Pregi e difetti di The Umbrella Academy 3

Kara Lafayette
M E L A N G E
Published in
6 min readSep 13, 2022

Tra le serie di supereroi che vanno per la maggiore in questi anni, The Umbrella Academy è quella più leggera e disimpegnata, quella che guardi per cazzeggiare e nulla più. Ciò non vuol dire che sia sciocca, affatto — mai confondere la leggerezza con la mediocrità. L’ho sempre trovata divertente e con un buon ritmo narrativo, vivace e con qualche sprazzo di crudeltà che non fa mai male. Devo confessare che i primi episodi della terza stagione mi hanno così tanto annoiato da farmi cincischiare parecchio, prima di terminarla. Il problema più grosso di questa stagione è quello che succede (o meglio, che non succede) nei primi due episodi, quando i nostri beneamati Hargreeves finiscono in una linea temporale alternativa, dove loro non dovrebbero esistere, e al loro posto c’è un’altra famiglia composta da supereroi decisamente più cool: gli Sparrow. E qui arriva il primo problema. Questa squadra è abbastanza anonima, spicca al massimo per essere composta da tizi e tizie antipatici e piatti. L’unico che stuzzica un minimo di curiosità è la versione viva e vegeta (e piuttosto malvagia) di Ben, il fratello morto che solo Klaus riusciva a vedere sottoforma di fantasma.

Sì ma stai calmo.

Si perde tempo eccessivo per introdurre questi nuovi personaggi noiosissimi, i quali, manco a dirlo, non gradiscono l’arrivo degli sgangherati altri figli di Reginald. Ci saranno molti litigi, combattimenti, ma, soprattutto, molti sbadigli. L’Hotel Obsidian, dove finiscono i nostri eroi è, invece, un luogo interessante, che pare un mix bizzarro tra il Grand Budapest Hotel e il Cecil. Ci è chiaro dal primo minuto che quel posto è fondamentale, quasi certamente è il fulcro di ogni cosa, ma naturalmente i nostri eroi si perdono in continuazione nelle loro demenziali cazzate personali, quando l’ennesima apocalisse sta arrivando.

Quando girano, girano.

Certo, il dramma di Allison è serio, visto che in questa realtà non è più né una madre, né una moglie ed è del tutto comprensibile che nasca in lei un certo risentimento. Tra tutti è il personaggio scritto meglio, umanamente. Poi sì, Klaus è Klaus (e menomale), finalmente scopriamo qualcosa di lui — che forse si era già intuita — , arriva il figlio di Diego, Stan, gentilmente scaricatogli da Lila (ma sarà vero? Chi lo sa) e questa nuova gestione familiare è sorprendentemente simpatica.

Sì, Stan è Javon Walton, Ashtray di Euphoria

Lila sparisce, ma per mia grande gioia ritorna alla grande, aggiungendo il giusto brio alla situazione. Perché, ricordiamoci, Lila è forte, molto più di Diego, è una figa incredibile ed è molto, molto iraconda. A seguire abbiamo il solito Luther rimbambito e il solito numero Cinque, che io amo moltissimo (lasciatemi dire quanto bene stia crescendo l’ormai diciottenne Aidan Gallagher), e infatti non delude neanche in questa stagione. Sussiste, però, sempre la stessa dinamica trita e ritrita e che ogni volta mi fa uscire di senno:

PERCHÈ NESSUNO LO ASCOLTA?

È logico che poi ti scazzi e vuoi andare in pensione

Appurato che, tra tutti, è il più intelligente e perspicace, inizia a diventare irritante questo meccanismo. Sì, è sicuramente un marchio di fabbrica familiare, quello di essere sfilacciati, sgangherati e apparentemente disuniti, quindi va detto che è comunque credibile.

Ho lasciato in fondo il personaggio di Elliot Page, perché in questo caso il cambiamento di genere rischiava di essere gestito malissimo, invece il pregio più grande di questa stagione è la rappresentazione di un personaggio transgender interpretato da un attore transgender.

La dolcezza di Elliot Page e del suo Viktor

Vanya diventa Viktor con una naturalezza impeccabile, nessuno della famiglia ne rimane sconvolto o ne fa un affare di Stato, ma soprattutto non viene trattato come un argomento preponderante nella storia. È così e basta, Viktor è finalmente se stesso, grazie delle carinerie, ora pensiamo all’apocalisse. Nessuna forzatura. Anzi, il modo in cui i vari personaggi si rivolgono a Viktor è così naturale e spontaneo da rivelarsi, a mio parere, molto utile alla sensibilizzazione nei confronti delle persone queer. Perché è esattamente così che dovrebbe essere ed è bello che si sia visto all’interno di una famiglia totalmente disfunzionale.

Detto ciò, la noia imperversa, come vi dicevo, nei primi episodi. Poi succedono cose. Reginald è vivo, ma rincitrullito dai farmaci, ci pensa Klaus a socializzare con lui e a scoprire parecchie cose utili su se stesso e su quello che sta per accadere (sarebbe meglio dire su quello che da molto tempo sta accadendo), ma dopotutto stiamo parlando di Klaus e ci vuole un bel po’ di tempo e, soprattutto, di incidenti per riuscire a fare 2+2.

Ops!

Nel frattempo, nello scantinato della Sparrow Academy, una sfera di luce scatena sparizioni improvvise, sotto lo sguardo incantato di Grace (sì, anche lei è viva e vegeta — più o meno). Questa sfera è un Kugelblitz (letteralmente palla di luce in tedesco). Ora che la scoprono sia gli Sparrow che gli Hargreeves è passata tre quarti di stagione (ok, Klaus ne ne accorge prima, ma conosciamo il nostro pollo, no?). Finalmente arriva un po’ di azione, ci togliamo dai piedi personaggi inutili e le carte vengono scoperte.

L’episodio 9, Sette Campane, si apre con un flashback di Luther abbandonato da Reginald sulla Luna. Qui ci viene mostrata una cosa che finora non sapevamo, utile per farsi un’idea sia sul finale di stagione che su quella che verrà, la conclusiva.

Cinque e Lila: la mia coppia preferita

Non so quanto la serie sia fedele al fumetto, probabilmente per chi lo ha letto scoprire lo scopo ultimo di Sir Reginald Hargreeves (e le sue origini già precedentemente mostrate) non è certo una sorpresa. Onestamente non lo è stata neanche per me, ma ho trovato la gestione del personaggio comunque interessante, con la giusta dose di ambiguità atta a creare continui dubbi e confusione sulle sue reali intenzioni.

Nonostante il ritmo altalenante e la pesantezza dei primi episodi, ho apprezzato questa stagione, che per sintetizzare: pare dormire un sonno profondissimo, per poi svegliarsi improvvisamente e sparare le sue migliori cartucce. Va bene lo stesso. Se non l’avete ancora vista, fate uno sforzo all’inizio, verrete ripagati del sacrificio.

Mmm…

La quarta e ultima stagione è stata ufficialmente rinnovata e non resta che attendere cosa ne sarà del mondo sotto lo sguardo poco amichevole di Reginald.

The Umbrella Academy Season 3 | Official Trailer | Netflix — YouTube

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