/L’ultima e poi smetto, giuro!

Episodio 1 — Le 5 lezioni di Bloodborne per sviluppare Consapevolezza

Da sempre le più grandi lezioni della vita si imparano tramite il superamento delle difficoltà. E Bloodborne è uno dei più grandi maestri della storia.

L’Architetto della Mente
M.A.D. Gazette

--

Yo!
Questo è il primo articolo di una nuova rubrica dedicata alla cultura nerd, chiamata “L’ultima e poi smetto, giuro!”.

Perché questo nome?

Perché è la bugia più grande pronunciata da videogiocatori e bingewatchers.

La frase che pronunci quando dovresti smettere perché magari è tardi, dovresti andare a dormire o lavorare ed invece… l’ultima e poi smetto, giuro.

Resti lì, incapace di staccare.
Il punto è che fai tutto questo senza avere nulla in cambio.
Non vieni pagato.
La tua vita non cambia.
Eppure non ti stacchi dallo schermo.

La dimostrazione più chiara di come nella vita l’unica cosa che conti davvero sia essere soddisfatti di ciò che si fa.

In questa rubrica voglio parlarti delle tecniche usate dai videogiochi e dai telefilm per tenerci incollati allo schermo, per mostrarti come applicarle al tuo lavoro e alla tua vita di tutti i giorni tramite la Gamification.

Ed inizierò dal gioco che sto giocando in questi giorni.
L’infame Bloodborne.

Prima di andare avanti, iscriviti alla newsletter della MAD Gazette!
Così ti invierò una mail settimanale con i link dei contenuti pubblicati e contenuti esclusivi!

Bloodborne: perché a noi le cose facili non ci piacciono

Bloodborne è un esponente del genere Souls Like, ovvero i discendenti di un gioco del 2009, chiamato Demon’s Souls, che negli anni ha generato 3 sequel ufficiali (i tre Dark Souls) e uno spinoff (Bloodborne, appunto).

Negli anni questi giochi e questo genere sono diventati apprezzatissimi dai videogiocatori di tutto il mondo, e soprattutto vendutissimi.
La sola saga di Dark Souls ha totalizzato più di 27 milioni di copie vendute!

Tanta roba insomma, ma c’è una particolarità.
I Souls Like sono dei giochi difficili quanto la morte.

Sono costruiti per essere frustranti, non puoi neanche mettere pausa per staccare un attimo, si muore continuamente, e tutto il Game Design è strutturato per renderti le cose più difficili.

La domanda quindi nasce spontanea.

Se nella vita di tutti i giorni cerchiamo di renderci le cose più semplici, cerchiamo scorciatoie e di alleggerire il carico del nostro lavoro, perché invece accettiamo che un gioco come Bloodborne ci umili costantemente?

Semplice.

Perché nei videogiochi è facile sviluppare la sensazione più bella di tutti: quella di sentirsi Fieri di ciò che si fa.

Fiero: quella sensazione di quando lanci le braccia in aria

Riassunto dell’intero articolo, cortesia di Jane McGonigal

“Fiero” è il termine che Jane McGonigal usa nel suo “Reality is Broken” per indicare la sensazione di gioia che un videogiocatore prova dopo aver superato un ostacolo.
Più difficile è l’ostacolo, più grande la sensazione di “Fiero” (che nel testo inglese del libro è scritta proprio in italiano!).

Ciò che rende belli i videogiochi, ed i giochi in generale, è la capacità di riconoscere i nostri sforzi.
Quando un gioco ti prende, ti impegni, nasce in te la sensazione di dover vincere, di non doverti arrendere e alla fine vieni ricompensato.

Qualcosa che non sempre succede nella vita di tutti i giorni, anzi.

Il punto è che le emozioni che proviamo sono pura chimica: essere felici significa che vengono rilasciate nel nostro organismo dopamina e serotonina, sostanze che si rilasciano quando ad esempio vinciamo, quando siamo soddisfatti di ciò che stiamo vivendo, quando vinciamo, quando veniamo apprezzati.

Tutte cose che nei videogiochi accadono costantemente.

