Il testamento di Abramo

Marco Zoppas
Mitologie a confronto
3 min readJun 3, 2020

L’ex trafficante di droga Howard Marks scrisse nella sua autobiografia Mr Nice di aver incontrato persone veramente felici soltanto tra i criminali e i docenti universitari d’alto rango. Ecco, il professor Charles Baker dell’università di Princeton, protagonista di due libri dell’autore romeno Igor Bergler, conferma appieno la tesi di Howard Marks. Risulta infatti estremamente simpatico per come sa godersi la vita, il buon whisky, le belle donne e gli hotel di lusso.

La Bibbia perduta, il primo dei due romanzi di Bergler imperniati sulla figura di Charles Baker, ha già ottenuto un vasto successo internazionale. Dire che al personaggio principale spetti il compito di sgominare una potente cospirazione sarebbe riduttivo. In realtà egli si ritrova coinvolto in un sofisticato scontro culturale dove i libri hanno un ruolo fondamentale, ben al di là della parola scritta. Nell’intreccio della storia spiccano figure importanti della letteratura come Franz Kafka, l’inventore della stampa Johannes Gutenberg e soprattutto il conte Dracula.

La reputazione di quest’ultimo viene in qualche modo riabilitata. Si scopre che Vlad l’Impalatore, per via delle sue vere o presunte crudeltà, sarebbe stato vittima di una campagna di diffamazione a cui contribuì lo stesso Bram Stoker, lo scrittore che immortalò Dracula nell’omonimo romanzo. L’opera di discredito e demonizzazione risponderebbe agli stessi criteri adoperati dalle odierne agenzie di marketing specializzate nella manipolazione del pensiero. Bergler spiega che “ciò che sappiamo è che è esistito un principe celebre per le sue azioni crudeli le quali, probabilmente, erano vere, anche se parecchio esagerate nei numeri. Sappiamo inoltre da alcune fonti che fu testato un incredibile strumento di propaganda che mostrò quanto potesse essere efficiente e quanto rapidamente un messaggio poteva essere moltiplicato. Quanto più è terribile, tanto più rapidamente si diffonde. Questo è uno dei primi fenomeni di viralizzazione della storia”.

Nel caso di Bergler abbiamo a che fare con semplici opere di narrativa? Nel suo recente Il testamento di Abramo, uscito nel 2020, l’autore travalica i limiti della letteratura. Questa volta le attenzioni sono rivolte alla variegata e ormai mitologica figura di Abramo Lincoln. Bergler la ripercorre tutta, esaminandone le molteplici sfaccettature. C’è chi giustamente considera Lincoln l’eroe della Guerra Civile americana che portò finalmente all’abolizione della schiavitù. Ma esistono altre versioni. Chi lo ritrae come un leader perennemente indeciso, incapace di prendere qualunque decisione. Chi si spinge verso posizioni revisioniste secondo cui Lincoln era addirittura un suprematista bianco o verso altre teorie sconfinanti nel fantastico che lo ritraggono come un cacciatore di vampiri.

Non è questo il luogo per svelare quale sia la chiave di lettura adottata da Bergler per dirci come mai Lincoln fece dell’abolizione della schiavitù il principale obiettivo della sua vita. Il tutto comunque ruota intorno a un segreto e a una trama che arriva persino a lambire il Vaticano e le ultime elezioni americane. Il testamento di Abramo ripercorre il passato nazista di alcuni personaggi dell’attualità e il loro utilizzo di Odessa (“Organisation der SS-Angerhörige”), una rete clandestina che permise a molti criminali di guerra di mettersi in salvo in Sudamerica e in varie parti del mondo nonostante la sconfitta di Hitler. L’abdicazione di papa Benedetto XVI e l’ascesa politica di Donald Trump vengono collocate in questo contesto.

Ma i veri protagonisti restano i libri, sia che si tratti di manoscritti scomparsi come quello di Voynich sia che stiano lì a simboleggiare il potere della conoscenza come nelle leggendarie biblioteche dell’antichità. Bergler li omaggia definendoli “non proprio innocui. La scrittura può ferire più della spada e i libri sono più pericolosi delle bombe. È il motivo per cui i dittatori vogliono sempre fare piazza pulita di tutto quello che li ha preceduti e, allo stesso tempo, ogni nuova religione vuole distruggere ogni traccia di ciò che era venuto prima. Un libro è libertà, e la libertà porta a farsi delle domande. Le domande fanno venire delle idee, e le idee spingono all’insubordinazione”.

Igor Bergler apre uno spiraglio verso una forma nuova di letteratura. Leggendolo non sai mai se i confini tra la cosiddetta finzione e la cosiddetta realtà siano così delimitati come avresti potuto supporre inizialmente.

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Marco Zoppas
Mitologie a confronto

Insegnante e traduttore. Autore dei libri “Ballando con Mr D.” su Bob Dylan, “Da Omero al rock” e “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”