PERSONAGGI MONDIALI GIRONE E

Chi sarà protagonista in Brasile? Da chi ci si aspetta di più? E chi stupirà il Mondo? Tra certezze, attese e sorprese ecco i protagonisti di Brasile 2014, girone per girone. E’ il turno del Girone E.

Contropiede
Mondiali 2014

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La certezza: STEPHAN LICHTSTEINER

Premetto che con l’assenza di Ribery salta, oltre ad uno dei veri top player di questo Mondiale, anche la certezza del Girone E. Diventa così per nulla semplice andare a trovare un singolo su cui andare ad occhi chiusi in un gruppo apparentemente scontato, ma pieno di insidie per le due europee (Francia e Svizzera). Accanto alla quasi certezza che per la Francia di Deschamps non sarà una passeggiata sia per problemi interni (Nasri) che per mancanza di sintonia tra i singoli, uno dei giocatori che offre più garanzie è certamente Stephan Lichtsteiner. Il fluidificante destro bianconero non è una stella di prima grandezza, ma ha una capacità di svolgere il suo compito con diligenza e maestria tattica come pochi al mondo. Nato e sviluppatosi terzino, prima in Francia e poi alla Lazio, sotto la gestione di Antonio Conte è diventato il miglior esterno alto in un centrocampo a 5 in Italia. Alle buoni doti difensive ha aggiunto una grande capacità di sostegno alla manovra offensiva, come testimonia la sua costante presenza in zona gol. Più complicata la questione assist, Stephan infatti manca proprio di un piede educato e ciò si capisce se si vede la percentuale di cross riusciti in confronto alle volte che riesce ad andare sul fondo. Polmoni e grinta fanno del laterale elvetico una delle certezze della nazionale multietnica svizzera che, pur partendo con una squadra non sicuramente eccezionale, godrà del vantaggio di un raggruppamento dove solo la Francia le è sulla carta superiore. Hitzfeld sa che Lichtsteiner è uno dei pochi che ha maturato qualche partita a livello internazionale, assieme a Shaqiri, Djourou e Inler, e per questo è convinto di potersi affidare molto al terzino bianconero nello sviluppo della manovra offensiva. Rispetto al campionato appena concluso con la Juve, tornerà a giocare nella difesa a 4 della Svizzera con maggiori compiti di copertura rispetto a quelli che ha in Italia. Se riuscisse ad alternare buone prestazioni sia in difesa che sulla fascia d’attacco siamo certi che gli elvetici avranno buone possibilità di dire la loro in Brasile.

Il più atteso: PAUL POGBA

Se hai 21 anni e l’etichetta di centrocampista tra i più forti al mondo, non puoi certo passare inosservato. Ma Pogba, a dirla tutta, non ci pensa minimamente a passare inosservato. Tutto in lui, a partire dalla capigliatura fino ad arrivare alla vanità di certe sue movenze, nascondo il sano narcisismo del fuoriclasse. Inutile tergiversare: Paul Pogba è già oggi un campione ed essendo ancora un frutto nel pieno della sua primavera non potrà che addolcirsi col tempo e diventare ancora più forte. Tutti lo vorrebbero, ma per ora ce l’hanno la Juventus ed il nostro calcio ed è una delle ultime cose di cui possiamo ancora vantarci. Ma non illudiamoci, questo Mondiale servirà solamente ad aumentare l’acquolina in bocca ai grandi club europei e dunque, prima o poi, Pogba saluterà l’Italia per lidi ben più remunerativi e, probabilmente, ben più ambiziosi. L’ambizione è un altro elemento fondamentale nel ragazzo, che due anni fa rifiutò di restare a Manchester, alla corte di un certo Ferguson, a fare la terza o quarta scelta ed ha invece deciso di mettersi in gioco da protagonista in una realtà totalmente nuova. Alla Juventus non partiva certo da titolare, ma davanti a sé era consapevole di avere solamente un paio di giocatori più forti e gli ultimi mesi non hanno fatto altro che dargli ragione. A confermare l’evidenza, infine, è giunta anche l’incoronazione a Re del centrocampo Bleu. Deschamps infatti, davanti ad un cambio generazionale che stenta a decollare oltralpe, ha visto in Pogba l’esempio e l’emblema, la stella attorno a cui tutto far ruotare il suo universo calcistico. In poco tempo, seppur dal suolo natio se ne sia andato giovanissimo, ha rapidamente scalato la classifica delle preferenze del tifo francese, piazzandosi appena sotto a Lloris (il perché chiedetelo a loro, io non me ne capacito), Ribery e Deschamps. Il che significa che la Francia ha trovato il nuovo idolo, visto anche il forfait di Ribery comunicato nei giorni scorsi. Oggi più che mai Pogba rappresenta il giocatore più di spicco del proprio raggruppamento, un giocatore che ha davanti a sé un futuro roseo e la possibilità di diventare una bandiera di una Nazionale che nel gioco del calcio qualcosina ha sempre contato. Elegante ed imponente: anche volendo non si può evitare di guardarlo muoversi estasiati. Ecco perché il più atteso del Girone F non può che essere lui.

La sorpresa: XERDAN SHAQIRI

Il gruppo E sembrerebbe presentarsi con testa e coda annunciati e due squadre a contendersi il secondo posto: la Francia non dovrebbe avere problemi a prendersi la prima piazza, è enorme il divario tecnico con le altre contendenti del gruppo; l’Honduras non si capisce bene come sia arrivato alla fase finale del Mondiale, ma direi che le liete sorprese, per quanto riguarda i caraibici, possano anche ritenersi finite; Ecuador e Svizzera invece, come si diceva, a lottare per seguire i Galletti agli ottavi di finale. Per quanto riguarda gli elvetici, si presentano con un undici titolare più che buono (mentre i ricambi non sono decisamente all’altezza), specie in mezzo al campo e sulla trequarti, ma con un’unica pecca: mancano di un attaccante vero, di un uomo d’area che garantisca i gol. La mole di gioco degli svizzeri sarà importante, Lichtsteiner e Rodriguez in fascia garantiscono spinta continua per novanta minuti, Behrami e Inler sanno interdire ma anche costruire, e Xhaka e Shaquiri sulla trequarti offrono imprevedibilità e giocate veloci. Ma, come si diceva, manca un finalizzatore vero e proprio: il titolare probabilmente sarà Seferovic, il quale non penso possa ritenersi un giocatore all’altezza. Come fare dunque? La risposta è presto detta: ci vorrà un gran lavoro di Shaquiri. Mi spiego: è il giocatore probabilmente di maggior qualità di tutta la rosa che, l’abbiamo visto in questi anni, sa essere parecchio pericoloso e spesso decisivo anche sotto porta; teoricamente partirebbe esterno, ma con alle spalle un treno come Lichtsteiner, potrebbe anche essere più libero di accentrarsi, dedicandosi a creare pericoli in zona gol e, perché no, anche a provarci lui stesso a segnare. Se la Svizzera riuscisse a compensare il problema del centravanti con una saggia gestione tattica di Shaquiri, quest’ultimo potrebbe davvero rivelarsi, alla fine, l’ago della bilancia delle sorti del girone E.

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