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Buone pratiche di mentoring professionale: il caso della Roosevelt University di Chicago

Il mentoring professionale comincia ad essere praticato anche nel mondo accademico. Come in molti altri ambiti, le Università statunitensi fanno da apripista. Già da decenni un po’ tutti i grandi atenei offrono ai loro studenti l’opportunità di partecipare a programmi di peer mentoring nei quali le matricole o freshmen sono seguiti dagli studenti degli anni successivi, i sophomores del secondo anno, i juniorsdel terzo ed i seniors del quarto, nella non facile integrazione in un contesto fortemente meritocratico e competitivo. Seppur non possiamo propriamente parlare di mentoring professionale, non mancano i College nei quali gli studenti mentori sono effettivamente retribuiti o con un vero e proprio salario orario, come nel caso dell’ , o con una borsa di studio, come nel caso degli , Iniziative molto interessanti ma non lontanissime concettualmente dalle sperimentazioni di tutoraggio studentesco “retribuito” con crediti formativi che ormai si diffondono anche negli Istituti superiori e nelle Università del Bel Paese. Ma il caso del della Roosevelt University di Chicago è, invece, molto più originale…

La di questa non troppo conosciuta Università privata della cosmopolita capitale mondiale del Blues è di per sé singolare ed affascinante. Nell’aprile del 1945, mentre in Europa si consumavano gli ultimi giorni di guerra, Edward James Sparling, preside dello Young Men’s Christian Association (YMCA) College di Chicago, si dimise per non dover dar seguito alla richiesta del consiglio di amministrazione dell’Istituto di limitare l’accesso ai corsi sulla base del sesso, della cittadinanza e delle origini etniche degli studenti. Una decisione clamorosa per un’opinione pubblica ancora pochissimo incline a riconoscere la discriminazione razziale come un problema degno del movimento dei diritti civili che sarebbe nato da lì ad un decennio. Una decisione tanto più clamorosa quanto più inattesi furono le sue conseguenze: la quasi totalità dei docenti e degli studenti seguirono il preside nel progetto di dar vita alla Roosevelt University, un ateneo tutto nuovo che, sin dall’inizio, si distinse come baluardo del diritto all’istruzione senza discriminazioni di sorta. I risultati di quell’atto di coraggio e coerenza morale ed intellettuale di 75 anni fa sono di tutto rispetto: l’Istituto annovera oltre 120 tra corsi di laurea e programmi di alta formazione, oltre ad un rinomato ente di formazione professionale, un conservatorio musicale ed una scuola di teatro.

Il programma di mentoring professionale della Roosevelt University è l’ultima delle iniziative di una scuola che dell’innovazione ha fatto una bandiera. Si tratta di dare ai migliori studenti dell’ultimo anno l’opportunità di avere come mentore un professionista affermato nel settore in cui si stanno preparando ad entrare. La descrizione che il bando fa delle attività del mentore e del mentee sintetizza perfettamente le principali finalità di qualsiasi buon programma di mentoring professionale:

  • stabilire quali obiettivi professionali il mentee intende perseguire una volta laureato;
  • verificare la coerenza di tali obiettivi con il percorso formativo che il mentee sta svolgendo, identificando eventuali aree in cui è necessario approfondire conoscenze e competenze per prepararsi al meglio;
  • collegare gli obiettivi generali a concrete opportunità lavorative attraverso la conoscenza del mercato del lavoro del mentore;
  • discutere le più efficaci metodologie di networking e pianificare le occasioni nelle quali mentore e mentee possono fare networking insieme per gettare le basi di future collaborazioni.

Il College conferisce l’incarico annuale di mentore a professionisti che si sono specializzati in un determinato settore per almeno 5 anni e siano disponibili ad incontrare il mentee almeno una volta al mese per un intero anno accademico. Inutile dire che, nel solco di una tradizione che ha fatto della diversità il proprio valore fondante, l’Istituto apre questa interessante opportunità a persone dal background più vario e dalla formazione più diversificata, con il solo importante minimo comune denominatore del sincero interesse per lo sviluppo personale e professionale dei giovani talenti che si aprono al mondo del lavoro. Non c’è molto da aggiungere al motto del programma: “Quando costruisci connessioni, quelle connessioni costruiscono te: niente di più semplice. Il mentoring ti dà l’opportunità di imparare e sviluppare te stesso grazie ad una partnership di valore con un professionista affermato. Agisci oggi per preparare il tuo domani!”.

L’esperienza della Roosevelt University di Chicago è un esempio di eccellenza che speriamo si possa seguire anche dalle nostre parti nella consapevolezza che, in un mercato del lavoro sempre più globale, qualsiasi titolo accademico costituisce sempre più condizione necessaria ma non sufficiente a realizzare le proprie piccole e grandi ambizioni di carriera. È importantissimo essere in grado di tradurre ciò che abbiamo imparato a scuola in competenze direttamente spendibili sul mercato. Il supporto di un mentore professionista che opera proprio in quel mercato può essere decisivo. I programmi di mentoring di MentorLab sono specificatamente progettati per mettere le conoscenze e le esperienze dei nostri mentori professionisti al servizio dello sviluppo non solo delle competenze dei loro mentee ma anche della loro capacità di far leva su tali competenze per realizzarsi pienamente.

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Professional Mentoring for Individuals and Organizations.

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Fabio Salvadori

Seeker. Author. Mentor. Coach. Facilitator. | | Committed to a world where no one feels left behind.