La Super-Religione Pop

Marco Zoppas
Mitologie a confronto
3 min readMay 8, 2021

“Nelle mani di Dio” di Marco Ventura

Fonte: vicenzapiu.com

Giuro di aver letto più o meno le seguenti parole pronunciate da Leonard Cohen in un’intervista che purtroppo, nonostante ripetuti tentativi, non riesco più a rintracciare: “un giorno le nostre canzoni verranno comprese per quello che effettivamente sono, parti di una nuova religione”. Affermazione, quella di Cohen, in perfetta sintonia con le tesi sostenute da Marco Ventura nel suo libro “Nelle mani di Dio”, uscito nel marzo 2021.

Ventura individua alcune date clou del ventesimo secolo — epoca che per una serie di motivi non esiterei a definire “il secolo pop” — come momenti di svolta. Si parte dal fatidico anno del 1979 che vede l’ascesa di “Karol Wojtyla, il papa polacco che sfida il comunismo, Margaret Thatcher, cristiana conservatrice che abbraccia il liberismo, Deng Xiaoping, il riformatore economico un po’ confuciano che apre al mercato senza rinnegare il materialismo marxista-leninista, e infine Khomeini, l’ultraconservatore sciita cui riesce in Iran la più spettacolare rivoluzione contro la modernità occidentale”. Il 1979 segna anche l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Notare che le due superpotenze della guerra fredda, USA e URSS, vengono entrambe sconfitte dalle forze di Allah. E si arriva al fatidico 1989, con il crollo del muro di Berlino che invece di costituire il definitivo trionfo dell’economia di mercato e delle libertà individuali segna il ritorno prepotente dell’estremismo di stampo religioso sulla scena mondiale, dalle guerre nell’ex Jugoslavia agli attacchi suicidi delle tigri tamil agli scontri tra etnie in Ruanda fino all’assassinio del premier israeliano Yitzhak Rabin. “Negli anni Novanta deve cedere all’evidenza un’opinione pubblica occidentale che ha resistito per decenni all’idea che qualcuno possa usare violenza e addirittura uccidere in nome di Dio”, scrive Ventura. Un’enfasi particolare viene data, nel libro, al culto Aun Shinrikyo fondato da Shoko Asahara che il 20 marzo 1995 sprigiona carichi di gas tossico sui treni di pendolari che confluiscono alla stazione di Kasumigaseki, sottostante alle agenzie governative in pieno centro di Tokyo, in un atto terroristico che colpisce nel cuore dello stato giapponese causando dodici morti e la degenza in ospedale di 5500 persone.

Il divino, dato erroneamente per spacciato, sta prendendosi la sua rivincita. Facendo un esempio da una prospettiva diversa, Ventura sembra dirci che si sbaglia a sminuire la portata di fenomeni come la chiesa di Scientology, fondata dallo scrittore di pulp fiction Ron Hubbard, perché esprimono il bisogno di coniugare le molteplici sfaccettature della psicologia contemporanea in una dimensione più ampia che ha il dono di non trascurare impulsi più mondani come le necessità del mercato. Solleverei soltanto una perplessità, e cioè che Ventura non indaga abbastanza a fondo il sostrato occultistico di Scientology, un credo che nasce nel 1953 e si presenta sotto varie forme ma risente pesantemente dell’influenza di Aleister Crowley, il famoso esoterista inglese che amava proclamarsi la Bestia dell’Apocalisse. Il satanista Charles Manson, condannato all’ergastolo per gli efferati omicidi Tate e La Bianca del 1969 ed ora deceduto, si annoverava anch’egli tra gli ammiratori di Hubbard.

Lo scrittore francese Michel Houellebecq ha sempre sostenuto che una società non può vivere senza una religione, e questa convinzione spiega forse la sua rivalutazione del pensiero di Auguste Comte, unico fra i filosofi ad aver tentato una sintesi tra religione e pensiero positivistico (pur fallendo nella sua impresa a detta di Houellebecq). Sarebbe curioso sapere cosa pensa Ventura del tentativo comtiano. Certamente l’autore di “Nelle mani di Dio” intravede negli Stati Uniti d’America la nuova frontiera delle pulsazioni teologiche: “l’America è il laboratorio della religiosità contemporanea (…) con Chiese americane sempre più internazionali come quelle di scientologi e mormoni. L’America è anche il laboratorio dello studio del fenomeno religioso, con una religione al contempo digitale e materiale”.

Non manca in Ventura un occhio di riguardo verso la fenomenologia pop vista in un’ottica che va ben oltre la mera dimensione dell’intrattenimento. Non a caso sono frequenti i riferimenti a John Lennon e Bob Marley per la loro capacità di dar voce alla spiritualità contemporanea. Forse la super-religione moderna non si discosta molto dalla venerazione di cui godono gli artisti rock. Basti pensare, aggiungerei, al culto della Dylanologia, ossia la ricerca dei significati più reconditi delle canzoni di Bob Dylan. E se un giorno il poeta rock insignito del premio Nobel scomparisse nel blu, a quali lidi imprevedibili approderebbe mai la Dylanologia mondiale?

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Marco Zoppas
Mitologie a confronto

Insegnante e traduttore. Autore dei libri “Ballando con Mr D.” su Bob Dylan, “Da Omero al rock” e “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”