La Maledizione della Veggente

Bruno Bacelli
M E L A N G E
Published in
3 min readOct 10, 2023

Lord Dunsany è un autore importante per l’appassionato di fantasy, o del fantastico. Nomi come H.P. Lovecraft, Clark Ashton Smith, Robert Howard, lo stesso Tolkien, sono stati influenzati da lui. Per questo ho letto la raccolta proposta da Mondadori, dal titolo Il Libro delle Meraviglie e altre Fantasmagorie.

Il libro che più mi ha colpito in questa raccolta però è quello che sembra, fino a un certo punto, non aver niente a che fare con la magia o il fantastico, essendo il narratore profondamente cristiano, salvo qualche svarione di gioventù verso le antiche credenze pagane irlandesi. Il libro è La Maledizione della Veggente, e ci porta in un’Irlanda magica orami scomparsa. Charles, il protagonista (che è un po’ un alter ego di Dunsany) ci parla delle passioni giovanili, e degli ardori che pensava non si sarebbero raffreddati mai. Ci parla della tenuta presso una palude, dell’amore per la caccia, e poi il rapporto con i suoi servitori, una passione per una ragazza, e la speranza di trovare il misterioso paradiso dei Celti, e lo strano rapporto con il padre. Un padre misterioso che si è immischiato troppo in faccende politiche ed è stato costretto a fuggire da misteriosi nemici che lo vogliono eliminare. La stessa scomparsa del padre è un mistero, in quanto Charles non sa come abbia fatto ad eludere gli assassini e a scomparire, dal punto in cui si trovava (a pochi passi da lui), raggiungendo le stalle e prendendo un cavallo per allontanarsi. Charles scoprirà più avanti il metodo, indagando. Nel frattempo, i persecutori politici lo rispettano, lui che è rimasto a casa, e quasi vegliano su di lui. Al punto che, quando il padre viene finalmente assassinato all’estero, gli fanno sapere “non siamo stati noi.” Però non sapremo chi è stato, né altro.

Un’Irlanda cattolica ma dove il paganesimo in sottofondo resiste. E chi spera di trovare la terra fatata di Tir-na-nOg, dove si resta giovani in eterno, deve trovare il modo di raggiungerla prima di morire, perché quel desiderio lo mette in peccato mortale: quando muore è destinato all’inferno. Marlin, il guardiano della palude, ne parla con Charles mentre vanno con il fucile da caccia in cerca di oche e altri volatili da abbattere. Anche Charles s’era promesso, assieme a una ragazza, di trovare la terra incantata. Ma in seguito, temendo l’ira di Dio, propenderà per le gioie future del cielo, piuttosto che sperare in una eternità di piaceri terrestri. Ma Marlin gli risponde: “Dio mi perdoni, ma io ho scelto Tir-na-nOg.”

E infine, il progresso che viene a distruggere la palude di proprietà del narratore, tra la sorda opposizione dei popolani irlandesi. Una cessione di diritti, che Charles non ha voluto, consente l’estrazione della torba da parte di un’impresa: per cui nasce un cantiere e le macchine cominciano a distruggere alberi e cespugli. Sarà la madre di Marlin, una specie di veggente e strega, a invocare potenze ultraterrene per fermare la compagnia mineraria e salvaguardare la palude.

Riuscirà la terra fatata d’Irlanda a difendersi, almeno questa volta? Forse La Maledizione della Veggente non è un libro per giovani, ci sono parti lente, altre molto intrise di malinconia. Ma m’è parso il migliore della raccolta.

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