[Quinto elemento]: FINAL SPACE — stagioni 1 e 2

Kara Lafayette
M E L A N G E
Published in
5 min readDec 4, 2019

“Ehi aspetta, sei innamorato di te stesso?”

“Ogni sei mesi il mio genere muta da maschio a femmina: il mio io maschio ama il mio io femmina, il quale sbava per il mio io maschio. Ma ho un solo equipaggiamento alla volta, perciò sono un non tromba amico di me stesso. E questo mi sta dilaniando, Shannon.”

“Tribore, se non posso averti, voglio almeno che tu sia felice. “

“Ma perché dicono tutti così? Non ho l’aria felice?”

Non so quanti di voi apprezzino, come la sottoscritta, le serie da una ventina di minuti a episodio. Io le trovo perfette, soprattutto quelle animate, perché si prestano a svariati momenti della giornata. Mentre si fanno rapidi pasti, si attende che lo smalto si asciughi, si secca la maschera all’argilla depositata sulla faccia, o si fa della ginnastica senza impegno. I venti minuti sono l’ideale per tutto un po’.

L’anno scorso usciva Final Space, serie originale Netflix, che rappresenta proprio questa peculiarità. Da poco è uscita la seconda stagione e ora mi metto d’impegno nel raccontarvi di cosa parla e del perché non ve la dobbiate perdere per nulla al mondo.

La serie fantascientifica, creata da Olan Rogers e David Sacks, nasce per l’emittente televisiva americana TBS, per poi essere distribuita internazionalmente da Netflix (grazie).

La storia narra le vicende di Gary Goodspeed (o, per qualcuno, IL Gary), un improvvisato astronauta, condannato a una pena di cinque anni da scontare rinchiuso in una navicella spaziale dotata di IA di nome HUE. La premessa è interessante, perché abbiamo un tipico antieroe, buffo e simpatico, ma senza un vero scopo nella vita, che combina un guaio enorme solo per far colpo su una ragazza. Nel corso della reclusione, IL Gary patisce la solitudine, la quale lo porta a socializzare col frigorifero, piuttosto che con KVN, il robot più sciocco mai concepito. Verso la fine della detenzione, IL Gary incappa in uno strano alieno verde distruggi-pianeti, che decide di chiamare Mooncake (come il bruco che il padre gli aveva regalato da piccolo, prima di morire).

Quell’incontro lo porta a vivere un’incredibile avventure intergalattica, diventando protagonista assoluto, insieme ai suoi compagni Avocato, Little Cato, Quinn Airgone, HUE e perfino KVN. Lo scopo iniziale è proteggere Mooncake dalle losche manine di Lord Commander, ma quando si comprendono le intenzioni del malvagio essere, IL Gary e soci devono combattere la battaglia più grande della loro esistenza: svelare il mistero di dove finisce l’universo (sempre se ci sia davvero, una fine). Lo Spazio Finale che cos’è? Cosa comporta, finirci dentro? Cosa contiene?

Nella seconda stagione qualcuno si è perso, forse è morto, l’universo in cui viaggiano IL Gary e soci è misterioso, ricco di pianeti, esseri strambi e inquietanti (gli aracniti vi aspettano). La navicella spaziale non c’è più, viene sostituita da un’altra — diamo, così, il benvenuto a AVA — . HUE si è saggiamente trovato un corpo meccanico, non proprio prestante, ma è la novità forse più divertente della stagione. La famiglia più improbabile che si possa concepire, IL Gary la incontra su una sorta di pianeta discarica: Clarence (un essere basso e molliccio — è un caso che la sua testa sembri un prepuzio?), losco padre acquisito di un’adolescente insicura (Ash) e di un gigante emotivamente instabile (Fox). Con un leggero scetticismo si uniscono a IL Gary e al resto della ciurma, ma non sono le uniche new entry.

Lo scopo è salvare Quinn, risucchiata nello Spazio Finale — di questo meta-luogo ne abbiamo un assaggio e vi assicuro che è spaventoso. Per poterlo fare, IL Gary deve portare al titano Bolo cinque chiavi dimensionali, le quali servono per distruggere la prigione in cui un nutrito gruppo di malvagi titani lo ha rinchiuso. Ritroviamo Tribore (personaggio straordinario, del quale scopriamo qualcosa di molto interessante) a capo della sua personalissima — e molto cool — Resistenza. Il suo contributo, incredibile a dirsi, è indispensabile. Cinque chiavi, dicevo, da recuperare con fatica, e nel farlo accadono cose assurde e, come ogni avventura che si rispetti, si devono fare i conti con i propri fantasmi, col passato che spesso torna a galla distorto, e con le proprie radici.

Final Space è una serie deliziosa per come riesce a gestire la componente drammatica all’interno di una storia di fantascienza apparentemente leggera e divertente. Ricca di personaggi ai quali ci si affeziona subito, chi più strutturato dell’altro, ma tutti con un carattere e una personalità ben definiti. L’umorismo e l’ironia fanno sorridere e spesso anche ridere di gusto, grazie ai dialoghi scoppiettanti, il tutto condito da un’eccellente colonna sonora. Stupefacente come non sia per nulla edulcorato, anzi. A un certo punto ci va anche giù un po’ pesante. Si muore, in Final Space, e anche malissimo. Si sta male, si spezzano legami, ci si ricongiunge, ci si perde di nuovo. Nello Spazio Finale. Perché si arriva, a quel punto, IL Gary ci arriva. E con lui, la sua famiglia decisamente inusuale. Come ci arrivano è un’avventura da godersi appieno, tra colpi bassi inaspettati, infarciti di battute e scene nonsense. Capiamoci, siamo vicini a una cosa come Firefly (con le dovute e ovvie distinzioni — Firefly è un capolavoro), per come mischia dramma, azione e comicità. E fantascienza.

“Ogni percorso verso lo Spazio Finale finisce con la perdita di qualcuno.”

“Perché deve morire qualcuno?”

“Perché niente è più potente della vita. Chi si sacrifica diventerà la chiave.”

IL Gary, che sembra un po’ il Gary King di Simon Pegg in The World’s End, è doppiato dal suo creatore, Olan Rogers. Avrete il piacere di sentire anche le voci di David Tennant (Lord Commander), Steven Yeun (Little Cato), Ron Perlman (John Goodspeed, il padre di Gary), Fred Armisen (KVN), Tom Kenny (HUE), Tika Sumpter (Quinn Airgone), Olan Rogers (Tribore Menendez), Conan O’Brien (Clarence) e tanti altri. Anche il doppiaggio italiano, secondo me, non è affatto male. E poi Mooncake è così ciccino e tenerello che subito lo si desidera come animaletto domestico. O, alla bisogna, come potentissima arma da guerra contro i cagatori di minchia. Chi non ne ha?

_________________________________________

Pagina autore

Secondo Kara Lafayette blog
Secondo Kara Lafayette pagina Facebook
Secondo Kara Lafayette Instagram

--

--