[I libri del crepuscolo]: i consigli per le feste

Kara Lafayette
M E L A N G E
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11 min readDec 9, 2020

Tutto nasce da un’idea di Ambra e Louchobi. Ambra gestisce il blog SonoSoloLibri (e un profilo Instagram che vi invitiamo a seguire, anche perché lei è super simpatica), e anche Louchobi ha un suo blog: queste due menti diaboliche hanno pensato bene di proporre la suddetta challenge letteraria: #readingthedarkchallenge, dove per ogni mese, a partire da novembre, leggete un libro con una tematica ben precisa. Un’ottima idea per superare il blocco del lettore che colpisce spesso e volentieri. Noi mascalzoni dello staff di Melange abbiamo colto la sfida e abbiamo pensato di darvi dei consigli in merito a ciò che stiamo leggendo. Chiediamo venia se non ne abbiamo parlato prima, ma novembre è stato un mese complesso, quindi abbiamo deciso di accorpare novembre e dicembre e consigliarvi due libri ciascuno. I temi sono i seguenti:

NOVEMBRE: un gotico scritto prima del ‘900

DICEMBRE: una casa infestata o maledetta

Anche perché il Natale si avvicina (AAAAAAAA), uniamo l’utile e il dilettevole e magari qualche bel libro da regalare ad amici e parenti lo trovate. Vi ricordiamo che si possono regale anche gli ebook, quindi evviva evviva! Bene, bando alle ciance, iniziamo!

I consigli di Kara Lafayette:

NOVEMBRE: Il segreto di Lady Audley di Mary Elizabeth Braddon, scritto nel 1862. Non avevo ancora letto nulla di Braddon, scrittrice estremamente prolifica e personaggio curioso — la sua vita privata potrebbe essere adeguata a un romanzo dei suoi tempi — e questo, nello specifico, è un romanzo gotico per ambientazione e segreti oscuri che aleggiano attorno alla figura esteticamente angelica di Lady Audley, ed è anche un giallo, una detective story: qualcuno scompare all’improvviso, forse muore, e lo sfaccendato avvocato Robert Audley (nipote dell’anziano marito della donzella misteriosa) vuole indagare. Il romanzo si legge con piacere, è scritto divinamente e scorre via con scioltezza. Prevedibile nei fatti, ma non scontato nella narrazione, è ricco di humor inglese e di personaggi magari un po’ stereotipati, ma per cui è facile provare qualcosa. Il finale, per molti troppo happy end, per me non lo è poi così tanto.

“Non so se riesco a spiegare quello che intendo dire quando affermo che nel suo carattere non esistevano rotondità, che la sua mente procedeva per linee rette, senza mai deviare a destra o sinistra per smussare i loro angoli crudeli.”

DICEMBRE: questo mese ho deciso di rileggere The Haunting of Hill House di Shirley Jackson, perché necessito di rassicurazione e quindi Hill House mi chiama a gran voce. Quasi sicuramente avete visto la serie (meravigliosa), il romanzo forse non lo avete letto. Mi limito a dirvi che troverete la storia scritta da Jackson sostanzialmente diversa dalla serie, pertanto imprescindibile se ancora vi manca. Credo sia giunto il momento di rimediare a tale lacuna, di conoscere immediatamente Eleanor Vance, montare in macchina (rubata alla sorella) e raggiungere Hill House. È il libro perfetto per Natale.

“Aprì la valigia sul letto altissimo e, sfilandosi le rigide scarpe da città con un senso di liberazione, cominciò a disfare i bagagli; nei recessi della sua mente c’era la convinzione profondamente femminile che il modo migliore per dar sollievo a una mente turbata è mettersi un paio di scarpe comode.”

I consigli di Bruno Bacelli:

NOVEMBRE: Lo strano caso del Dottor Jekyll e mister Hyde, di Robert Louis Stevenson.
Forse oggi fa un po’ ridere l’idea che una miscela di polveri chimiche possa innescare una metamorfosi in un uomo, e che due secoli fa ci fosse uno scienziato capace di fare esperimenti così drastici senza ottenere il semplice risultato di ammazzarsi. Una analisi del male nascosto dentro tutti noi, probabilmente non priva di qualche compiacimento nell’incrinare l’epoca del positivismo e dell’illusione di un progresso illimitato. Forse Stevenson fu profeta del brusco risveglio che sarebbe toccato a tutta l’Europa con la follia del primo conflitto mondiale.

