[I libri del crepuscolo]: i consigli di marzo

Kara Lafayette
M E L A N G E
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9 min readMar 10, 2021

Marzo, mese dedicato agli horror scritti da donne. Come funziona la #readingthedarkchallenge lanciata da Ambra e Lucio dovreste conoscerla, ormai, quindi non dilunghiamoci troppo. Come avevamo detto nell’articolo del mese scorso, inizieremo a suggerire anche libri non tradotti in italiano e libri di autori self, se capita e se meritano. Pronti con il bloc notes (o a cliccare sui preferiti)? Bene, partiamo!

UN HO/WE/GO SCRITTO DA UNA DONNA

Il consiglio di Kara Lafayette:

Lizzie, di Shirley Jackson, pubblicato nel 1954. Ancora Shirley, sì. Questa volta, però, non si tratta di una rilettura, ma di un romanzo a me sconosciuto, regalatomi da Lady Patrizi per il mio compleanno. Ero indecisa tra questo e la raccolta di racconti La luna di miele di Mrs. Smith, sempre di Jackson, ma poi ho pensato di dedicare la lettura dei racconti al mese prossimo (così ve lo spoilero già: aprile sarà dedicato ai racconti).

Incipit

Elizabeth Richmond è la protagonista di questo romanzo. È giovane, lavora come segretaria in un museo, vive con la zia Morgen, non ha nessun grillo per la testa e, soprattutto, sta sempre male. Emicranie croniche alle quali si sono aggiunti anche i mal di schiena, preoccupano la zia e i vicini di casa, dopo alcuni episodi a dir poco sconcertanti: Elisabeth vive dei black out, sempre più spesso e non ricorda cosa dice e cosa fa. Ma chi le sta accanto sì. E quello che dice e compie è, per chi vi assiste, imbarazzante, inquietante, quasi spaventoso. Elisabeth viene portata dal proprio medico di famiglia, che non sa proprio che farne di lei, visto che fisicamente è sana come un pesce. La indirizza, quindi, da un collega, il dottor Wright, il quale si occupa dei problemi della mente attraverso l’ipnosi. Presto conosceremo le varie personalità di Elisabeth, sia dal punto di vista della stessa Elisabeth, sia da quello del dottor Wright, della zia Morgen e naturalmente di Betsy, l’altra personalità di Elisabeth.

Jackson racconta in modo egregio l’angosciante malessere fisico di Elisabeth. Il suo corpo soffre in continuazione, mentre Betsy cerca di (ri)tornare in superficie. L’abisso della psiche e dell’anima di una donna che non trova pace e lotta furiosamente contro se stessa, contro un oscuro passato (la madre è morta davvero?), contro più di una personalità. Lo si sente addosso il dolore di Elisabeth. Fa tenerezza e fa paura. Jackson è abilissima a trascinarti nel delirio di questa ragazza e le poco più di trecento pagine si leggono che è un piacere. È anche divertente e ironico, come sempre, lo stile di Shirley Jackson lo si riconosce dal primo rigo. Io la amo, s’è capito. Ma poteva pure non entusiasmarmi. Invece Lizzie è un romanzo strepitoso, che ho divorato. Buttatevi in questo misterioso labirinto.

“Elisabeth avvertì un disturbo: stava per venirle uno dei suoi soliti mal di testa. Sfregò la nuca contro lo schienale della poltrona, muovendosi con fastidio. In qualche modo il mal di testa, partito dalla nuca, avanzò, strisciandole paurosamente giù per la schiena; Elisabeth lo immaginò come una creatura vivente, e lo sentì scendere lungo la spina dorsale, infilarsi nello stretto viale del collo e procedere conquistando la schiena e le spalle, per annientarsi infine, in tutta sicurezza, fra le reni, da cui non ci fu verso di farlo sloggiare, né stirandosi, né sfregando la schiena, né ruotando il dorso; quel modo di strofinarsi la nuca era soprattutto un tentativo di sbarrare la strada al dolore vivo: un massaggio abbastanza risoluto forse l’avrebbe scoraggiato, costretto a recedere e a rintanarsi nel cranio; […]”

Il consiglio di Francesca Von Franzenstain:

The Enchantments of Flesh and Spirit (The Wraeththu Chronicles Book 1), di Storm Constantine.

