IL RITORNO DELLA METAFISICA NELL’IDEALISMO

Studente Ramuscello Alessandra
mapgavazine
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2 min readDec 11, 2017

La filosofia idealista è considerata l’ oltrepassamento del realismo. Quest’ultimo è affermare l’esistenza tra due esseri (la Res e il soggetto).

Il fenomenismo kantiano è anche questo un realismo, ossia è affermazione che la Res, la cosa, è indipendente ed esterna rispetto al conoscere; quindi l’idealismo supererà alcuni temi trattati da Kant.

Egli chiamò la metafisica come un “abisso senza fondo”, come un luogo senza fari e dove regna l’oscurità, dato che, in ambito metafisico la ragione non può nulla.

L’idealismo quindi stravolge completamente sia la sfera ontologica che gnoseologica della quale si parlava con il realismo.

In essa infatti esiste solo il soggetto, poiché la Res viene eliminata; pertanto nella seconda rimane soltanto l’equazione certezza=certezza e verità = verità.

L’idealismo: mostra l’assurdità della cosa in sé, ma non si chiude nel pensiero (se si chiudesse, il pensiero sarebbe una parte del tutto).

Il pensiero è il tutto poiché non esiste nulla al di fuori di esso.

Il pensiero non è una cosa tra le cose: infatti tutte le cose tra le quali lo si vorrebbe sono pensate.

Dicendo perciò che il pensiero è il tutto, che l’essere sarà sempre collegato al pensiero, da cui deriverà la proposizione fondamentale “il mondo è pensiero”, si può ritornare a parlare di metafisica.

Si potrà tornare a parlare di Spirito, di Assoluto, di Idea, dell’Essere e del Logos.

Quindi si tornerà a pensare a quella dottrina filosofica che si presenta come scienza della realtà assoluta, che cerchi cioè di dare una spiegazione delle cause prime della realtà prescindendo da qualsiasi dato dell’esperienza; pretendendo di raggiungere o formulare ragioni risolutive mediante procedimenti estremamente cerebrali e astrusi.

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