“Quella persona (che fin da quando aveva fatto il suo ingresso aveva suscitato in me quella che posso definire solo come una curiosità piena di disgusto) era vestita in un modo che avrebbe reso ridicola qualunque persona normale; i suoi abiti, cioè, pur essendo di stoffa sobria e di qualità, erano enormemente troppo larghi per lui, in tutti i sensi: i pantaloni gli pendevano sulle gambe ed erano arrotolati in fondo perché non toccassero terra, la vita della giacca gli arrivava sotto le anche, e il collo gli scivolava sulle spalle. Strano a dirsi, quell’assurdo abbigliamento era ben lontano dal farmi ridere.”

DICEMBRE: Nostra Signora delle Tenebre, un urban fantasy veramente spaventoso, per chi si impegna a capirlo. Tra rituali di stregoneria ed esseri che nascono dalle viscere della città di grattacieli. Scritto da Fritz Leiber e per certi aspetti autobiografico, il libro sviluppa piano piano la sua narrazione fatta di maledizioni e di occultismo, mentre il protagonista se ne sta apparentemente tranquillo in una casa che sembra normale, in una città che sembra moderna, prosaica e del tutto estranea al concetto stesso di magia nera.

“Due ore più tardi, Franz Westen guardava dalla finestra aperta del proprio appartamento la torre della TV, che, colorata di bianco e di rosso vivo, illuminata dal sole del mattino, si alzava al di sopra della nebbia lattiginosa che copriva ancora il Monte Sutro e Twin Peaks, a cinque chilometri di di-stanza, e che faceva da sfondo alla sagoma gibbosa, color ocra chiaro, di Corona Heights. La torre della TV (la torre Eiffel di San Francisco, la si sarebbe potuta definire) aveva le spalle larghe, i fianchi stretti e le gambe lunghe di una donna bella ed elegante, o di una semidea.”

I consigli di Davide Mana:

NOVEMBRE: Questa è la storia di Vathek, califfo di Samarah, tormentato dalla passione per il potere della propria madre e dalla propria curiosità che — faustianamente — lo porta a stringere un patto con i poteri infernali.

E dal desiderio per la bella Nuromihar.

La storia di Vathek è una carrellata di efferatezze narrate con l’allegria autocompiaciuta di un autore che sembra desideroso di vedere fin dove riuscirà a spingere i propri personaggi ed il lettore con loro.

In Vathek non ci sono personaggi onesti che non siano ridicoli, e non ci sono personaggi esecrabili che non siano meravigliosi nella loro esecrabilità.

Vathek, di William Beckford

“La principessa era lontana dal farsi scrupoli; era anzi malvagia quanto può esserlo una donna, il che non è poco, giacché il gentil sesso tiene a una qualche superiorità in ogni competizione.”

DICEMBRE: Nel 2006, prostrati dopo la scomparsa del figlio, Gabe ed Eve Caleigh si trasferiscono per una stagione a Crickley Hall, nella campagna inglese. Appena arrivati, i Caleigh incontrano Percy Judd, un pensionato locale che in termini abbastanza sbrigativi consiglia loro di tornare a Londra, e soprattutto di portare via le due ragazzine da quel posto.