Sinossi:

In un futuro distopico la razza umana sta scomparendo, vittima di un progresso esasperato che ha portato all’autodistruzione e all’infertilità, e sta per essere sradicata da una nuova progenie di creature evolute: i Wraeththu (Wraith Thu).

Chi li ha visti, li descrive come gang di giovani criminali provenienti dai ghetti delle grandi città, divisi in tribù devote a terribili culti. Predatori sanguinari e violenti; immorali.

Chi li ha visti dice anche che sono dediti alla magia nera e rapiscono adolescenti maschi per scopi occulti. Ma, come scoprirà Pellaz Cevarro, voce narrante di The Enchantments of Flesh and Spirit (primo libro della saga), i Wraeththu sono molto più di questo: una razza superiore dotata di poteri fisici e psichici super sviluppati, destinata a soppiantare la sempre più involuta umanità. Posseggono la bellezza e la forza di semidei, intelligenza e abilità fuori dall’ordinario, capacità magiche che provengono da una più profonda comprensione delle potenzialità dello spirito umano. Ma ciò che li rende davvero unici e invincibili è che ognuno di loro racchiude in sé sia il principio maschile che quello femminile e ognuno è in grado di concepire e procreare, garantendo la prosecuzione della loro specie. Non solo, attraverso una cerimonia di iniziazione molto complessa e dolorosa, possono trasformare gli umani prescelti in loro simili ed educarli a raggiungere i vari stati di conoscenza e magia propri della loro casta

The Enchantments of Flesh and Spirit ci introduce in questo nuovo universo attraverso il viaggio di Pellaz da giovane adolescente di uno sperduto villaggio a capo della più potente casta di Wraeththu, i Gelaming. Durante il suo percorso fisico e spirituale attraverso territori, tribù dai nomi misteriosi e suggestivi, rituali e livelli di apprendimento, Pellaz avrà modo di confrontarsi con personaggi diversissimi, intensi e complessi, saggi e pericolosi ma, soprattutto, avrà modo di rendersi conto che le pulsioni dello spirito umano sono molto più resistenti di quanto possa apparire.

citazione

Opera prima della scrittrice britannica Storm Constantine, purtroppo di recente scomparsa, The Enchantments of Flesh and Spirit è la pietra angolare di una saga composta da sei libri e di un vero e proprio “culto” dedicato all’universo Wraeththu da parte di fan di tutto il mondo. La straordinaria abilità narrativa e descrittiva di questa autrice dallo stile ispirato alla letteratura gotica si unisce alla capacità di raccontare una storia complessa ma perfettamente congegnata, alla fantasia e alla bravura nel creare un mondo parallelo dotato di un proprio linguaggio, una propria cosmogonia e arricchito dalle mille sfaccettature che connotano ogni tribù: dalle architetture ai costumi, dalle usanze ai rituali, dai comportamenti allo stile di abbigliamento e di acconciature. Una scrittura non banale, ricercata e ricca di simbolismo e, allo stesso tempo, semplice e ipnotica per raccontare un viaggio di evoluzione e conquista, ma anche di dolore e perdita, di amore e sofferenza, soprattutto di consapevolezza.

Per stessa ammissione dell’Autrice, la saga dedicata ai Wraeththu è un piccolo manifesto contro le discriminazioni di genere e la perdita sempre più evidente del contatto fra l’uomo e la Natura a favore del progresso, con le conseguenze dannose che ne possono derivare.

