Venus

Germano Hell Greco
M E L A N G E
Published in
3 min readFeb 28, 2023

L’ultimo film di Jaume Balagueró è un parco giochi. Eccessivo, ridondante, dinamico.
Anzi, di più, sembra quasi uno spin-off di Darkness, laddove l’eclissi sanciva l’avvento di entità terribili, evocate con l’aiuto di Giancarlo Giannini. Ma laddove Darkness era ligio e rispettoso dei canoni di certo horror, Venus è anarchia pura.
C’è dentro ogni cosa, persino la congiunzione astrale.

In Venus il male è — com’è ovvio — coadiuvato da un luogo, un condominio di cemento armato. Particolarmente sgraziato. Negli ultimi anni, i condomini nelle periferie sono stati sfruttati molto, al cinema, trattati quasi da microcosmi indipendenti, con un loro ecosistema di macro-criminalità e precari equilibri da assaltare, piano per piano, fino ad arrivare al boss finale.

Il Venus building non è significativo dal punto di vista architettonico, anzi, piuttosto anonimo, non è tanto la sua forma — progettata da un architetto pazzo, come cliché comanderebbe — a canalizzare l’avvento del Maligno quanto i suoi inquilini.

E la cosa, abbiamo detto, coincide con un’eclissi provocata dall’ingresso nel nostro sistema solare di un pianeta solitario — o pianeta errante, non orbitante attorno a una stella e per questo alla deriva nello spazio — e come sempre, trattandosi di eclissi, essa porta con sé ben altro tipo di avvento.

Il film è quasi per intero sulle spalle dell’ottima Ester Expósito (Lucia), ballerina di un locale della malavita, che decide di fare breaking bad (anche lei), rubando una borsa colma di pasticche per rivenderle e regalare a se stessa, e alla sorella Rocio, ma soprattutto alla nipote Alba, una vita migliore.

Sul set

Il male coincide anche in Venus con quella terza età che non si arrende al decadimento, e che attraverso oscuri e arcani rituali sfrutta intelligenze esterne per ottenere favori materiali. Quasi un conflitto generazionale e metaforico dell’attuale tensione di classe, se non fosse che Jaume Balagueró carica a pallettoni la messa in scena usando tutti i trucchi del mestiere, creando classica tensione dell’orrore e spavento manifesto, infilandoci mostri orribili e esplosioni, e tanto body horror. Si diverte infatti a tagliuzzare Lucia in ogni modo possibile, dandole sempre nuova vita.

E infine, si permette anche un plot twist che di sicuro avrà fatto storcere il naso ai puristi, ma che io ho trovato splendidamente fuori di testa. Persino sensato, a pensarci bene.

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Germano Hell Greco
M E L A N G E

Kick-Ass Writer. Short Tempered Blogger. Editor in chief.