I Game Designer non rendono difficile un gioco per il gusto di farlo (ok forse Hidetaka Miyazaki, autore della serie Souls, un po’ ci gode): lo fanno perché sanno che un videogiocatore non si ferma all’ostacolo, punta a superarlo.

Torniamo allora a Bloodborne e al perché ho scelto di parlarne in questo primo articolo.

Ci sto giocando da quasi una settimana e tutti mi avevano detto la stessa cosa: preparati a bestemmiare ogni santo possibile.

Così ho invece scelto di compiere una challenge personale: giocare Bloodborne senza arrabbiarmi mai, neanche una volta.

La verità?
Si sta rivelando una delle esperienze più rilassanti della mia vita perché in questi anni ho sviluppato 5 competenze fondamentali, che in Bloodborne si rilevano essenziali per gettare via la rabbia.

Ho quindi estrapolato le 5 lezioni più importanti di Bloodborne.

1) Non parlare di errori, parla di Feedback

Negli anni ho imparato a non fermarmi mai davanti agli errori.
E’ pressoché impossibile fare le cose bene al primo colpo e anche quelle rare volte che riusciamo, è difficile rendere costante un successo.

Per questo occorre sempre provare, testare, ottimizzare.

Questo approccio è usato abitualmente molti contesti quali le discipline sportive ed il marketing, ma raramente nella vita di tutti i giorni.

Cerchiamo di essere perfetti e non accettiamo facilmente una sconfitta.

Ma il motivo per cui non mi arrabbio giocando a Bloodborne è proprio questo: io accetto la sconfitta e non parlo di errori.
Parlo solo di Feedback.

E Bloodborne di Feedback te ne da tanti, se sai coglierli, perché è un gioco difficile, vero, ma non è ingiusto: se continui a provare e capisci cosa sbagli, puoi superare qualunque ostacolo.

E’ ciò che faccio anche con i miei clienti che vogliono imparare nuove competenze, ad esempio.

Non partiamo mai dal vincere o fallire.
Partiamo dal cominciare.

Il che ci porta alla prossima lezione di Bloodborne.

2) Sii Consapevole delle tue capacità

Se un boss ti uccide con un solo colpo puoi provare ad affrontarlo ancora, ma continuerai a morire.

Ti conviene allora diventare consapevole di una questione fondamentale: niente è difficile in senso assoluto, ma solo in rapporto alle tue capacità momentanee.
Qualunque sfida può essere vinta se ti addestri e in pochi giochi questo è palese quanto in Bloodborne.
Uno dei primi boss che ho incontrato in questo gioco è la Blood Starved Beast, che al primo incontro mi ha ucciso con pochissimi colpi.

Avrei potuto continuare a provare, ma cosa sarebbe cambiato.
Mi sono fermato e ho fatto quello che faccio sempre quando sono in difficoltà, ovvero pormi la domanda più importante.

“Cosa mi sta impedendo di ottenere ciò che voglio?”

In quel caso, erano le mie capacità, troppo basse per quel mostro.

Avevo poca energia, una difesa troppo bassa, i miei attacchi facevano pochi danni e soprattutto non ero bravo ad usare la schivata.

Quindi ho deciso di allenarmi, aumentare di livello e addestrarmi ad usare la schivata così da riuscire a calcolare attentamente i tempi per evitare i colpi del mostro.

Il Risultato?

Dopo una giornata intera passata ad allenarmi sono riuscito a sconfiggere il boss con facilità.

Le stastistiche del boss non erano cambiate: ero cambiato io.
Ciò che prima era difficile, è diventato facile perché io sono diventato bravo.

Per questo dedico molto tempo a conoscere una persona prima che diventi una mia cliente: devo essere consapevole delle sue capacità e soprattutto fare in modo che lei o lui ne diventino consapevoli.

Il che ci porta alla terza lezione di Bloodborne.

3) Concentrati sul Risultato da ottenere

Scegli un Risultato e stabilisci poi gli obiettivi.

Mai fare il contrario.

L’errore che si fa nella maggior parte dei casi è invece applicare le soluzioni che conosciamo già a contesti nuovi, che invece richiedono un’analisi diversa.

