La storia di Ubuntu, il pastore sardo che ha ricevuto il quarto segreto di Fatima

e lo ha rivelato in anteprima a Mondo Reale

Mondo Reale
Mondo Reale
5 min readOct 17, 2016

--

Atterro all'aeroporto di Alghero alle 13.07. “Solo qualche minuto di ritardo” continuo a ripetermi, “solo cinque minuti”, eppure ciò non basta a calmarmi. L’aeroporto dista una quindicina di chilometri dal luogo dove sono diretto. Venti minuti in auto, forse quindici se il conducente del mio Blablacar ha fretta. Porgo un sorriso stiracchiato alla hostess e scendo la scaletta. Quanti minuti sono passati tra gli applausi post atterraggio e l’ingorgo dei passeggeri pronti a litigare per prendere i propri bagagli? Un’eternità per chi aspetta questo momento da giorni.

Un paio di settimane fa sono stato contattato da un mio amico sardo, ex campione di tiro con l’arco e medaglia d’argento alle Olimpiadi di Roccaraso ‘96. Voleva raccontarmi una storia, una storia a cui non ho creduto.

“Il cugino del mio ex allenatore di pancrazio dice che conosce un pastore che ha parlato con la Madonna”

Riattaccai con una scusa qualsiasi, ma qualche giorno dopo mi capitò di leggere questa storia, una come tante altre scritte sui giornali, eppure qualcosa scattò dentro di me. Era l’antifurto: qualcuno si era introdotto nella villa di mio padre. Dopo averlo spento, lessi quest’articolo e richiamai il mio amico sardo, ex campione di tiro alla fune.

Sbagliai due volte a digitare il suo nome sul touch screen, poi chiamai il numero appena sotto in rubrica e quando la chiamata era finalmente partita, me ne ero già pentito. Quella che Giacomo ( nome di fantasia ndr) mi raccontò, era una storia sconclusionata: parlava di un pastore, un certo Ubuntu, che dopo aver visto il simulacro della Madonna di Fatima ad Oristano, aveva lasciato la famiglia per ritirarsi in un piccolo paesino a 15 chilometri da Alghero. Il cugino di Giacomo, Pino ( nome vero ndr)lo andava a trovare spesso, anche due o tre volte al giorno. Erano incontri brevi, ma intensi: una breve chiacchierata e poi Ubuntu pagava il pizzo a Pino. Pino andava matto per i centrini e così divennero amici, così amici che Ubuntu iniziò a confidarsi con lui, anche senza bisogno della tortura. Fu così che Giacomo venne a sapere che il simulacro della Madonna di Fatima aveva parlato con Ubuntu.

Nel raccontare questa storia so di scontrarmi con il muro della diffidenza. La diffidenza degli atei, dei cinici, di quelli che non credono alla scritta “senza olio di palma”. Figuriamoci credere al quarto segreto di Fatima in Sardegna. Ma ci sono storie che devono essere raccontate, e il mio incontro con Ubuntu è una di queste.

Sono appena uscito dall'aeroporto. Mentre inizio a domandarmi chi me l’ha fatto fare, un clacson suona più volte. Salgo in auto e controllo l’orologio nervosamente. Sono le 13.20 e alle due di pomeriggio ho un appuntamento con questo pastore. Ha accettato di parlare con me “sei giorni prima che il simulacro se ne vada”. Sei giorni prima, ovvero il 17 ottobre, alle due di pomeriggio, ovvero il 17/10/2016 alle 14.00. Il significato è chiaro.

Scendo dall'auto e saluto il conducente, sono arrivato a Surigheddu in tempo e ad accogliermi c’è il cugino di Giacomo. Mi scruta con quegli occhi neri e annuisce senza parlare. Mi fa cenno di seguirlo. Camminiamo attraverso un prato di erba verde e gialla, davanti a noi appare un pastore appoggiato al suo bastone. Osserva le colline davanti ai suoi occhi. Gli rubo uno scatto da lontano e poso la macchina nello zaino.

Un uomo magro e barbuto si volta e mi attende. Mi muovo verso di lui con passo incerto, il suo cane mi viene incontro e fa per annusarmi, poi torna scodinzolando dal padrone e si risiede. C’è puzza di merda di pecore nell'aria.

Ubuntu nasconde sotto la barba un volto scavato e scottato dal sole. Ha gli occhi marroni e attenti, le mani nervose si stringono attorno ad un bastone in legno di pino. Fa quel mestiere da anni, porta avanti la società agricola di famiglia assieme ai suoi fratelli, che non vede più da due settimane. Da quando dice di aver visto la Madonna.

“Non sono mai stato molto religioso. Pregavo solo quando litigavo con mia moglie o perdevo a briscola. Quel giorno in Cattedrale ci sono andato per caso: stavo facendo la spesa lì vicino, in via Duomo. Ho sentito una calma improvvisa attorno a me, era come se sapessi dove dovevo andare, ma senza potermi controllare.”

Mentre mi racconta la sua storia, vedo gli occhi di Ubuntu perdersi, come se facessero fatica a focalizzare un punto lontano che nessuno, forse neanche egli stesso, poteva vedere.

Mi sono ritrovato davanti all'icona della Madonna di Fatima e il contorno delle cose attorno a me sembrava tremare. Persone, oggetti, non svanivano, ma vibravano. E poi una voce mi ha parlato senza parole, ma con immagini piene di suoni e significati che non so spiegare allo stesso modo.

Ho la pelle d’oca. Con la bocca secca muovo le labbra e gli chiedo cosa ha visto.

L’Oceano. Poi una montagna, dapprima piccola e poi sempre più grande e sulla sua cima un uomo vestito di bianco. Era Joseph Ratzinger. Dietro di lui una donna, inglese, dagli occhi azzurri: Amanda Knox. La donna teneva un cartello su cui v’era una scritta d’oro che diceva “dimettiti.” E l’uomo bianco lentamente scendeva dalla montagna fino a scomparire.

Nonostante le mie domande Ubuntu ha smesso di parlarmi. Quando mi sono avvicinato a lui, Ubuntu si è incamminato giù per il pendio mentre il sole calava. Che c’entra Amanda Knox con le dimissioni di Joseph Ratzinger, l’ei fu papa col nome di Benedetto XVI? Che sia stata lei a spingerlo alle dimissioni? Come? E perché nel 2006 quella ragazza bionda non mi ha più richiamato?

Interrogativi senza risposta che mi ronzano ancora in testa, fino a farmi pensare che è tutta una storia assurda, che sono stato preso in giro, che la biondina non mi ha mai voluto e non c’è nulla di reale. Pensieri che continuavo a fare sino qualche ora fa, prima di scrivere questo pezzo e prima di aver visto una delle foto che avevo scattato mentre andavo ad incontrare Ubuntu. Solo guardando questa foto ho visto. Solo guardando questa foto, capirete anche voi.

Pasquale Pipetta

--

--