Check list, decollo

Angelo Biolcati Rinaldi
minnie marinara
Published in
7 min readSep 17, 2018

Minnie è un Soleri Echo 21; ha una deriva mobile con 140Kg di zavorra sotto.

Con la deriva retratta la barchetta è mooolto instabile; da tener presente quando monti in piedi sulla falchetta per salire dal finger. Non solo quello: prova ad muoverti a motore, con la deriva su… va dove vuole lei, piroettando e driftando come un’anatra ubriaca. Quindi:

0. deriva giù! Sempre

Da Marinara si esce in mare necessariamente a motore, attraverso le dighe foranee. Quindi adesso pensiamo al motore. Prima di tutto facciamo scendere il timone, poi togliamo il sacco di protezione e lo mettiamo nel gavone di destra, dove c’è il salvagente. Mettiamo in verticale il motore agendo sul blocco dietro il gambo: si tira dall’incavo della cappottina, si apre il blocco e si accompagna indietro. Di solito faccio sempre rifornimento dopo l’attracco, quindi il serbatoio dovrebbe essere pieno (e con poca aria umida dentro, metti mai che condensi). Diamo un’occhiata svitando il tappo; se c’è bisogno di rabboccare vedi istruzioni nella check list dell’atterraggio (toDo); riavvitiamo il tappo e svitiamo lo sfiato, il piccolo tappino che c’è sopra il tappo. Intanto che siam qui togliamo l’antifurto del motore e lo mettiamo via insieme al sacco.

1. giù il motore

Adesso bisogna far scendere il motore in acqua agendo sul supporto motore; c’è un’astina ad “L” infilata in un apposito foro che abbiamo fatto noi sul braccio scanalato di destra: lo sfiliamo e lo infiliamo sotto il cardine di prua del gavone di destra. Svitiamo le manopole nere del supporto motore avendo cura di tirare (verso di noi, verso prua) con la mano sinistra i bracci scanalati, attualmente in blocco nella posizione superiore; il piede destro sta sul bordo della poppa di fianco al timone; con la mano destra tiriamo su appena il motore prendendolo dalla sua impugnatura; spingiamo (via da noi, verso poppa) i bracci scanalati che così si sbloccano e accompagnamo verso il basso il motore con la mano destra. Pesa un casino, ma le molle del supporto si tendono man mano che scende e alla fine (con 2 molle operative) bisogna calcarlo bene in acqua con la destra mentre la sinistra torna a tirare i bracci scanalati fino a bloccarli nella posizione inferiore. Avvitiamo i pomelli neri e il motore è pronto.

2. vele pronte ad essere issate

Se si prevede di fare un giretto a motore e bona, questo passo va saltato. Se poi si cambia idea è sempre possibile preparare le vele in navigazione, ma è più pericoloso. In sintesi si tratta di portare la drizza randa, che adesso fa il lavoro dell’amantiglio, alla penna della randa e assicurarla lì (toDo: foto). Liberata la drizza aprendo lo stopper di destra, la sfiliamo dall’estremità del boma e la facciamo passare tra i lazy jack (che adesso sostengono il boma). Bisogna tesare la scotta randa, se no il boma va a spasso quando ci afferriamo a lui per salire sulla tuga e fissare la drizza nel suo punto di lavoro. Si può aprire la cerniera lampo del lazy bag, ma direi solo fino a metà, così la randa sta più in ordine. Cazziamo la drizza e la vediamo allinearsi all’albero. Chiudiamo lo stopper di destra. Poi andiamo a prua a liberare il fiocco: c’è un “calzare romano” che lo stringe allo strallo; slegato il suo nodo piano togliamo la cimetta nera e la riponiamo nel gavone dell’ancora, sopra al “budel”. Poi c’è un moschettone nella mura del fiocco con un cordino che lo tira verso il basso, fino alla base dello strallo; il moschettone va sganciato, facendo peso col corpo sulla mura; poi si può agganciare lì in zona facendo attenzione che il cordino non possa impigliarsi nel tamburo del rollafiocco. Ora le vele sono pronte ad essere issate / spiegate.

3. accensione e riscaldamento motore

Tornati in pozzetto andiamo ad accendere il motore: lo sfiato l’abbiamo aperto prima, controlliamo che la leva del cambio sia in folle, verticale; poi apriamo il rubinetto della benzina, tiriamo l’aria, controlliamo che il bottone di spegnimento sia libero e funzionante, apriamo l’acceleratore a metà sulla leva del gas e giriamo il motore in senso antiorario di 45° così da poter tirare il cordino di avviamento di fianco alla barra del timone. VIA DELL’ELICA! e mettiamo in moto. Dopo 2 o 3 strappi il motore parte e bisogna subito diminuire progressivamente sia l’aria che il gas per evitare ingolfamenti e sfollate. Controllare che si accenda la luce verde sul frontalino e che esca il getto d’acqua del raffreddamento dal gambo. Ora si può tornare ad allineare il motore ruotandolo indietro di 45°. In solitaria è necessario mettere in forza gli elastici di centraggio della barra del timone. Adesso bisogna far partire il cronometro perchè abbiamo un’ora e un quarto di autonomia. Mentre il motore si scalda possiamo prepararci a…

4. mollare gli ormeggi.

