Aperture

Francesca Varago
Meta Podia (με τα πόδια)
2 min readJan 9, 2019

Camminare è diverso da qualunque altro modo di spostarsi. Non ne avevo consapevolezza, finché non mi sono fisicamente trovata sulla strada, con tante altre persone che, come me, avevano deciso di fare un viaggio a piedi. Allora mi sono resa conto che muoversi a piedi è qualcosa di unico. No, non esagero. Ognuno ha il suo ritmo, no? Ecco. Quando ci muoviamo in auto o in treno, semplicemente stiamo andando a un ritmo che non è il nostro. E il paesaggio fuori dal finestrino arriva con prepotenza, veloce, e altrettanto rapidamente scivola via. Non c’è tempo per assaporarlo o anche solo per comprenderlo. Quando andiamo a piedi,invece, il ritmo è quello giusto, il paesaggio ci accompagna e si apre benevolo di fronte a noi. C’è tutto il tempo per assimilare quello che vediamo, per guardare con calma e lasciarci stupire.

E certi paesaggi, lungo le strade e i sentieri della Grecia, mi hanno lasciata molto più che stupita. A volte sentivo che davanti ai miei occhi c’era qualcosa di troppo grande, di troppo forte, per poterlo soltanto guardare.

Come quando, nel primo giorno di cammino, siamo capitati in un sito archeologico del Neolitico. La memoria non sarebbe bastata: ho dovuto scrivere.

Sostiamo.
Il cielo tra i rami
ha sapore d’altro tempo.
Ci sembra
l’alba del mondo,
quando ai nostri avi
si schiudevano dolci rami
di foreste vergini.

Ora cerchiamo ancora
quel patto spontaneo
e con passo leggero
andiamo
attraverso prati incalpestati.

Solchiamo lievi
le acque del silenzio,
quasi senza peso,
verso orizzonti in movimento.

Sentiamo su di noi
il peso del l’immensità
-ampiezza di sguardi
specchiati nell’azzurro.

Ed ogni cosa è immobile
in queste piane erbose,
in questi campi aperti
dove s’indugia il tempo.

E tutto questo
fluisce nel cuore,
ci rimescola il sangue.

Ci son cose
a cui diamo voce
ed altre
che lasciamo al silenzio.

Ma insieme,
con eterna lentezza,
camminiamo verso Est
e le nostre ali libere
si distendono nel vento.

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