Kill List

Bruno Bacelli
M E L A N G E
Published in
3 min readJun 9, 2022

Questo è un film strano, ingannevole, che lascia perplessi. Ma certamente da recuperare, per gli appassionati di horror. Uscito nel 2011, questo film britannico scivola tra diversi generi e presenta delle apparenti illogicità, sfidando la comprensione dello spettatore, e lasciandolo assai confuso sia riguardo allo svolgersi degli eventi che al finale. Ora, le pellicole di questo genere possono mandarmi in bestia (di frequente), oppure affascinarmi e rimanermi impressi. Kill List è entrato nella seconda categoria, sebbene sia difficile per me dire se mi sia piaciuto o meno. Direi piuttosto che è un film molto crudo ma anche enigmatico. Ti prende e devi guardarlo.

A scanso di equivoci, spieghiamo subito che la “kill list” è proprio una lista di persone da ammazzare. Eppure, il film inizia come dramma familiare: vediamo una coppia vicina allo sfascio, con l’aggiunta complicazione che c’è anche un bambino. Jay, il marito, non lavora, litiga con la moglie, è agitato e depresso dopo qualcosa che è andato drammaticamente male in una missione a Kiev (per inciso, di qualsiasi cosa si parli di questi tempi qualcosa di riferito all’Ucraina ci scivola sempre dentro: strano, no?).

Scopriamo che Jay e moglie sono ex militari. E che Gal, un amico, si presenta con una allettante proposta di lavoro. Si tratta di accettare la “kill list” da un misterioso committente. Vediamo in una scena surreale Gal e Jay, con la moglie dell’uno e la ragazza dell’altro, tranquillamente a cena insieme, a parlare di un lavoro da assassini professionisti.

Il film quindi passa al thriller, e sfocia successivamente nel folk horror (ma non vi spiego perché).

Quanto ai personaggi, i protagonisti sono i due killer, Jay è il protagonista principale. È interpretato da Neil Maskell, attore inglese dalla lunga carriera sia televisiva che cinematografica, io lo ricordo da King Arthur — Il Potere della Spada e da Utopia, dove interpreta un personaggio non diversissimo dal ruolo che ricopre qui. L’altro killer, Gal, è interpretato da Michael Smiley, un attore nordirlandese dal volto piuttosto particolare (la sua foto qua sotto). Ha preso parte a Shaun of the Dead, a un episodio di Black Mirror… e a tanta altra roba. Shel, la moglie di Jay, è interpretata da MyAnna Buring, attrice svedese vista in The Witcher. Fiona, fidanzata di Gal, è interpretata da Emma Fryer, inglese, l’unica degli attori principali di questo film che non ho già visto in qualche ruolo sullo schermo. Il regista è l’eclettico Ben Wheatley.

In realtà Gal e Jay si infilano in una specie di incubo, o di girone dell’inferno ben mimetizzato. I comportamenti delle vittime, delle due donne, del committente fanno pensare che ci sia qualcosa di misterioso, di terribile ma non detto, dietro il lavoro apparentemente lineare accettato dai due killer. E arriveranno scene in cui non sapremo esattamente cosa pensare.

Ciò che vediamo è reale? O in che misura proviene fantasia o allucinazione? È tutto frutto della follia di Jay, forse? Lui si comporta spesso come una mina vagante, e alla fine uccide un numero spropositato di persone. Il tutto mentre Gal è tutto sommato normale… insomma, normale nel senso che si comporta come se stesse facendo un lavoro come un altro. Non entro ulteriormente nei dettagli. Kill List si fa notare per tanti aspetti: la tensione che riesce a creare, per la premonizione che le cose finiranno male o anzi malissimo, per tanti personaggi marci dentro, per le situazioni assurde che vengono a sconvolgere le certezze che lo spettatore cerca di costruirsi. Assurdo, ma coinvolgente. Ve lo consiglio.

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