Villa de Vecchi, la Casa Rossa
Percorrendo la Statale 32, in località Bindo di Cortenova, nel lecchese, Villa de Vecchi spunta da un mucchio di rovi disseccati come una rosa che non cede al tempo.
È vecchia e si vede, anzi, è proprio cadente, ma conserva ancora un po’ di quel rosso orgoglioso e sfacciato a cui deve il nome con cui tutti, nella zona, la conoscono: la Casa Rossa.
Un po’ di storia…
Splendido esempio di stile eclettico di metà ‘800, la Villa fu fatta costruire dal nobile Conte Felice de Vecchi che, oltre ad essere un patriota risorgimentale era anche un geniale visionario, un uomo di cultura e un esploratore. Egli ne commissionò il progetto ad un giovane architetto, Alessandro Sidoli, il quale, ça va sans dire, morì poco prima dell’inaugurazione, alimentando la serie di inquietanti eventi e leggende che alla villa sono legati.
Sviluppata su cinque piani, fu realizzata utilizzando in parte la pietra arenaria rossa, che le conferì il colore caratteristico, ripreso anche dai pavimenti alla veneziana e in alcuni affreschi.
La costruzione è un progetto architettonico complesso, che parte dal neoclassico per poi fondersi con gli stili più disparati e di matrice orientaleggiante (come il progetto originario della vicina casa del custode, in stile arabo), e all’avanguardia nelle scelte tecnologiche. Così all’avanguardia da diventare poi una delle principali cause del dissesto: il complesso sistema di tubature interne per il trasporto dell’acqua calda si rivela inadeguato al punto che le infiltrazioni di umidità porteranno al crollo del primo piano.
Alla morte del conte nel 1862, la villa passò in mano a vari proprietari, fra cui il fratello del conte, che però mai l’abitarono né se ne curarono. L’unica che cercò di mantenere in uno stato dignitoso l’edificio e l’immenso parco circostante fu la famiglia Negri, i custodi, che abitava la vicina casetta in stile orientale. Se ne presero cura fino agli inizi degli anni ’80, quando le nuove generazioni di Negri abbandonarono il territorio. Da qui, per la Casa Rossa, sarà solo una lenta, ma inesorabile, rovinosa storia di abbandono e vandalismo.
… e un po’ di leggenda
Di storie e leggende sulla Casa Rossa ce ne sono molte, troppe. Le più famose sono:
La casa è abitata dallo spirito della moglie morta suicida o, a seconda delle versioni, della figlia scomparsa
Pare però che il conte non avesse figlie femmine, solo due maschi, e che lui e la moglie siano morti di malattia, anche se in giovane età (lui a 46 anni, lei ancora prima). Secondo alcuni, poi, il conte non aveva proprio figli e, secondo altri, morì celibe.
Nelle sere di inverno si sentono voci e lamenti strazianti di una donna
È vero, ma è stato provato che è l’effetto del vento nelle tubature. Le stesse tubature che hanno dato inizio alla rovina della casa. Forse sono loro il vero male
Ci sono testimonianze di apparizioni di strane luci, orbs e figure ectoplasmatiche
Confermo, pure io le ho viste: si tratta di riflessi della luce che, filtrata dalle foglie degli alberi, battono sui vetri rotti e creano strani giochi luminosi. Che se poi vengono catturati dall’obbiettivo della macchina fotografica sono ancora più bizzarri.
Nella villa ci ha dimorato per un certo periodo di tempo Alistear Crawley, colui a cui viene attribuita la paternità del satanismo e, durante una messa nera, uno degli adepti finì preda del demonio e dilaniò a mani nude tutti i presenti.
Non esiste alcuna traccia di questa permanenza, mentre, in compenso, esistono molte tracce di vandali, pseudosatanisti e non, che hanno deciso che è divertente e satanico ricoprire di scritte i muri e distruggere quel poco che rimane di una vecchia e affascinante dimora.
Quindi Villa de Vecchi è solo una casa abbandonata, seppure bellissima, destinata a sgretolarsi nel tempo e a vivere solo nella memoria di coloro che ne parlano? Niente fantasmi? Dunque tutta una bufala?
Essendoci entrata, avendola girata da sola, respirata, ascoltata, fotografata con attenzione, mi sento di dire di no. La maggior parte sono leggende, ma basta chiudere gli occhi e aprire la mente per sentire che qualcosa di sovrannaturale vi aleggia. Che siano i fantasmi di un passato glorioso fatto di feste e salotti colti, o il genio eclettico del conte che ancora si intravede nel poco che rimane delle architetture e degli ambienti, o la malasorte del giovane architetto Sidoli, cui era già stato assegnato e poi tolto per “mancata fama” il progetto del Cimitero Monumentale di Milano, che non riuscì a vedere compiuto il suo progetto più ambizioso, o ancora il rimpianto di una moglie e madre morta troppo giovane… insomma, il Genius Loci, lo “spirito del luogo” è ancora presente e resiste con tenacia. E non è uno spirito cattivo, non fa paura, non respinge (anche se una persona mi ha raccontato che, provando ad avvicinarsi alla Villa, è stata accolta da un vento così forte che è dovuta tornare indietro, per ben due volte): è piuttosto uno spirito malinconico, che si aggira solitario per le stanze, guardando con occhi increduli e rassegnati il tempo che le consuma o e assistendo impotente all’abuso dei vandali.
L’unico orrore di Villa de Vecchi, l’incredibile Casa Rossa che perfino la frana del 2002 ha voluto risparmiare, è che nessuno voglia prendersi cura di lei. Lei lo sa, e, in silenzio, soffre.
Consigli di lettura
– Bindo di Cortenova: Villa De Vecchi
– Villa De Vecchi a Cortenova: riscoperta di un capolavoro
– Progetto di conservazione della Villa De Vecchi a Cortenova