NEL NOME DI MARCO

Una storia allo specchio: il dramma di un prete tifoso di Pantani

scenafutura
Michele Marziani
3 min readDec 27, 2016

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La copertina del libro disegnata da Riccardo Guasco

« Sono lì quel giorno. Al traguardo. In attesa. Ci sono andato apposta. Mi ci sono fatto mandare. Non ho mai visto Marco Pantani correre al Giro. Anche quel giorno lo vedo solo per una frazione di secondo. Quella in cui taglia il traguardo a schiena curva, con le mani a stringere il manubrio e la fatica dipinta sul volto. La faccia quasi incredula, insicura, di chi non comprende bene di aver vinto, di chi non è certo fino in fondo di averli sorpassati tutti. Eppure nella fronte aggrottata c’è il sorriso, in quelle pieghe che trattengono il respiro, che costringono alla pedalata dura. Vedo gli occhi. Vedo l’uomo.

Neppure mi accorgo del baccano, del tifo da stadio, delle bandiere nere con ossa e teschi che sventolano al passaggio del Pirata, degli altoparlanti, dei palloni a forma di immensi bicchieri di tè freddo, delle scritte degli sponsor dappertutto.

Ho percorso la strada che conduce al traguardo, l’ho percorsa prima della gara, per un tratto, a piedi, coi ragazzi della parrocchia. Ho visto le scritte sull’asfalto: tutte per Pantani. È lui, è il campione che tutti ci aspettiamo vincitore.

Così andiamo al traguardo. A attendere. Contiamo tutti sulla salita perché lui in salita è unico. In più io conto sulla Madonna Nera. Sì, lo so, i miracoli sono cose forse più serie, ma anche lei secondo me tifa Pantani. Quando mi è scappato di dirlo al cardinale Marcolongo, a quello che è stato il mio padre spirituale e oggi è alle prese con le mie preoccupazioni… Beh, quando ho detto al cardinale che anche la Madonna Nera tifa Pantani, prima mi ha guardato serio e mi ha intimato di non essere blasfemo. Poi si è messo a ridere e ha detto: «Fausto, Fausto, forse hai anche ragione, qualcuno si dovrà ben occupare di lui per farlo vincere. Così poco aggraziato, sembra quasi rachitico, magro, con quelle orecchie a punta, un fisico che proprio non aiuta… Eppure vince…»
«Eppure vince…»

Sono le prime pagine di Nel nome di Marco.

Giro d’Italia 30 maggio 1999. Marco Pantani arriva primo sul traguardo ad Oropa. Una vittoria ottenuta a dispetto della sfortuna che lo ha appiedato all’inizio della salita, ma che non gli ha impedito di andare a riprendere e staccare a uno a uno gli avversari in una rincorsa mozzafiato. All’arrivo, confuso tra la folla in delirio, c’è don Fausto…

A dieci anni dalla scomparsa di Marco Pantani, Michele Marziani scrive un romanzo in cui il mito del Pirata, tra ascesa e caduta, viene ripercorso nella personale vicenda del protagonista, un ex sacerdote che ha lasciato la tonaca per sposare la donna che ama, ma che vive come una punizione la sofferenza per la malattia e la “diversità” del figlio nato da quel matrimonio. Fino a trovare da ultimo un’inattesa, sorprendente risposta.

Ediciclo editore, 2013
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