Un Festival che unisce il mondo: Internazionale a Ferrara

Marco Pedroni
Mapping Journalism
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5 min readMar 22, 2024

di Sara Favarato e Luca Pagano; fotografie di Eleonora Marzola

Internazionale è un settimanale fondato nel 1993 da Giovanni De Mauro e che da 18 anni ha legato il suo nome alla città di Ferrara, portando alla nascita di un connubio perfetto: Ferrara è Internazionale, e Internazionale è Ferrara.

Ogni autunno, Ferrara si trasforma in un crocevia culturale che attrae giornalisti, scrittori, e appassionati da ogni angolo del globo, grazie al Festival di Internazionale. Eleonora Mazzeo e Giovanni La Corte dell’Associazione IF, anima organizzativa del Festival, ce ne hanno parlato nel primo appuntamento di Mapping Journalism, il ciclo di seminari del corso di Giornalismo e media digitali di UniFe.

“Volete fare un Festival a Ferrara?”

Fa sorridere pensare a come un evento così importante per la città possa essere nato da una domanda così “banale”, eppure è così. Nel 2007, l’allora sindaco di Ferrara Gaetano Sateriale, in visita a Roma, passato di fronte alla sede di Internazionale suonò il citofono e pose la fatidica domanda. La presenza di altre attività simili nelle città limitrofe aveva indotto nel primo cittadino ferrarese quest’intuizione, che si sarebbe poi rivelata vincente.
Dal 2007, grazie alla collaborazione tra il Comune, la Provincia e l’Università degli Studi di Ferrara, la Fondazione Teatro Comunale, Arci e Internazionale, Ferrara cambia faccia ogni primo fine settimana di ottobre, accogliendo professionisti e appassionati da tutta Italia, ma anche dal resto del mondo.

Il grande giornalismo riempie la città

Il Festival Internazionale di Ferrara è un evento unico nel suo genere, che trasforma la città in un crogiolo di culture e idee. Dalle presentazioni di libri ai dibattiti, dai laboratori ai concerti, il Festival offre una varietà di eventi per tutti i gusti e interessi. Il Festival è un’occasione per incontrare i grandi nomi del giornalismo: ogni anno sono ospitati giornalisti, scrittori e intellettuali di fama internazionale, offrendo al pubblico l’occasione di ascoltare le loro voci e approfondire i temi più importanti dell’attualità.

L’idea è quella di un Festival diffuso: l’intera città mette a disposizione ambienti e risorse per permettere agli eventi di aver luogo, spesso anche in contemporanea. Spazi che normalmente non sono aperti al pubblico o che svolgono funzioni differenti agli scopi della manifestazione, spalancano le loro porte e permettono agli ospiti e al pubblico di entrare in una realtà nuova e ammaliante.

In questi anni dieci location hanno dato questa possibilità alla comunità di appassionati (nel 2017 si era arrivati a contarne 20). Tra queste, il Teatro comunale, il Cortile del Castello Estense, Piazza Municipio, Largo Castello, Chiostri di San Paolo e altri ancora.

“Potete pagare in due modi: o con i soldi o con il vostro tempo”

Il Festival è caratterizzato da lunghe file che iniziano a crearsi già dalla mattina presto per riuscire ad accaparrarsi o il posto all’interno della location o il biglietto necessario a prenotarsi un posto per gli eventi
maggiormente richiesti e che si tengono in luoghi ampi.
Una prova di resistenza: solo chi è realmente interessato riuscirà ad arrivare alla fine. Ma anche un’occasione di incontro tra persone che condividono gli stessi interessi e si assomigliano; si instaurano dialoghi tra sconosciuti basati su piaceri condivisi. Come sostiene il direttore Giovanni de Mauro, “Potete pagare in due modi: o con i soldi o con il vostro tempo”: e il Festival ha scelto la strada del tempo.

Un lungo lavoro organizzativo

Se il Festival occupa solo un weekend, la sua organizzazione invece richiede dedizione e impegno per tutta la restante parte dell’anno. Per la buona riuscita dell’evento i partner istituzionali, che mettono a disposizione le location per gli eventi, collaborano con la direzione artistica ed editoriale, incarnata da Arci e in particolare dall’Associazione IF. Quest’ultima inizia a preparare il Festival con l’inizio dell’anno e, oltre a occuparsi dell‘ospitalità per i relatori, ha il compito di organizzare i loro viaggi. Anche dall’Amazzonia.

Dalla prima piccola edizione del Festival, che prevedeva la presenza di 70 ospiti con a disposizione solo il Cinema Apollo e il Teatro Comunale, vi è stata una significativa evoluzione: negli anni precedenti alla pandemia da Covid-19 si arrivava fino a 300 relatori con 20 location. Tutto questo richiede un grandissimo lavoro di programmazione.

Inclusività e sostenibilità

Internazionale non ha solo l’obiettivo di dare voce a giornalisti e intellettuali, ma ha anche una vera e propria mission culturale: rispettare l’ambiente e garantire l’accessibilità a tutti.
Per quel che riguarda la sostenibilità, il Festival dal 2014 è certificato ISO 20121 e, in più, ogni singolo evento è raggiungibile a piedi. La certificazione garantisce, a livello internazionale, che l’evento o un soggetto coinvolto nell’evento opera in maniera sostenibile: può essere riconosciuta a chi gestisce direttamente l’evento, a chi fornisce servizi e anche alle location.
L’inclusività, invece, viene perseguita attraverso l’ingresso gratuito (per tutti gli eventi, esclusi, coem detto, workshop e proiezione di documentari), l’assenza di barriere architettoniche e, in alcuni casi, la traduzione nella lingua italiana dei segni.

Diamo i numeri

Qual è il pubblico del Festival? Età media 35 anni, con una maggioranza femminile e proveniente da altre città. Negli ultimi anni si sono toccate le 60.000 presenze, grazie agli oltre 100 incontri che hanno raggiunto più di 150 ore totali di programmazione.

Un’esperienza da non perdere

Il Festival Internazionale di Ferrara è un’esperienza da non perdere per tutti gli appassionati di giornalismo, cultura e attualità. Un’occasione per conoscere nuove idee, incontrare persone interessanti e vivere una città in festa. Segnatevi le date del prossimo Festival: 4, 5 e 6 ottobre 2024.

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Marco Pedroni
Mapping Journalism

Proudly a sociologist, whatever that means. I write about digital media, cultural industries, artificial intelligence, and academia