Ma a che serve ‘sto Congresso del Pd?

La prima puntata del M&S Monday Show. Si parla di Renzi e del Lingotto

Maselli&Scarano
M&S Monday Show
6 min readMar 13, 2017

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Benvenuti alla prima puntata di M&S Monday show, dove Francesco Maselli e Nicolò Scarano cazzeggiano e discutono di politica italiana - e non solo - ogni settimana.

MASELLI: Ma a che serve ‘sto Congresso del PD? I tre anni abbondanti da segretario di Matteo Renzi sono stati abbastanza deludenti, non ha cambiato il partito, si è appoggiato sui baroni delle tessere al Sud, si è ben guardato dal creare una nuova classe dirigente, ha evitato di fare il suo lavoro nelle situazioni più complesse come Napoli.

Teniamo fuori da questo ragionamento il governo: per valutare fino in fondo un’azione governativa, peraltro con alleati da premio nobel come Alfano, ci vogliono tempo e riflessione. E poi se lo scenario è il proporzionale, è chiaro che conta più il Renzi segretario di partito che il Renzi candidato premier. Si candida per fare cosa? Per cambiare il partito? E allora perché non lo ha fatto finora? Quale bilancio può difendere da Segretario? Visto il Lingotto mi pare che questi temi non sono stati minimamente toccati.

SCARANO: Eh, a che serve? Bella domanda. Un disincantato della politica come noi direbbe che è una bella farsa, di solito ben organizzata, con una qualche milionata di complici. Solo che questo disegno forse esageratamente cinico stavolta potrebbe finire sotto la soglia dei due milioni di elettori. La verità è che Matteo Renzi, nonostante ribelli, scissionisti e malpancisti, ha avuto sempre in mano il pallino del gioco. E avendo bisogno di una nuova prova del fuoco, quel pallino lo ha lanciato.

Per fare cosa e per come farlo lo abbiamo provato a scoprire in questo fine settimana: strizzatine d’occhio a sinistra con la menzione della parola compagno e “la natura umana dei circoli”, e poi ieri la battuta su chi canta Bandiera Rossa, il lancio della piattaforma digitale Bob, e il mantra Europa Europa Europa. Insomma, musica per le orecchie di un partito cambiato negli scorsi anni, la cui maggioranza è già quasi sicuramente sua. Solo che i problemi più grandi, a mio avviso, rimangono tutti lì. Soprattutto per quando poi si dovranno andare a prendere fuori, i voti, quelli veri. C’è un problema di credibilità, insomma. Secondo te, come ne esce?

MASELLI: non so se abbia avuto sempre in mano il pallino del gioco, a me sembra piuttosto che dalla sconfitta al referendum non ne abbia azzeccata una: prima dice di prendersi una pausa, poi inizia a dare interviste a destra e a manca, prima dice di aver bisogno di riflettere e poi va in TV a preoccuparsi se è ingrassato o meno, è andato in California “senza giornalisti né telecamere”, per poi parlare con due giornali alla mattina e due alla sera. Insomma, non mi è parso molto in salute il ragazzo.

In più Andrea Orlando è un avversario complicato, molto più abile di Cuperlo nelle macchinazioni di partito (in un congresso contano, soprattutto se non sarà molto partecipato). Come se ne esce? Secondo me serve capire che siamo passati al proporzionale, e lui non è più un leader maggioritario. Forse aiuterebbe a chiarire le prospettive. Mi chiedo se il ticket con Martina possa aiutarlo in questo. Dopodiché è ancora il personaggio centrale della politica italiana, per indubbi meriti di carisma e innovazione. D’altronde sempre, o quasi, a parlare di lui stiamo, no?

SCARANO: Orlando è bravo, sicuramente più bravo e “fascinoso” di Cuperlo, meno legato al passato e alle sue figure, più capace a fare proseliti nel Partito grazie al ruolo di governo che si è tenuto ben stretto in questi anni. Potrebbe essere una piccola sorpresa. E personalmente a me non dispiace per alcuni temi e immagini che sta utilizzando.
Per quanto riguarda Renzi: concordo con te su una certa mancanza di lucidità. Soprattutto l’intervista di una decina di giorni fa, ad Otto e Mezzo, mi ha fatto pensare. Ma perché ci è andato? Proprio quella sera? E che cavolo ha detto sul padre!? La sensazione è che “il ragazzo” sia, o almeno si senta, come una di quelle auto in corsa, in quella scena di Grease: chi si ferma perde la corsa. E perde pure il bolide. Cioè il consenso, la presenza materiale sui media, e nel partito, che è stato comunque lo strumento con cui è giunto la prima volta al governo.