In Bloodborne succede continuamente.
Cambiare un’area di gioco significa incontrare sfide diverse, mostri diversi, boss diversi, che richiedono dunque sempre strategie diverse.

Le strategie vanno sempre scelte in base al Risultato che si vuole ottenere, il che significa doverne imparare sempre di più e soprattutto imparare quando e come usarle.Questo principio può essere utile non solo in ambito professionale, ad esempio nella costruzione di una Digital Strategy, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Stabilire un Risultato che si vuole raggiungere può aiutare a stabilire delle regole e degli obiettivi da rispettare.
Questo è uno degli step dei miei percorsi di Mindful Business Coaching.

Che porta sempre con sé una riflessione importante, ed è la quarta Lezione di Bloodborne.

4) Analizza il Contesto

Devi imparare ad analizzare il Contesto in cui ti trovi.
Quando arrivi in una nuova aree di Bloodborne, come ti dicevo, devi esplorarla, devi trovare tutte le risorse, imparare dove si trovano tutti gli oggetti che puoi usare per difenderti dai nemici, scoprire chi di loro si nasconde in un punto da cui può attaccarti alle spalle, ragionare su quale arma ti conviene usare, quali potenziamenti usare.

Tante, tante Informazioni.
Perché il Contesto in cui operi influenza sempre le tue capacità.

Quando lavoro con un cliente riguardo il suo Decision Making dobbiamo raccogliere tante informazioni per analizzare il contesto in cui opera e costruirne uno più efficace.
Nessuna Decisione sensata può essere presa senza tenere conto del Contesto in cui servirà.

E arriviamo quindi all’ultima lezione, la più importante.

5) Allena la tua Disciplina

Disciplinati, perché è tutto nelle tue mani.
Giocare a Bloodborne significa affrontare costantemente la frustrazione.
Perché nonostante tutto quello che ti ho detto finora questo gioco rimane comunque molto difficile.
Puoi morire per caso, perché un mostro ti colpisce una volta di troppo.

Puoi cadere da una torre mentre eviti un attacco nemico e perdere tutte le risorse che avevi accumulato.

Ma avere un Risultato chiaro in mente significa trasformare ogni momento di frustrazione in un feedback con cui imparare a sfruttare meglio il tuo Contesto e migliorare costantemente le tue capacità.
Fare tutto questo ti porta a sviluppare la competenza più importante di tutte: Disciplina.

Questa Skill è oggi decisiva in qualunque contesto tu ti trovi ad operare perché ottenere Risultati, crescere davvero, significa saper rinunciare alla gratificazione immediata, significa accettare di perdere una battaglia per vincere la guerra ed essere umili.

Tutte cose che in un gioco come Bloodborne devi imparare per forza, se vuoi andare avanti.

Conclusione

Ricorda dunque le 5 lezioni di Bloodborne:

  1. Non parlare di errori, parla di Feedback
  2. Sii Consapevole delle tue Capacità
  3. Concentrati sul Risultato da ottenere
  4. Analizza il Contesto
  5. Allena la tua Disciplina

Queste lezioni ti saranno utili in qualunque contesto.

Jane McGonigal ha scelto il nome “Reality is Broken” per il suo libro sulla Gamification per un motivo semplice.
La Realtà in cui viviamo non sta funzionando più.
Non è soddisfacente, non è stimolante.

Dobbiamo continuamente sforzarci di rimanere concentrati, cosa che invece accade naturalmente in un videogioco.

Per questo la Gamification si rivela utile: trasforma la realtà in cui operi, la rende più interessante.

Non cambia le cose: cambia solo il modo in cui le guardi.

E questo è tutto ciò che serve, alla fine dei giochi.

_____________

Hai un progetto che pensi possa trarre beneficio dalla Gamification?
Ti do un consiglio: parliamone assieme, senza impegno.
Questo strumento è potente, ma ricorda che da grandi poteri derivano grandi responsabilità!
Puoi trovarmi su
linkedin, scrivimi un messaggio e facciamoci una chiacchierata.

--

--

L’Architetto della Mente
M.A.D. Gazette

Ti aiuto a prendere decisioni e costruire routine efficaci con cui vivere al meglio il tuo lavoro e le tue relazioni