LA CONQUISTA LIBICA

Marco De Rossi
mapgavazine
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3 min readJan 14, 2018

ETA’ GIOLITTIANA: LA CONQUISTA LIBICA (1911–1912)

Il pretesto che fece maturare in Giolitti la decisione di attuare la conquista della Libia , fu la crisi marocchina che mise in contrasto Francia e Germania. Dopo il 1906 , la Francia aveva intensificato la penetrazione in Marocco e nel 1911 ne aveva occupato la capitale Fez . La Germania che era garante dell’indipendenza del Marocco, rispose all’azione francese inviando un incrociatore nelle acque di Agadir (1 luglio 1911). Questo incidente fece apparire come una necessità per l’Italia risolvere la questione libica con una spedizione militare anche perché l’occupazione francese del Marocco offriva l’opportunità di rendere operanti gli accordi franco-italiani del 1902 , che lasciavano libertà d’azione all’Italia in Tripolitania. La Turchia inoltre cercava di ostacolare gli interessi finanziari e commerciali italiani. La conquista italiana della Libia prese il via tra il 4 e il 9 ottobre 1911 con gli sbarchi delle truppe italiane a Tobruk e Tripoli.

Giolitti riprese la politica coloniale per dimostrare il prestigio internazionale dell’Italia , per dare terre ai braccianti del sud, trovare mercati per la produzione industriale e nuove destinazioni a tutti gli emigranti. Non sembravano esserci ostacoli, perché la Libia era una delle pochissime terre rimaste libere dal colonialismo europeo; inoltre Giolitti aveva il benestare di Francia e Inghilterra, godeva il favore dei gruppi finanziari e industriali che già operavano a Tripoli , dei cattolici che percepivano la guerra come una crociata contro l’Islam, dei nazionalisti secondo i quali alla lotta di classe , che indeboliva la nazione, andava sostituita la lotta tra nazioni ( “guerra vittoriosa”) e anche di gruppi di intellettuali.

Liberali, cattolici e nazionalisti erano dunque favorevoli alla conquista della Libia per considerazioni di politica internazionale, per motivi di prestigio nazionale , per interessi economici , per ragioni di politica interna. Sembrava che la sua conquista avrebbe risolto il problema principale dell’economia italiana: cioè la mancanza di materie prime e di risorse naturali. Oltre a questo la guerra libica suscitò una vasta ondata di retorica patriottica (D’Annunzio, Pascoli) , fecero la comparsa persino canzonette che inneggiavano alla “Tripoli italiana”.

I nazionalisti avevano orchestrato una rumorosa campagna di stampa per l’occupazione della Libia. Secondo loro questo paese era fertilissimo e si adattava perfettamente come colonia. Era meno evidente dove si sarebbero trovati i capitali da impiegare , Di certo in questa zona, il Banco di Roma e quelli del trust siderurgico avevano vasti interessi.

Vengono inviati sotto il comando del Generale Carlo Caneva 100.000 uomini. L’occupazione del territorio interno si rivelò molto difficoltosa a causa delle tribù libiche , tanto che alcune sconfitte costrinsero gli italiani a restare sulla costa. Il governo italiane si aspettava che le popolazioni locali vedessero nei soldati italiani dei liberatori , invece cercarono di resistere. Felici di venir liberati dal dominatore turco , non sopportavano di finire in mano italiana da cui si sentivano diversi anche per fede religiosa. Venne conquistata prima la fascia costiera, poi Rodi e altre isole controllando così le vie di rifornimento della Turchia alla Libia. Le altre potenze europee si opposero con forza, a cominciare dall’Austria, la quale dichiarò che l’occupazione delle isole dell’Egeo da parte italiana era contraria agli accordi della Triplice Alleanza. La Turchia fu costretta a firmare il Trattato di Losanna (ottobre 1912) , l’Italia ottenne Libia e Dodecanneso che non abbandonerà più fino alla fine della II Guerra Mondiale. I Turchi conservarono un’autorità religiosa sulle popolazioni mussulmane.

Dal punto di vista economico la conquista della Libia si rivelò un pessimo affare . I costi della guerra furono molto pesanti , le ricchezze naturali tanto favoleggiate si scoprirono scarse o inesistenti ( nessuno ancora conosceva il petrolio!) ; la colonizzazione delle zone costiere non bastò ad assorbire tutti i lavoratori emigrati. La conquista della Libia insomma , non fu sufficiente né a “salvare” l’Italia dai suoi problemi, né a rendere più popolare Giolitti nell’ala più conservatrice del partito.

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