Cos’è lo UX Writing. Le parole delle interfacce digitali

Valentina Di Michele
Microcopy & UX Writing in Italia
5 min readFeb 7, 2019
foto: Unsplash — Raw Pixel

Lo UX Writing è è una tendenza recente nella comunità dello user experience design.

Nata come attività ultra-specialistica all’interno di colossi digitali anglosassoni (come Google, PayPal o Dropbox), quella dello UX Writer è diventata nel corso del 2018 una professione in rapida ascesa anche in Europa.

Scheda UX Writer di Google

In Italia, però, c’è ancora molta confusione sulle attività che svolge e sul suo ruolo all’interno del gruppo di lavoro.

Nel nostro paese infatti gli UX Writer puri sono pochi: in molti si occupano anche di Architettura dell’Informazione, di Content Design, di Design delle conversazioni (o Conversational Design), di Scrittura per le Interfacce (UI writing), di technical o business writing. In contesti meno strutturati (agenzie o società digitali medio-piccole) sono i Content Strategist a curare tutti gli aspetti della progettazione delle parole.

Con questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Cos’è lo UX Writing

Il termine è nuovo, ma il lavoro esiste da tempo. L’UX Writing è una metodologia per la scrittura dei contenuti delle interfacce di siti web, app e servizi digitali, e aiuta gli utenti a interagire meglio e completare i processi pensati per loro.

Fino a qui, tutto bene.

Lo UX Writing è una metodologia: inizia dalla ricerca sugli utenti e finisce con il testing. In mezzo c’è la scrittura, che è una forma di “traduzione” tra la lingua di chi progetta e sviluppa e la lingua delle persone comuni che usano un servizio o prodotto.

FAQ di Dropbox

La natura delle interfacce digitali richiede testi brevi, e infatti lo UX Writer produce microtesti (microcopy):

  • bottoni (come le call to action);
  • voci di menù;
  • messaggi di errore e di conferma;
  • placeholder;
  • moduli di contatto;
  • moduli di iscrizione (a corsi, newsletter etc.);
  • stati vuoti;
  • termini e condizioni;
  • FAQ;
  • pagina 404;
  • istruzioni.

Ma anche tutte le parole che troviamo nelle interfacce quando, ad esempio, acquistiamo dei prodotti o completiamo un acquisto nel carrello.

Esempio di microtesti di Amazon

I microtesti dello UX Writing hanno quindi l’obiettivo di semplificare le azioni delle persone e di renderle naturali: la regola è quindi “don’t overdo”, non esagerare.

Messaggio di transizione tra due domini (da Booking a GotoGate)

Sono parole che commentano le interfacce e guidano le persone, e hanno effetti anche sulla progettazione dell’architettura informativa e della navigazione dei prodotti digitali.

I messaggi trasparenti che parlano nella lingua naturale degli utenti e fanno compiere in maniera semplice e quasi automatica dei processi complessi, sono da preferire a quelli più ricchi che usano un linguaggio tipico dell’advertising o del copywriting tradizionale.

Nello UX Writing si preferisce il plain language (lo “scrivere chiaro”): più la lingua è simile a quella delle persone che usano il servizio o prodotto, più la useranno (e quindi acquisteranno o compiranno azioni sul sito/app).

Modulo di richiesta di aiuto di Lastminute.it

Per conoscere a fondo le parole che piacciono di più agli utenti, l’UX Writing comprende anche lo studio iniziale del pubblico che userà il prodotto e continui A/B test sugli utenti finali: i test migliorano i microtesti perché evidenziano quelli che le persone tendono a scegliere di più.

L’UX Writing, come abbiamo visto, non è un copywriting “ristretto”, ma può essere una delle mansioni di un Content Strategist, che ha una visione completa della strategia dei contenuti di un servizio o prodotto digitale.

Microtesti di Uber

I “ferri del mestiere” dello UX Writer

Tra i ferri del mestiere di un professionista della scrittura, anche se tecnica, ci sono innanzitutto la conoscenza della lingua di riferimento e delle tecniche di base del copywriting.

E ci sono poi competenze specifiche:

  • visione completa del flusso digitale da “raccontare”;
  • conoscenza dei processi tecnologici che dovrà “tradurre”,
  • conoscenza dei fondamenti di psicologia e delle neuroscienze;
  • capacità di disegnare o di trasportare nella scrittura le guide di stile e il tono di voce dell’azienda;
  • consapevolezza dei principi di base di usabilità e di testing.

E in ultimo, come ciliegina sulla torta, la capacità di narrare. Senza abusare della parola storytelling (che esiste: come user story e UX storytelling), dare la forma di una storia all’interazione dell’utente con un processo (di acquisto, di registrazione, etc.) rende il flusso più attraente e riduce il carico cognitivo.

foto: Unsplash — Hal Gatewood

Lo UX Writer lavora in team

Scrivere testi brevi che commentano l’interfaccia in modo intuitivo, chiaro e univoco ma rispettando nello stesso tempo le guide di stile dell’azienda non è facile.

Anche nel sistema-lavoro italiano, dove le professioni sono meno verticali e i ruoli sono più eclettici, uno UX Writer non lavora mai da solo.

Di solito è inserito in un gruppo di lavoro composto almeno da uno UX Strategist (o un Project manager) che ha la visione completa del progetto, un designer e uno o più sviluppatori.

Nei casi migliori, il team è ampio e composto da Content strategist, Architetti dell’informazione, UX Writer e Content designer che lavorano insieme al gruppo di sviluppo, sulla base di ricerche sugli utenti e con test di usabilità finali.

foto: Unsplash — Raw Pixel

In breve

Lo UX Writer è una figura ancora poco diffusa in Italia, spesso confusa con il copywriter tradizionale. Il suo ruolo è più vicino a quello di chi progetta le architetture verbali dei prodotti e servizi digitali e dei software, ma ha molti punti in comune con il business e il technical writing, il product e il service design e i testi delle interfacce conversazionali.

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Il gruppo Microcopy & UX Writing Italia è una community dedicata a chi scrive per lavoro testi e microtesti di siti web, app e servizi digitali. Troverai suggerimenti e consigli utili per lavorare: vieni a trovarci!

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