Il consiglio di Bruno Bacelli:

Kill the Dead è una triste, malinconica, bella storia di fantasmi di Tanith Lee. Seguiamo le vicissitudini di Parl Dro, cacciatore di morti viventi: un uomo che fa paura agli altri anche se chi ha bisogno dei suoi servigi lo ringrazia e lo paga generosamente. Ha una gamba offesa, e deve tenersi in movimento, nonostante il dolore, perché non si blocchi del tutto. Possiede una grande esperienza, in buona parte istintiva e guadagnata sul campo, su come si eliminano i fantasmi: non li odia, in verità, ma è implacabile nella sua missione di eliminarli a tutti i costi. E così il suo destino incontra quello di due sorelle che vivono insieme in una casa solitaria, Cilny e Ciddey: figlie di un nobile locale ormai decaduto, impoverite e isolate. Cilny si è uccisa, ma corre voce che sia ancora nella casa, sotto forma di fantasma. Parl Dro interviene, senza che la sorella superstite lo desideri, innescando così una voglia di vendetta inarrestabile.

«He said to her gently, “Don’t be afraid, Cilny. Do you know who I am?” Her voice was hardly more than a rustle, dry papers or blown leaves. “Ciddey told me of a man, a lame man in black” “What did she say?” “That you’d kill me.” “Cilny,” he said quietly, “how can I kill you? You’re already dead.” “No,” she cried in her rustling voice. Panic made it stronger, “No — no — ” She stared at him. “Ciddey woke me. I was asleep and she woke me.” “She shouldn’t have awoken you. You should have woken in your own time and gone on your own way, to the place you have to go to.” “No. I’ll stay here. I want my sister. I want Ciddey.” He did not wish to be rough with her. Sometimes it was possible to comfort, to smooth the path. The going through could be calm, even some cases blissful, thankful. But this one would plead and whimper at him. He was steeled to the hurt, but to prolong the hurt for her would be no sort of kindness. He took a step towards the pot of ashes, and then the ghost-girl shrieked.»

Il consiglio di Davide Mana:

L’Ombra e altri oscuri racconti è un esile volumetto illustrato che raccoglie cinque storie di Edith Nesbit (1858–1924), autrice di narrativa per ragazzi e di orrore sovrannaturale, vicina alla comunità dei Pre-Raffaelliti, ed una delle voci più brillanti della narrativa fantastica fra XIX e XX secolo.

Citazione con illustrazione

Il volume è pubblicato da Caravaggio Editore, nella traduzione di Enrico De Luca.

Il consiglio di Lucia Patrizi:

Dobbiamo parlare di Kevin di Lionel Shriver. Un rapporto madre-figlio molto diverso dal solito che sfocia in un vero e proprio incubo quando Kevin, bambino problematico, compie un gesto orribile e inspiegabile.

A raccontarci la sua storia è la madre Eva, in una serie di lettere scritte al marito assente, e padre di Kevin. Horror psicologico di rara efficacia nel seminare dubbi sul concetto di maternità, sull’appagamento che, in teoria, si dovrebbe provare quando si forma una famiglia, sulle colpe dei genitori e sull’amore “obbligato”, che a volte proprio non si è in grado di provare.

Dal romanzo è tratto lo splendido film omonimo di Lynn Ramsay, che consiglio a tutti di vedere. Lo si può acquistare su YouTube, su Google Play a 7,99. Su Chili invece lo si può noleggiare a 2,99 o acquistare a 6,99.

Visto che il giovedì è stato il lungo coronamento di questo lugubre banchetto, non mi avrebbe sorpreso scoprirmi dura di cuore. Invece, mi commuovo con facilità, sono persino piagnucolona. Forse le mie aspettative sugli esseri umani si sono ridotte ad un livello così elementare che la più piccola gentilezza mi opprime, perché mi appare -come il giovedì del resto- così superflua. L’olocausto non mi commuove. Lo stupro e la schiavitù infantile non mi commuovono. E, Franklin, so che i tuoi sentimenti sono diversi, ma Kevin non mi commuove. Mi commuovo quando mi cade un guanto per strada e un ragazzino mi corre dietro per due isolati e me lo restituisce. Mi commuovo quando una commessa mi offre un sorriso insieme al resto, nonostante il mio viso sia una maschera della fretta. I portafogli perduti che vengono rispediti ai proprietari, gli sconosciuti che ti spiegano con calma la strada, i vicini che si annaffiano le piante a vicenda: queste cose mi commuovono.”

I consigli di:

novembre e dicembre

gennaio

febbraio

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