In solitaria bisogna usare il supporto “custom” della cima di ormeggio A, quella che va al winch di sinistra. Si trova nel gavone di sinistra, vicino alla benzina: è un morsetto modificato che va inserito da sotto tra le ultime assi del finger; sul gambo si inserisce il tubo in plastica con il supporto in filo d’alluminio. Sempre in solitaria bisogna necessariamente seguire questa sequenza per liberare gli ormeggi:

mollare A; scendere dalla barchetta e mollare B, a prua; rimettere A e mollare C; portarsi a prua, controllare eventuale traffico locale e poi senza interrompersi più: mollare D, accompagnare indietro la barchetta, salire, mollare A e appenderlo al supporto, portarsi nel sedile di destra e ingranare la retromarcia. Usciti dagli ingombri di finger e barca a fianco si porta la barra del timone a sè per ruotare la poppa verso SUD. In base al vento si accentua o meno la virata e si ritarda o meno la messa in folle. Eseguiti almeno 45° di virata all’indietro, si mette la marcia avanti, a barca ferma si inverte il timone per virata a destra (eventuale sgassatina per accentuare) e si prosegue al minimo (2.5 / 3 nodi) per uscire dal Marinara. Fuori dal porto si porta il gas a 1/2 (5+ nodi) e si tirano via i parabordi, mettendoli nel gavone di sinistra. Alla via così!

5. issare le vele.

Ci vogliono 20–25 minuti per uscire dalle dighe e portarsi in un punto da cui si possa procedere esattamente controvento per il tempo necessario ad alzare la randa. Bisogna controllare costantemente il traffico da e per il porto: passano certi rimorchiatori d’altura che fanno un’onda da non sottovalutare, specie se si è in piedi sulla tuga a pentirsi di non aver preparato la drizza randa prima, quando eravamo al sicuro ormeggiati in banchina. Cominciamo con l’aprire completamente la zip del lazy bag; poi, con il windex perfettamente allineato con la mezzeria della barchetta, mettiamo il motore al minimo e cominciamo a cazzare la drizza randa, col suo stopper chiuso. Bisogna fare in modo che le estremità delle stecche passino tra i lazy jack senza impigliarsi: ci si avvicina cazzando lentamente la drizza e al momento buono (la randa sventola sempre un po’) si tira con convinzione; devono passare le prime 3, poi le altre sono lunghe abbastanza da non dare problemi. Se una stecca si impiglia e non si risolve strattonando la vela verso il basso, tocca aprire lo stopper e forse andare addirittura sulla tuga per far scendere un po’ la randa. Più onde ci sono è più è complicato, ma poi con calma si riesce sempre. Con la randa quasi in testa d’albero è il caso di allentare la scotta randa, in modo che non ci siano vincoli ad issare. Di solito, tirando bene con le gambe piantate sulla facciata della bussola, si riesce a tesare bene la randa di braccia, se no c’è sempre la maniglia e il winch per il colpetto finale. Sganciare i lazy jack, se no il boma resta alto e la randa non lavora bene. Con la randa su, si può poggiare a sinistra e regolare la scotta. Aprire il fiocco è semplice: con la sua scotta di sinistra nella mano sinistra e il cordino giallo (disfare la matassa, prima) del rollafiocco nella destra, entrambi fuori dai rispettivi strozzascotte, si fila il cordino e si cazza la scotta: il fiocco esce ordinatamente dietro la randa. Si strozza la sua scotta e intanto che siamo lì a sinistra si può tesare la drizza del fiocco, con maniglia e winch (abbiamo visto che è meglio rollare senza che sia cazzata a ferro).

6. su il motore

Con il boma sulla sinistra possiamo agevolmente tirar fuori il motore dall’acqua. Lo mettiamo al minimo, se non lo è già. Lo mettiamo in folle centralizzando la leva del cambio. Lo spegniamo premendo il pulsante rosso sul frontalino. Chiudiamo la benzina. Mettiamo il piede destro sul bordo della poppa, di fianco al timone. Allentiamo le due manopole nere. La mano destra prende l’impugnatura; con due molle nel supporto motore è necessario schiacciare verso il basso il motore; poi spingiamo (via da noi, verso poppa) i bracci scanalati che così si sbloccano e tiriamo su il motore con la mano destra. Pesa un casino, ma le molle del supporto aiutano! Arrivati in cima la sinistra torna a tirare i bracci scanalati fino a bloccarli nella posizione superiore. Avvitiamo i pomelli neri e inseriamo l’astina ad “L” di sicurezza nel suo foro. In questa posizione si potrebbe rabboccare il serbatoio (nel caso vedi istruzioni nella check list dell’atterraggio). Alla fine si tira dall’incavo della cappottina per inclinare di due scatti il motore in modo che l’elica stia ben fuori dall’acqua. Fermiamo il cronometro. Ecco, siamo finalmente diventati una barca a vela :-)

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Angelo Biolcati Rinaldi
minnie marinara

I’m a software developer using Embarcadero Delphi (since nov.1994 field test) for Win/Mac/iOS/Android/Linux native apps. Proud mentor of CodeDojoRavenna :-D