Gabe minimizza, Eve si sente strana, la piccola Cally e l’adolescente Loren sono convinte che il posto sia infestato (il che, naturalmente, “è una figata”). E ci sono tutte quelle lapidi con la stessa data del 1943, nel cimitero locale…

Nel 1943, la giovane Nancy Linnet viene sfollata da Londra e trova un impiego a Crickley Hall, un orfanotrofio gestito con brutalità estrema dai fratelli Augustus e Magda Cribben. Progressivamente sempre più preoccupata per la violenza e gli abusi dei quali i bambini sono palesemente vittime, Nancy cerca di denunciare la situazione, ma viene rapidamente isolata: i Cribben sono persone timorate di dio e pilastri della comunità. L’unico che crede a ciò che Nancy racconta è Percy Judd, un giovane in procinto di partire per la guerra, che cerca di aiutarla…

The Secret of Crickley Hall, di James Herbert

“Anche se la pioggia era cessata per il momento, grosse gocce globulari, come se fossero troppo pesanti per essere trattenute dalla coltre di nubi sovrastanti, si infrangevano sul parabrezza come bombe d’acqua in miniatura, e venivano rapidamente ridotte a strie dall’azione intermittente dei tergicristalli. Il morale di Eve era stato cupo come il tempo durante la prima parte del loro viaggio di cinque ore (inclusa la fermata per pranzo) da Londra, ed ora precipitò ancora più in basso.

La grande casa di pietra grigia sulla riva opposta dello stretto e turbolento torrente aveva un aspetto tetro, più come un sanatorio o una casa di riposo per vecchi indigenti che come una abitazione per una famiglia normale.”

I consigli di Andrea Lupia:

NOVEMBRE: La casa sull’abisso di Hogdson ci accompagna in un incubo spaventoso in cui una casa è incastrata a metà fra due mondi. In questo interstizio regna un’oscurità tutt’altro che disabitata.

“Sono molto debole e oh! così miserabile, così infelice e stanco… stanco. Il fruscio della carta, mette alla prova il mio cervello…”

DICEMBRE: Lasciami entrare è una storia di vampiri, ma finisce per parlare di orrori anche più quotidiani. L’infanzia può essere terrificante.

“Era sempre così. Di continuo. Tutti pensavano soltanto a sé stessi. La mia felicità, il mio successo, erano le sole cose che si sentivano. Amore significa mettere la propria vita ai piedi di un altro essere umano, e al giorno d’oggi nessuno è in grado di farlo.”

I consigli di Lucia Patrizi:

NOVEMBRE: Il Sangue del Vampiro di Florence Marryat. Uscito lo stesso anno di Dracula (1897), Il Sangue del Vampiro non racconta in realtà di un succhiasangue vero e proprio, ma di quello che chiamiamo “vampiro psichico”. La giovane Harriet Brandt, arrivata in un luogo di villeggiatura in Belgio dopo una vita passata in convento, è affamata di esperienze e di amore. Peccato che tutti quelli con cui entra in contatto risentano, come effetto della sua vicinanza, di un senso di spossatezza che, nella maggioranza dei casi, li porta alla morte. Bellissima, selvaggia e irresistibile, Harriet è l’incarnazione della sensualità, e non è vista dall’autrice come un personaggio negativo, anzi. I mostri veri e propri sono i bravi inglesi vittoriani che la giudicano e la condannano. Non è neanche certo, e Marryat lascia molti dubbi, se Harriet abbia davvero il potere di indebolire i suoi amici e amanti o se sia tutta suggestione. Sta di fatto che lo stigma sociale non le lascia alcuna possibilità di salvezza.

“Be’, dovresti sentire cosa dice il vecchio Phillips di lei e dei suoi genitori. Erano gente davvero orribile, e lei ha sangue negro che le scorre nelle vene… sua madre era una mezzosangue, dunque capisci che sarebbe impossibile per qualunque uomo nella mia posizione anche solo pensare di sposarla. Che poi uno rischia di ritrovarsi per erede un figlio colorato.”

DICEMBRE: L’Ospite di Sarah Waters (titolo originale, The Little Stranger, 2009) Una delle più interessanti variazioni contemporanee sul tema della casa infestata, L’Ospite racconta di un medico di provincia e del suo rapporto con la casa di Hundreds Hall e i suoi abitanti. Siamo alla fine degli anni ’40, nell’Inghilterra rurale e il dottor Faraday varca di nuovo la soglia della casa di famiglia dei nobili Ayres dopo 30 anni. Ora l’antica dimora è in rovina e i proprietari stanno disperatamente cercando di non perderla. Ma c’è qualcosa, tra quelle mura, di profondamente sbagliato e sinistro. È un’infestazione, ma di un genere che raramente avete sperimentato. Dal romanzo di Waters è stato tratto un ottimo film nel 2019.

