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Indie Game: the movie

Ci sono un ciccione con degli ottimi gusti musicali, un diabetico depresso, un timidone ed il cugino meno cool di Nick Campbell che passano alcuni dei migliori anni del ciclo vitale di un essere umano a creare un videogame. Figo eh? Beh, si.

fé!
4 min readSep 9, 2013

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Prima di scoprire questo documentario ho sempre considerato la parola indie in modo negativo, ma qui la musica non c’entra. Questa è una storia di sacrificio, passione, talento, infanzia ed esaurimenti nervosi. Praticamente gli ingredienti che trovate ne L’attimo fuggente declinati nella forma documentario. Inoltre, come potete notare dalla locandina, c’è su il marchio del Sundance Film Festival, dal quale ha anche portato a casa un premio. Per quanto mi riguarda qualsiasi cosa venga anche solo ammessa al Sundance vale la pena di essere guardata, seguo questa regola dal ‘98 (anno di Pi Il Teorema del Delirio)e non sono mai rimasto deluso. Questo caso non fa eccezione.

Il film è un dietro le quinte semplice quanto appassionante che svela i processi di design, sviluppo, regressione sociopatica e disturbi alimentari che sono alla base di 3 videogame indie. Di nuovo questa parola, lo so, ma non c’è nulla di male ad usarla in maniera corretta. Questi progetti nascono e terminano in modo assolutamente indipendente da qualsiasi ricerca di mercato o committente e la cosa interessante è che finire in un mega store targato Microsoft non sminuisce la loro spontaneità e forza creativa, rispetto a titoli masticati e cagati da decine e decine di marketeer. Sono diversi. Sono il risultato di una singola visione, di un modo di procedere e disegnare un percorso, raccontare una storia, intrattenere ed emozionare. Ma diciamola anche più grossa: di esprimere una propria visione della vita (seeeh BOOOOOM).

Super MeatBoy

Dunque, il ciccio (Edmund McMillen) ed il depresso (Tommy Refenes) fanno squadra e sono le menti dietro Super MeatBoy. Un pupazzo caratterizzato dalla totale mancanza di pelle, al quale chiaramente capita di lasciare strisciate di sangue quando si lancia a tutta birra contro i muri per sfruttare un maggiore grip ed avere più spinta nel salto. Ma per salvare la propria amata questo ed altro. Soprattutto quando di mezzo c’è il terribile Dr Fetus

Braid

Il timidone è Jonathan Blow, papà di Braid. Vi dico solo che in questo gioco non avete vite da perdere o stronzate simili. Potete invece mandare in reverse il gioco per correggere la vostra strategia in qualsiasi momento. A me questa non sembra assolutamente una stronzata come tutte le altre.

FEZ. Ragazzi questa è vera Pixel Art. Si, l’apparente mondo 2D può ruotare svelando la parti tridimensionali.

Poi c’è il mio preferito: Phil Fish con il suo FEZ. Questo ragazzo è un sognatore vero. Ha anche molti problemi relazionali e blocchi psicologici, ma chi non ce l’ha. Comunque non è solo colpa sua. A tirare fuori il gioco ci ha messo troppi anni. Così capita che fai infuriare una mandria di ragazzini segaioli invidiosi che segaiolandosi ti prendono di mira e finisce che FEZ II non vedrà mai la luce. Ecco le parole di Phil a proposito:

FEZ II is cancelled.
i am done.
i take the money and i run.
this is as much as i can stomach.
this is isn’t the result of any one thing, but the end of a long, bloody campaign. You win.

Più chiaro di così.

In giro troverete un sacco di recensioni che fanno il punto sul rapporto tra grande industria ed underground, investimenti e ricavi abusando della parola startup. Ma lasciatele stare. Qui si tratta di persone e del loro bisogno di raccontare una storia, di raccontarci chi sono.

E a raccontare Lisanne Pajot eJames Swirsky sono stati davvero bravi. L’impianto è classico, interviste, flashback e camera sempre presente, ma riescono a cucire attorno ai personaggi un’atmosfera intima. 5 minuti di visione e fai già il tifo per loro.

Il documentario è frutto di due campagne su Kickstarter. Bello. Mi piace quando vengono fuori progetti diversi dalla band con due date all’attivo alla ricerca di soldi da buttare in uno studio di registrazione. Tanto poi finisce che li usano per stamparsi le magliette.

Guardatevelo. Lo trovate qui. Sono 10 dollari ed è pure sottotitolato.

http://youtu.be/GhaT78i1x2M

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