Il potere medicinale della scrittura

Antonela GM
StarDust
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4 min readApr 29, 2017

Non sono una scrittrice. Vorrei svegliarmi una mattina consapevole del fatto che un lampo ha colpito il mio cervello in una nottata tempestosa e mi ha donato il magnifico e mistico potere della scrittura creativa. Per il 25 dicembre ho scritto a babbo natale una letterina toccante, parlavo di quanto avrei voluto un lessico infinito come regalo, incartato con la grammatica italiana perfetta e un fiocco di sintassi autentico. Siamo a fine aprile e ancora non ho avuto notizie né del barbuto in rosso né del regalo.

Nonostante il mio non mestiere da scrittrice, il mio regalo mai arrivato e la mia scarsa concentrazione per qualsiasi cosa in questo mondo, sono riuscita a finire il mio primo vero racconto. Sì, l’ho finito proprio adesso e sono felice come la prima giornata di mare durante la settimana di ferie ai caraibi. Mi vedo lì sul lettino bianco sotto l’ombrellone di paglia e il cameriere che mi porta una caipiroska alla fragola. Che goduria. Potete capire dunque quanto ora mi senta soddisfatta. Eh si, perché per la prima volta non stavo scrivendo per me stessa, non ero davanti al computer a sfogare i miei dispiaceri in personaggi cupi e scontrosi, questa volta no. Avevo una data di scadenza, avevo un tema da seguire, e ora avrò anche una bella mail con spiegazioni sul perché non sono una scrittrice. Questo, come vi ho già accennato, lo so bene. Non sono una scrittrice, e lo posso scrivere sui muri di ogni città. Come potrei esserlo se sono cresciuta a pane e Jane Austen (tanto per dirne una)? Ecco, lei si che era una vera scrittrice e non sarò mai lontanamente vicina alla sua arte. Non me la prendo con me stessa, dicono che se punti alle stelle potrai comunque ammirare il paesaggio durante il viaggio (o qualcosa del genere, non amo le frasi dette e ridette). E quindi voglio godermi questo momento e condividerlo con tutti voi. Questi sono i minuti in cui ho finito il mio primo racconto e ancora non ho ricevuto nessuna mail che mi riporti alla triste realtà dei fatti ovvero che non ho la stoffa per fare la scrittrice.

Adesso mi trovo al bar, con un bicchiere di vino rosso e chiacchiero con Virginia Woolf, con Alda Merini, con Charlotte Bronte con Agatha Christie e con tante altre. A loro non importa se non sono una vera scrittrice. Mi stanno dicendo che si può certamente imparare bene la grammatica, si può arricchire il vocabolario e si può anche studiare la sintassi, ma non si può imparare a far nascere una storia se non arriva quel impulso dallo stomaco. Bene, io l’impulso ce l’ho! Ce l’ho! Sono nata con il cazzotto allo stomaco che ti impone di scrivere ciò che il cervello ti detta. Non sono una scrittrice è vero, e sicuramente non lo sarò mai, ma oggi ho finito il mio primo racconto e sono felice.

Che poi, parliamoci chiaro, quali problemi dovrei pormi? A dirla tutta, oggigiorno con l’avvento del web e blablabla (non vi annoio con le solite cose) tutti scrivono libri, tutti scrivono pareri (oh, quanto ci piace!) e tutti scrivono, punto. E allora scrivo anch’io, e che cavolo. Quindi eccolo qua, un articolo che parla del niente, e sapete perché? Perché scrivere fa bene all’anima. Scrivere salva le persone come me che provano un certo piacere nel vivere in un limbo tra la malinconia e la depressione, perché scrivendo ci trasportiamo in mondi paralleli dove i nostri personaggi sono gli eroi che combattono i cattivi, e vincono. Scrivere fa scivolare via la tristezza tra le lettere e, quando finisci di scrivere, non ricordi nemmeno più perché eri così arrabbiata con il mondo.

Forse ho esagerato un pochino, non sono poi così triste e depressa, però ammetto che nei momenti peggiori scrivere mi ha salvato. E oggi scrivo perché mi piace e perché sinceramente non saprei vivere senza premere i tasti del computer o senza scarabocchiare le pagine ingiallite dell’agendina che mi accompagna da sempre. E come vi dicevo, ho finito il mio primo racconto che scommetto non leggerete mai, ma è il mio primo lavoro finito. Spero che un giorno, quando sarò vecchia e l’artrite non mi lascerà più scampo, qualcuno al mondo tirerà fuori da uno scatolone pieno di polvere un libro con il mio nome sulla copertina.

Se diventerò mai famosa vi aggiornerò non preoccupatevi, nel frattempo siate felici con me perché oggi è un giorno importante (come ogni 29 aprile, ma questa è un’altra storia). E se vi sentite un po’ giù prendete carta e penna e scrivete, perché scrivere fa sorridere l’anima.

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Antonela GM
StarDust

"Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppur io stesso" L. P.