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Non solo fortuna: il Quadrifoglio

Matteo Albonico
MA.DE.MA. 24
Published in
3 min readApr 3, 2017

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“Fra un pilota bravo e uno fortunato, scelgo quest’ultimo” Enzo Ferrari

Nel mondo delle corse automobilistiche i rituali vengono presi molto sul serio, tant'è che ogni pilota degno di nota, ha la sua routine che svolge prima di ogni gara. C’è chi entra sempre dallo stesso lato, chi usa sempre gli stessi colori del casco fino a chi, come Jarno Trulli, si portava una treccia d’aglio di tredici teste, preparata dal mitico don Alfonso.

Quando ti giochi la vita a oltre 300 all’ora, ogni particolare può fare la differenza. E’ per questo che nel mondo delle gare automobilistiche fino dagli albori, fra computer e telemetria, progettazioni da fantascienza e programmazioni spaziali, persevera l’antico rituale della scaramanzia.

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Il fiore Magico
Negli anni venti, la collaborazione tra il Biscione e il Cavallino Rampante era molto solida e i due team collaboravano in diverse competizioni, con squadre di piloti tra le più celebri della storia automobilistica italiana.

In quel periodo l’Alfa Romeo, non era ancora famosa e cercava con tutte le sue forze un’affermazione in quella che era considerata la gara più prestigiosa dell’anno: la Targa Florio.

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Per l’edizione del ’23 erano state preparate quattro Alfa Romeo, guidate da Antonio Ascari, Enzo Ferrari, Giulio Masetti e Ugo Sivocci. Quest’ultimo era un ottimo pilota ma che spesso doveva accontentarsi del secondo posto. Quello che potremmo chiamare un “Un eterno secondo”.

Superstizioso fino all'ossesso, anche se gareggiava spesso con il numero 13, decise di dipingersi un quadrifoglio verde sul cofano della sua Alfa RL. Il quadrifoglio gli porto’ fortuna è vinse la Targa Florio del 1923 davanti ad Ascari che fu fermato da un problema meccanico alla sua vettura.

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Il triangolo e l’onore
Purtroppo, il Quadrifoglio non ha potuto salvare Sivocci, che morì in quello stesso anno durante le prove del Gran Premio italiano a Monza. Da quel giorno il numero 17 non sarà mai più assegnato alle auto da corsa italiane e tutte le Alfa Romeo da corsa saranno caratterizzate dalla presenza del quadrifoglio verde al centro di un triangolo bianco. Il quadrifoglio diverrà il simbolo delle competizioni, il triangolo e non il quadrato rappresenterà per sempre la mancanza, in onore proprio di Ugo Sivocci.

Grazie per avere letto l’articolo, il quadrifoglio sarà sempre pronto ad accompagnare le versioni più spumeggianti del nostro tanto amato biscione…

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