La nascita di un paradigma

Emanuele Cisbani
Mitologie a confronto
3 min readMay 5, 2018

di Marco Zoppas e Emanuele Cisbani

Come nasce una mitologia? Bella domanda. Nel libro “L’Opinione Pubblica” (di cui recentemente Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un estratto), Walter Lippmann sosteneva che la visione fondante della società americana, del Progresso e del Successo, si impose nel momento in cui il modello creato dall’élite degli economisti si sposò in pieno con la percezione della gente comune. Gli stereotipi fatti propri dall’uomo della strada finirono col combaciare in modo armonioso con lo schema che gli intellettuali avevano forgiato per spiegare la realtà: “con modifiche e abbellimenti, questa finzione usata dagli economisti per semplificare il loro pensiero fu smerciata e volgarizzata finché per vasti settori della popolazione s’impose come la mitologia economica del giorno”.

1919, Melinda Street, Toronto, Canada

In altre parole, cultura alta e cultura bassa divennero in quel particolare momento una cosa sola. Allo stesso modo in cui, davanti ai nostri occhi spesso increduli, un nuovo paradigma sta emergendo: l’assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan e il successivo conferimento del premio Pulitzer per la musica a Kendrick Lamar stanno a significare che rock, rap e poesia di strada sono entrati nel salotto buono della Letteratura con la lettera maiuscola e la linea di separazione tra cultura alta e cultura bassa non è più invalicabile. Prendendone atto ci dovremmo interrogare nuovamente, con occhi nuovi, su chi abbia il diritto di definirsi poeta e chi no, semplicemente perché la nozione di poeta forse sta cambiando.

Però rispetto al tempo in cui scriveva Lippmann sono cambiate parecchie cose. Il mito del classico bravo imprenditore capitalista di successo si sta sgretolando con la trasformazione economica profonda causata da Internet e dalle grandi multinazionali della tecnologia, che sembrano essere diventati i nuovi centri di potere, più influenti di molti governi. Attraversiamo una nuova fase dell’evoluzione tecnologica, che implica la necessità di un rinnovamento degli stereotipi di un tempo, magari integrando degli elementi che prima erano marginali: come l’individualismo anarchico della cultura liberale americana (che era sia alta che bassa, ma sempre minoritaria). L’etica cyberlibertarian e cypherpunk, che è figlia di quel radicalismo liberale, si trova perfettamente a proprio agio nella rete globale di Internet, che polverizza le monolitiche identità sociali di un tempo, e nella quale le vecchie ideologie e mitologie di cui parla Lippmann sembrano oggi come un pesce fuor d’acqua.

Non stupisce quindi come proprio da questi ambienti sia nata l’idea del consenso distribuito, il nuovo paradigma tecnologico e monetario alla base di Bitcoin. Il fatto che nessuno sappia chi ha inventato la Blockchain, chi sia il misterioso Satoshi Nakamoto, non rappresenta un problema per i nativi digitali. Come per la ruota, la sedia o il cavatappi non interessa a nessuno di loro sapere chi ha inventato la Blockchain. Per i nativi digitali basta sapere che funziona, perché per fidarmi di uno strumento e mettermi a usarlo non ho realmente bisogno di fidarmi di chi lo ha inventato, né di sapere chi è: lo capisco da solo se funziona o no, usandolo. In un certo senso Bitcoin completa il percorso con cui Internet ha lentamente eroso e sgretolato le vecchie forme di autorità, introducendo un nuovo ideale tecno-utopico di realtà. Nel momento in cui tutti possiamo produrre contenuti su siti, blog e social network, l’autorità come valore perde di peso, come avviene con la libertà di stampa da alcuni secoli. Allo stesso modo, nel momento in cui tutti possiamo usare una moneta privata, si affievolisce il potere economico degli stati nazione e si fa strada il mito di un libero cittadino globale.

Assistendo con curiosità e meraviglia all’affacciarsi dei primi germogli delle nuove mitologie, una domanda ci sorge spontanea: a quali nuove forme di autorità stiamo andando incontro?

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Emanuele Cisbani
Mitologie a confronto

Tecnico: per la libertà dai vincoli della natura. Anarchico: per la libertà dal potere dei tiranni. Cattolico: per l'universale libertà dei figli di Dio.