La fine di Uthred: Seven Kings must die

Germano Hell Greco
M E L A N G E
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3 min readMay 2, 2023

The Last Kingdom mi ha salvato, per tante ragioni, che non sto qui a elencare. Ovviamente non è stata la sola, ma ha partecipato suo malgrado all’operazione.
Ci sono finito perché orfano e afflitto dalle deraglianti vicende degli altri vichinghi. Alexander Dreymon nella prima stagione pareva un modello prestato a un telefilm che — sulla carta — di possibilità ne avrebbe avute poche, o nessuna. Una serie a traino delle altre più famose.
Eppure, all’occhio allenato, s’era capito subito che non era una serie qualunque: dal rapporto fra Uthred e Brida. Non una semplice storia d’amore, non una storia d’amore romantica, ma una vera relazione, realistica, dolorosa e avvolgente.

Perché a ben guardare, ogni aspetto delle vicende di Uthred son of Uthred era curatissimo, per quel poco che — almeno all’inizio — la produzione aveva a disposizione. A partire dalla colonna sonora, così… eccezionalmente on point. Quella magnifica voce femminile in grado di catapultarti prima dell’anno Mille, in un’Inghilterra rurale sopraffatta dalle invasioni.

Non c’è molto altro da dire, se non che tutti si sono fatti amare col tempo, anche e soprattutto Dreymon, che s’è inventato un strano accento per inscenare un personaggio misto (sassone e danese), un accento preso dal nulla (che avrà fatto venire un coccolone ai puristi) che è diventato meme. E sappiamo bene qual è la forza e l’essenza dei meme. E che è stato costretto a replicare per anni.
The Last Kingdom s’è chiusa trionfalmente alla quinta stagione. M’è dispiaciuto, certo, ma in tempi in cui le serie vengono cancellate quando ancora sta andando in onda la prima, è stato un miracolo, anche e soprattutto per la qualità costante della narrazione e delle interpretazioni.
Il fotomodello dell’inizio è diventato un guerriero attorno al quale non sono state intessute trame amorose irrealistiche, ma relazioni veritiere, talvolta spietate; personaggi minori si sono fatti apprezzare e hanno fatto soffrire allorché s’è deciso di metterli da parte, spesso in modi cruenti, ma mai gratuiti.

Ma Bernard Cornwell aveva scritto un fottio di volumi, non come certa altra gente che ci impiega venti anni per scrivere un solo libro. Last Kingdom avrebbe potuto verosimilmente disporre di materiale narrativo per almeno altre dieci stagioni. E i fan chiedevano a gran voce un gran finale: chiedevano che Uthred son of Uthred chiudesse la partita, una volta per tutte.

Peccato: Brida, Aethelfled, Alfred, Beocca e tutti gli altri protagonisti — arselings — avevano già visto le porte del Valhalla.
Restava Uthred, la sua Bebbanburg, Sithric e Finan, restavano da sistemare i figli di Edoardo e, naturalmente, l’Inghilterra.

Sono sincero: non mi aspettavo il capolavoro.
E il perché era scontato: sarebbe stato un lavoro di sintesi, che avrebbe, come detto, voluto altri anni per essere sviluppato a dovere.
E ciò nonostante, Sette Re dovevano morire perché si chiudesse la partita con Uthred il sangue misto.
Personaggio reale, o immaginario, idea o ideale, più che altro. Di lui resta una fortezza, quella fortezza, ossessione e sogno: Bebbanburg.

Uthred ha chiuso la partita coi vichinghi mettendosi a guidarli. Ho voluto bene a tutti loro, soprattutto agli attori, soprattutto a lui, il fotomodello. Soprattutto un grande attore. Sì, l’ho scritto. Anzi, domani andrò a acconciarmi i capelli come lui, o quasi.
Ma, al di là degli entusiasmi, TLK resta una serie di qualità elevatissima, storica e avventurosa, bellissima nella qualità del narrato, da cui prendere esempio.
Altro non posso aggungere, se non: Destiny is all.

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Germano Hell Greco
M E L A N G E

Kick-Ass Writer. Short Tempered Blogger. Editor in chief.