Il problema è che quel NO del 4 dicembre, che equivale a un segnale di “strada chiusa” posto davanti al bolide, sembra esser stato largamente ignorato. Inoltre, come dicevi, il risorgere del proporzionale interroga la stessa natura del leader, nato e cresciuto esplicitamente in ottica iper-maggioritaria. E legittimamente sorge il dubbio: ma non è che Renzi vuole finire a fare il leaderino di gruppo parlamentare, il quale o vivacchia o, con qualche geometria strana, riesce a tornare a Palazzo Chigi Craxi-style?

MASELLI: Se con Craxi mi ridai indietro anche Martelli e poi Totti nelle giovanili della Roma ci sto! A parte le battute, uno dei grandi problemi del governo è stata proprio l’incapacità di fermarsi, di riflettere per bene prima di intraprendere alcune riforme. Ascoltare di più, mentre Renzi ha dato l’impressione di non ascoltare nessuno, di “fare” qualcosa pur di farla. Il che è anche un bene, capiamoci, in Italia per anni non si è fatto nulla con la scusa di dover ascoltare tutti, ma in questo Renzi ha esagerato nell’estremo opposto.

Ti racconto una storiella, che Manuel Valls ha raccontato ai giornalisti francesi per difendersi dalle accuse di essere un premier autoritario e secondo me dice molto del carattere di Renzi: in un incontro a Palazzo Chigi Renzi ha fatto gli onori di casa e ha portato in giro Valls. A un certo punto lo ha accompagnato in una stanza dicendogli “Vedi, qui si riunivano i sindacati col governo per trattare sulle riforme. Io non ci metterò mai piede, nemmeno loro”. Ora non so se questo aneddoto è vero ma rende l’idea del personaggio. E rimanendo in Francia (lo sai che mi viene facile fare i paragoni) se Renzi vuole ispirarsi a Macron, beh Macron ha proprio detto che alcune riforme le farà solo dopo un lungo ascolto delle parti sociali. Prendere nota.

SCARANO: Bello questo aneddoto su Valls, un altro decisionista a cui ultimamente non è andata così bene. Eufemismo. E tuttavia non credo sia questa per Renzi la parte preferita del fenomeno politico Macron. Ma l’uomo è imprevedibile. Imprevedibile, certo, anche se sta perdendo gradi di imprevedibilità, e dunque anche di credibilità. Vedremo. Se una sua vittoria al Congresso è più che probabile, allo stesso tempo è estremamente difficile una vittoria alle elezioni del Pd in solitaria: è chiaro che Renzi dovrà anche imparare a mediare e, come dice Macron, ad ascoltare. A fare mediazioni. Compromessi al rialzo, e non al ribasso come purtroppo a volte è capitato nel governo con quelle frange di centrodestra.

Ma non è che paradossalmente in Europa, dopo l’illusione bipolarista, individualista ed estremamente personalistica degli ultimi anni di politica, dovremo tornare ad imparare un po’ di sana diplomazia politica? Vedi la Spagna, vedi la Francia dove al secondo turno ci sarà interlocuzione tra soggetti differenti, vedi la Germania in cui dovrà essere comunque formata una coalizione. Vedi l’Italia, dove lo stallo in qualche modo dovrà essere interrotto. In questo contesto, ogni leader — e non escludo che Renzi, da democristiano più che da scout, possa imparare — dovrà imparare a fidarsi anche di qualcun altro oltre a sé stesso. Abbandonare la paranoia individuale nell’era della paranoia globale: ne usciremo?

MASELLI: Che Renzi possa crescere è fuor di dubbio, e glielo auguriamo (e ce lo auguriamo, ché non credo Luigi Di Maio possa essere la soluzione). Un primo banco di prova è questo ticket con Maurizio Martina che mentre scrivo ha appena proposto “Il Partito del Paese”, cioè la continuazione del Partito della Nazione con altri mezzi e.. Parole più dolci, forse. Funziona?

SCARANO: Non ne ho idea. E come si dice quando non ne hai idea e hai bisogno di un po’ di tempo in più? Queste cose le sai meglio tu di me, ché sei un tipo metodico.

MASELLI: Giusto, tu sei un cazzaro. Allora ne parliamo nella prossima puntata :)

Gli autori ringraziano Simone Conte e Daniele Manusia, autori della rubrica (molto più seria) “Romolo e Remo” pubblicata da lagiocata.matchpoint.it, per l’ispirazione e il loro lavoro.

Maselli lo trovate su Twitter e Facebook, Scarano solo su Facebook, ché Twitter non gli piace.

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