Quando non si dovrebbe più chiamare «formazione»…

Ennio Martignago
Benessere, Lavoro e Innovazione 
2 min readJun 16, 2016

(…anche se è impossibile farlo capire a tecnici e contabili)

(…) «Si tratta di strade in cui l’insegnante non è più la prima donna e le sue competenze elettive non sono tanto le conoscenze di cui a torto o a ragione viene considerato il nume tutelare, quanto la capacità che spesso non gli viene riconosciuta di rendere l’apprendista quell’esperto di cui si sente il maggior bisogno.

Il più delle volte questo presuppone un requisito indispensabile, ovvero che il discente sia consapevole delle proprie necessità perché si trova a praticare delle attività in cui viene richiesto che possegga certe competenze o conoscenze, o perlomeno che possa parallelamente verificando nella pratica quanto va imparando.

Un altro requisito anch’esso fondamentale anche se meno cruciale è che egli faccia parte di un gruppo: questo può essere un team di lavoro o un gruppo di apprendimento, come pure una comunità di discussione. Il gruppo è una risorsa, una cassa di risonanza, un amplificatore: un conto è suonare delle corde tese su un bastone, un altro farlo con la cassa acustica di un’ottima chitarra classica, un altro ancora farlo davanti ad un microfono amplificato da un impianto estremamente potente, equalizzato e con effetti in diretta» (…)

--

--

Ennio Martignago
Benessere, Lavoro e Innovazione 

Master of curiosity and soul sharing, “circlesquaring man” and builder of impossible balancing; ph. d. in psychesoterology, freedomosophy and managemanarchy