Mentine Agili — Fatto è meglio che perfetto

Caramelle gusto Leadership, Management e Filosofia Agile

Nicole Bartolini
Mentine Agili
2 min readAug 28, 2020

--

Mentine Agili è una serie di articoli brevi dedicata al mondo Agile, ai nuovi modelli di leadership e organizzazione del lavoro.

Mi piace immaginare queste storie come caramelle: veloci da assaporare, facili da portare in tasca e sempre pronte per essere offerte ad amici e colleghi.

Non solo gommose alla menta, le menti(ne) agili sono il target di questa rubrica: stimolare nuove idee e riflessioni o semplicemente rinfrescare la memoria su temi noti ma mai banali… il tutto in massimo 3 minuti di lettura.

Pronti?

Fatto è meglio che perfetto

Un lavoro svolto al 95% e nel rispetto delle deadline è preferibile ad un lavoro perfetto consegnato in ritardo.

Attenzione però, un lavoro “abbastanza buono” non significa incompleto nè svolto in maniera superficiale. Comprendere il concetto di “good enough” significa capire quando il lavoro è concluso in maniera soddisfacente e le nostre energie non sono ancora del tutto esaurite.

Spesso infatti, per raggiungere il 100% di un obiettivo, consumiamo più energie che per svolgere il precedente 95% del lavoro, con il risultato di superare i tempi di consegna, provando frustrazione o snervando il team con cui stiamo collaborando. Il valore aggiunto in quell’ultimo 5% non giustifica le energie e il tempo investiti per questo obiettivo.

Inoltre, capita spesso che il nostro contetto di perfezione sia inarrivabile, uno standard auto-imposto che in realtà non è percepito all’esterno, rendendo i nostri sforzi ancora meno comprensibili a chi ci sta intorno.

Un buon metodo per evitare di fossilizzarsi sul raggiungimento della perfezione sono le iterazioni, mutuate direttamente dalla filosofia Agile.

Applicando il concetto di iterazione al nostro lavoro possiamo lavorare per step fino al raggiungimento dell’obiettivo e, nel caso sia necessario rispettare una deadline o rispondere ad un’emergenza imprevista, fermarci allo step “good enough” con la consapevolezza di poter riprendere in mano quanto fatto e completarlo in un secondo momento (ma spesso non sarà necessario!).

Questo è anche un ottimo metodo per uscire dal pensiero negativo tipico della sindrome dell’impostore, che ci impone di raggiungere standard qualitativi inarrivabili pena il fallimento totale.

Photo by Brett Jordan on Unsplash

--

--