. Ma non riesce a eliminare il fratello, che anzi sfuggirà anche a Miss Brunner dimostrandosi, se non invincibile, almeno piuttosto furbo. Senza perdersi d’animo, i nostri eroi continuano la caccia al microfilm. Con l’aiuto di un bizzarro trafficante (interpretato da Starling Hayden, celeberrimo attore statunitense la cui carriera si svolse dagli anni ’30 agli anni ’70 del novecento) la coppia Cornelius-Brunner si procura un aereo a reazione per inseguire il perfido Frank. Che, per parte sua, sta cercando di rivendere il microfilm a un certo dott. Baxter (Patrick Magee, visto in Arancia Meccanica e tanti altri film). Ma l’arrivo del fenomenale duo interrompe la trattativa. Mentre Baxter è divorato da Miss Brunner, Jerry riesce finalmente a stendere Frank con un proiettile.

Con l’aiuto di un gruppo di scienziati si può ora procedere alla realizzazione del progetto del padre di Jerry: la creazione di un essere androgino, perfetto, per la nuova era dopo la fine dell’umanità come la conosciamo. Esiste già un esemplare selezionato per essere la metà maschile di questa nuova persona, mentre la parte femminile sarà miss Brunner. Che però fa in modo che sia Jerry a prendere parte all’esperimento assieme a lei. La faccenda si rivela pericolosa, anzi esplosiva: tutti gli scienziati muoiono. E il “messia” che ne emerge è un ominide peloso, piuttosto brutto e sgraziato. Dal momento che il film finisce qui, non sappiamo quale sarà la nuova era introdotta da questo strano essere.

Conclusioni Come ho scritto sopra, il film è reso interessante da certi scenari e singole sequenze o battute, mentre la trama è sicuramente strampalata. A me è piaciuto, ma è d’obbligo un avviso: lo spettatore odierno dovrà fare qualche sforzo di contestualizzazione per apprezzare un film che, quanto ad effetti speciali, è misero come una pellicola italiana della stessa epoca. Va anche detto che, mentre gli effetti non ci sono, e lo stile ha la meglio sui contenuti, le idee originali o strane si sprecano, quindi siamo un po’ agli antipodi del cinema di oggi, e questo potrebbe non essere un male.

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