Chi è Francesca?

Francesca VF
M E L A N G E
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4 min readMar 24, 2022

Se avete nostalgia del “giallo all’italiana” anni ’70, non quello raffinato d’autore ma del suo parente grezzo, con il budget all’osso, attori appena appena decenti, effettacci, tanti omicidi seriali e un buon colpo di scena finale, allora andate su Prime e guardatevi questo.

La trama segue abbastanza fedelmente il canovaccio intessuto dai film di genere del passato: succede un fattaccio destinato a lasciare un trauma lacerante; anni dopo, una serie di persone, apparentemente slegate fra di loro, cominciano a morire male e i loro corpi sono accompagnati da citazioni tratte dalla Divina Commedia. La polizia brancola nel buio, l’assassino continua indisturbato la sua carneficina fino a che, forse per eccesso di sicurezza o per il bisogno inconscio di essere scoperto, comincia a lasciare qualche indizio che porta il commissario a rintracciarlo. Tranne poi scoprire, come spesso in questi casi, che la soluzione non è così ovvia.

È una produzione italo-argentina, girata nel 2015, ma che sembra uscita a buon diritto da uno scatolone di B movie italiani del periodo a cavallo fra anni ’60 e ’70. Gli elementi ci sono tutti: atmosfere malsane, personaggi ambigui, traumi irrisolti, serial killer con guanti di pelle, occhialoni e cappello a tesa larga, bambolotti parlanti, bambini che farebbero passare l’istinto materno a chiunque, poliziotti attaccati alla bottiglia e omicidi brutali rappresentati in tutta la loro orrorifica graficità.

Notevole il modo in cui viene utilizzata la luce, spesso attraverso filtri colorati che danno un tono irreale alle scene o, quando illuminano i volti dei protagonisti, ne amplificano i difetti; difetti sui quali la telecamera indugia più nel normale con impietosi primi piani, come se il regista avesse voluto rappresentare attraverso le brutture del viso i tormenti delle loro anime. Anche se, in alcuni momenti, si intuisce un tentativo non troppo riuscito di sperimentazione personale, con sequenze di cui onestamente non ho capito l’utilità né estetica né narrativa, è un film interessante e una genuina dichiarazione d’amore all’Italia e al suo cinema giallo.

È tutto molto estremo, a volte un filo manierista, ma ci sono grande passione e profonda conoscenza dell’argomento e l’omaggio ai grandi registi — come Argento, Bava, Martino, Lenzi, Crispino e perfino Hitchcock — è sentito e onesto. Dall’ottima colonna sonora, che non può non evocare i Goblin, alla struttura narrativa, passando per alcune scelte stilistiche (su tutte, la fotografia vintage), le citazioni sono chiare.

Sono molto curiosa di vedere il director’s cut in uscita quest anno.

Luciano Onetti è un regista argentino che ha all’attivo con all’attivo una decina di titoli, di cui, degno di nota, è il suo primo film, sempre omaggio al Giallo all’italiana, Sonno Profondo (2013).

La sceneggiatura è di Luciano e Nicolàs Onetti, che sono occupati anche delle riprese, della fotografia, del montaggio, del suono, degli effetti speciali, degli arredi e delle scenografie, e pure dell’ottima colonna sonora.

“Mamma, ho voglia di giocare con te”

P.S: mi raccomando, non spegnete dopo i titoli di coda.

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Francesca VF
M E L A N G E

Apprentice in witchcraft and random magic (IG: stregheedonnemagiche)