“Avevo dieci anni quando vidi Hundreds Hall per la prima volta. Era l’estate dopo la guerra e gli Ayres erano ancora una famiglia importante della zona, con gran parte del patrimonio ancora intatto. Si festeggiava la Giornata dell’Impero: ero in riga con gli altri bambini del villaggio a fare il saluto del boy scout mentre la signora Ayres e il Colonnello ci passavano in rassegna consegnandoci le medaglie ricordo. Subito dopo andammo a sederci con i nostri genitori ai lunghi tavoli allestiti per il rinfresco su quello che immagino fosse il prato sud. La signora Ayres avrà avuto ventiquattro o venticinque anni, suo marito qualcuno di più; la loro piccola Susan all’incirca sei. Dovevano sembrare una gran bella famiglia, ma di loro conservo un ricordo molto vago. La casa invece me la ricordo benissimo, perché ai miei occhi era apparsa come un vero palazzo.”

I consigli di Francesca Von Franzenstain:

NOVEMBRE: Il Monaco, romanzo di Matthew Gregory Lewis pubblicato nel 1796, è considerato uno dei più importanti esempi di letteratura gotica, nonostante lo scalpore suscitato alla sua pubblicazione a causa dei contenuti decisamente trasgressivi e scandalosi per l’epoca.

Narra la storia di Ambrosio, un monaco virtuoso che finisce per cadere in un vortice di peccati, violenza, azioni peccaminose e crudeltà. Attorno alla vicenda principale di Ambrosio ruotano una serie di storie parallele, di cui la più interessante e impregnata dalle connotazioni tipiche della letteratura gotica è quella della sfortunata storia di amore fra un nobile e una donna di umili origini, Agnes. Sarà lei a pagare le conseguenze peggiori di questo amore proibito finendo segregata nelle segrete del convento in cui è rinchiusa e sottoposta alle sevizie di monache tanto devote quanto crudeli.

“Non v’amo più con la devozione che si rivolge a un santo; non è più per le virtù della vostra anima che vi stimo: ardo dal desiderio di godere del vostro corpo. Nel mio petto impera la donna; sono presa delle passioni più sfrenate. Non voglio l’amicizia! E’ una parola fredda, insensibile. Il petto mi arde d’amore, un amore ineffabile, e con l’amore vuole essere ricambiato. Perciò, Ambrosio, tremate: tremate se le vostre preghiere saranno esaudite.”

DICEMBRE: Giro di vite, di Henry James. Un grande e malinconica magione nella campagna inglese ospita due bimbi orfani, Miles e Flora, una governante e una nuova istitutrice decisa a scoprire se i fantasmi che li perseguitano, un uomo e una donna, siano frutto di allucinazione o se sono molto più reali e pericolosi di un semplice scherzo della suggestione.

Raccontato con l’espediente della lettura di un diario scritto da terzi, in questo caso l’istitutrice, Il Giro di Vite è una storia che fa oggettivamente paura, sia per le atmosfere perturbanti e misteriose tipiche della letteratura gotica, sia per l’inserimento di raffinati elementi legati alla psicologia dell’inconscio, sia per la costante percezione che qualcosa di maligno si aggiri davvero fra quelle mura.

Una storia d’amore e possessione, paranoie e paure, piena di suspense, dove il dualismo fra cosa è reale e cosa non lo è fa da filo conduttore e il Male può avere mille sfaccettature. Perché tutti abbiamo qualcosa da nascondere, e i fantasmi sono in primis dentro di noi.

“Il racconto ci aveva tenuti col respiro sospeso attorno al focolare, ma, salvo l’ovvia osservazione che era raccapricciante come è giusto che sia una strana storia narrata la vigilia di Natale in una vecchia casa, non ricordo che da principio suscitasse commenti, finché qualcuno accennò che era il primo caso a sua conoscenza, in cui una prova del genere fosse toccata a un fanciullo.”

A gennaio, per i prossimi consigli dal crepuscolo.

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