FIX HELLAS, ma solo quando te lo chiedo

Ma cosa c’è da sistemare in Grecia?

Michele Mennielli
Congested Area
Published in
5 min readMay 31, 2015

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Quando si arriva all’aeroporto di Atene, prima ancora di uscire a godere del sole caldo e dell’aria carica mare, è il messaggio della foto a darti il primo benvenuto. “Aggiusta la Grecia!” ti dicono, e ti senti già partecipe in qualche modo dei destini di questo paese. “Lets fix it then!” ti viene da rispondere. Inizi da subito a vedere le cose sotto una luce diversa. Anche il tipo che avevi maledetto un secondo prima, quando nel corridoio dell’aereo aspettando che si aprisse il portellone ti ha riempito di gomitate mentre tentava di tirar giù la valigia e quando poi ha capito che l’impresa sarebbe stata al di sopra delle sue capacità, ha preso il telefono per chiamare qualcuno e raccontare l’umiliante disfatta nello scontro uomo-borsa. “Excuse me Sir, may I ask you a question?” faccio io. Il tipo interrompe la telefonata e passa all’inglese senza fare una piega. “Of course re, anything”. Non nascondo che quel “re” infilato nella frase mi ha colpito facendomi immaginare che qui tutti si considerano Re di qualcosa e che anche il tipo davanti a me sarà sicuramente un Re, quindi forse non dovrei… ma ormai non potevo tirarmi indietro. “Why are you spending money using a phone to talk to your friends? Wherever they are in the World, I assure you they can perfectly hear you from here!”. Appena terminata la frase ho avuto il gesto istintivo di mettermi in posizione di difesa, in attesa del cartone che mi sarebbe arrivato dritto dritto in faccia nel giro di pochi attimi. Poi ho realizzato che in quel corridoio d’aereo ero più incastrato che in una partita di twister, e ho lasciato perdere la difesa..

Beh dicevo, anche quel tipo ti viene da amare, non solo perché invece di un cartone si è fatto una grassa risata e ha potuto aggiungere un nuovo aneddoto al racconto che faceva al suo amico al telefono (cosa di cui ancora mi ringrazio), ma anche perchè se non ha abbassato il tono di voce, è perché qui non sono mica timidi, non si vergognano di dire quello che pensano e di farsi sentire. Perché qui la parola è importante, era ciò che rendeva un ateniese “cittadino”. Raccontare, apprendere, confrontarsi su quello che accadeva in città era l’attività principale di ogni buon ateniese fin da prima di Pericle.

Se mi ha mandato a casa pieno di lividi sulla schiena, è perchè qui i greci sono abituati a combattere. Prima per la conquista di mezzo mondo, poi contro i tedeschi, i turchi, i tedeschi, i fascisti, gli italiani, i tedeschi, i militari, i tedeschi, l’economia, la Troika i tedeschi!

Con questi pensieri in testa a attraverso la porta, rileggo un’ultima volta il messaggio e tra me e me prometto che sì, anch’io farò la mia parte. E proprio mentre sono preso a fantasticare sulle incredibili imprese che andrò a compiere a fianco di altri supereroi greci, vado a sbattere su un gigandesco cartellone pubblicitario. “FIX Hellas. The Greek word for Beer”.

“Ah. Una birretta quindi. Vabbè, sempre meglio del maalox.”

Mi sono subito chiesto se l’aver messo all’ingresso di Atene un simile messaggio, nonostante si tratti solo di un brand, sia da attribuire al caso o a qualche markettaro provocatorio. Di sicuro però chi ha scelto il nome della birra ci ha visto lungo, mi dico.

Ingenuo.

Fix, il cognome di un ragazzo che durante l’occupazione turca della Grecia si era trasferito a Monaco. Dopo la liberazione, nel 1850 torna a casa e come tutti quelli che vivono per qualche anno in un altro paese, tornando si è portato dietro un pezzo di quella esperienza per condividerla con i suoi concittadini. In questo caso più che un pezzo, direi una botte.

La birra Fix, che ha preso naturalmente il nome del suo fondatore, è stata per 110 anni la più importante e riconosciuta bevanda della Grecia. Un brand e una famiglia potenti, ricchi e rispettati. La prima ad essere entrata nel mercato, la prima come vendite fino a metà degli anni 60. Nè la famiglia né la birra sopravviveranno infatti ai Colonnelli ed alla più generale soppressione del libero pensiero per la quale dobbiamo ringraziare la Giunta Militare (1967–74). Dopo un tentativo di rilancio negli anni 80, si dichiara ufficialmente il fallimento ed il marchio passa nelle mani della National Bank of Greece (eh già, le banche). 10 anni dopo, saranno tre greci a ricomprarsela e grazie ad un investimento milionario ed alla buona memoria degli ellenici che avevano sì smesso di berla, ma non l’avevano dimenticata, FIX Hellas è tornata protagonista delle giornate dell’assetato paese.

Non so se Ioannis Fix nel dare il nome alla sua birra nel 1850, immaginasse che un giorno di 150 anni più tardi un ragazzo italiano si facesse tutte queste pippe mentali nel leggerlo, ma credo (e spero) di no.

Quello che so è la Grecia è piena di storie di scontri e battaglie, gli stessi dèi non facevano altro dalla mattina alla sera (oltre ad accoppiarsi randomicamente tra di loro e, quando annoiati delle prestazioni divine, anche con umani). E’ nel loro DNA, sono caparbi e tenaci, e per quanto puoi provare a soggiogarli, alla fine avranno la meglio.

Mi sembrano ci siano due aspetti del carattere dei greci utili a fargli rialzare la testa anche nelle situazioni più complicate: troppo legati alla loro cultura per lasciare che qualcuno gliela porti via (ti diranno che non è vero, che tutto fa schifo e non funziona niente, ma se sei tu a dirlo ti saltano al collo); e sono un popolo emotivo, dove il cuore conta spesso più del cervello e l’istinto più della ragione. Ed è più facile fiaccare la mente che il cuore.

A questo punto voglio finire la frase che avevo iniziato a sussurrare a me stesso mentre calpestavo la scritta in aeroporto… anch’io farò la mia parte, proverò a far raccontare la Grecia dalla Grecia e Atene da Atene, con tutte le loro contraddizioni. Perché per capire se c’è veramente qualcosa di rotto che va sistemato, bisogna prima conoscere l’oggetto che si sta osservando. E chi meglio dell’oggetto stesso potrebbe dirci se vuole essere messo a posto o se quella è la sua natura e sta bene così?

Sarà quindi Atene stessa a parlare, e oggi #atenedice FIX HELLAS, ma solo quando te lo chiedo!

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Michele Mennielli
Congested Area

I listen. I read. I travel. I see. I doubt. I ask. I think. I think again. Sometimes I write.