TAYLORISMO E FORDISMO: METODI CHE CAMBIARONO IL MONDO

Studente Rog Ewa Katarzyna
mapgavazine
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2 min readDec 14, 2017

Sono le piccole cose che fanno la differenza e così fu anche con i due metodi di lavoro inventati da Frederick Winslow Taylor ed Henry Ford, entrambi vissuti nella seconda metà dell’Ottocento e nell’inizio del Novecento. Furono quelli gli anni di sviluppo della Seconda rivoluzione industriale, caratterizzata dall’arrivo di nuove fonti energetiche come il petrolio e l’elettricità e dalla sua diffusione in tutta Europa e anche fuori da essa anzichè in singoli stati.

La produzione quindi era migliorata, grazie anche ad una stretta collaborazione fra industrie e scienziati che erano la chiave per ulteriori progressi nel campo tecnico ma in particolare grazie ad un ingegnere e ad un industriale americani.

Il primo dei due, Taylor, pubblicò nel 1911 “The principles of scientific menagement” (“l’organizzazione scientifica del lavoro”), nel quale individuava il metodo migliore, più efficiente e meno costoso per produrre ogni bene. Esso consisteva nello scomporre il ciclo produttivo in un alto numero di operazioni elementari, da compiere in un tempo prefissato. Ogni operaio era istruito a svolgere una operazione semplice che necessitava solo gesti programmati. In questo modo i salariati si uniformavano ai tempi della produzione ed evitavano perdite di tempo. Inoltre il suo libro presupponeva una gerarchia all’interno della fabbrica: da una parte doveva stare la direzione che dava precise istruzioni e dall’altra gli operai.

Nel 1913 invece, Henry Ford introdusse una novità rivoluzionaria nella sua fabbrica di automobili di Detroit: la catena di montaggio. Grazie a questa l’operaio stava fermo e la catena di montaggio portava davanti a lui il pezzo su cui lavorare. L’uomo quindi si limitava a svolgere un’unica azione in continuità, travolgendo il fino ad allora conosciuto lavoro artigianale in cui l’operaio doveva svolgere più operazioni e doveva possedere delle minime competenze sul lavoro.

La catena di montaggio, grazie al miglioramento qualitativo e quantitativo del prodotto, permise di abbattere i tempi di produzione delle automobili e il loro costo unitario.

E tale risparmio perfino crebbe, quando gli operai vennero istruiti secondo gli insegnamenti di Taylor.

Anche se i due metodi furono molto efficienti dal punto di vista del mercato, essi furono oggetto di molte critiche, in particolare per l’accelerazione dei ritmi di lavoro, a causa dell’abolizione dei tempi morti e anche per la spersonalizzazione di chi era costretto a ripetere sempre gli stessi movimenti davanti alla catena di montaggio senza metterci mai nulla di personale.

E’ evidente il cambiamento radicale apportato alla produzione industriale dai due metodi, basati su azioni brevi e semplici che però permisero una produzione enorme, in grado a soddisfare il nuovo mercato di massa. Si passò così dalle lenti produzioni artigianali a

quelle industriali che stanno alla base dello stile di vita odierno e al conseguente consumismo.

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