Serial Annie‬ #2: Paranoia Agent

Alter Petrus
MotionPic
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5 min readJul 14, 2016

Torna la rubrica sull’animazione seriale con un anime di 13 episodi diretto dal prematuramente scomparso Satoshi Kon, ovvero Paranoia Agent.

La serie del 2004, prodotta dalla Madhouse, si incentra sui casi di aggressione verificatisi a Tokio ad opera di un sedicente maniaco soprannominato Shonen Bat.

In realtà la serie non è un semplice thriller, ma si prefigge di analizzare la società giapponese, iperproduttiva, consumista, schizofrenica e complessata, attraverso una sostanziale psicanalisi dei personaggi che sono protagonisti degli episodi.

Essa nasce da alcune idee avute dal regista durante la produzione dei film Perfect Blue, Millennium Actress e Tokio Godfathers, che non erano utilizzabili in nessuna delle tre opere, ma potevano essere sfruttate per un prodotto seriale.

La serie ha sì come filo conduttore le indagini che i due detective, Keiichi Ikari e Mitsuhiro Maniwa, compiono per svelare la verità celata dietro l’aggressione di Shonen Bat ai danni della designer Tsukiko Sagi, ma poi, con l’allargarsi del campo degli attentati, le vicende sembrano disperdersi, per poi trovare un ritorno al tema principale e perdersi di nuovo. L’obiettivo è quindi un’accusa alla società giapponese in toto, che viene scoperchiata dal suo tetto di tradizionalismi e autocompiacimenti, per abbattere ogni difesa e mettere a nudo i disagi della società e anche in parte del mondo dell’intrattenimento giapponese. É un mosaico, in cui i pezzi hanno perfettamente senso se considerati a se stanti e che con l’avanzare degli episodi sembrano offuscare e allontanarsi dal tema centrale, mentre in realtà in uno sguardo d’insieme riescono a dare precise sfumature sulla ricerca complessiva.

La serie inoltre è caratterizzata per avere un taglio molto vario anche a causa della sua natura corale a livello produttivo. Più che una serie unicamente di Satoshi Kon, è un anime in cui il peso degli altri membri dello staff (tra cui lo sceneggiatore Seishi Minakami o l’animatore Satoru Utsunomiya), sia per le scelte narrative, che negli stili di disegno, si fa sentire, sottolineando la volontà del regista di rendere quest’opera un ampio affresco che mettesse in rilevo aspetti diversi, osservati da diversi occhi

La corsa verso Shonen Bat è infatti una caccia metafisica, che coinvolgerà i personaggi principali in modo inaspettato, per portare al confronto dell’individuo con se stesso, culminando in un finale risolutore, che però non lascia nella mente la sicurezza che tutto sia realmente finito.

Lo Shonen Bat si rivela infatti come da titolo una agente della paranoia comune, che può essere sconfitto solo con una dose di coraggio e di ammissione delle proprie colpe e della realtà.

Sento di essere stato anche troppo esplicito e non mi dilungo oltre, perché questa, più di qualsiasi altra serie, è strutturata come una continua sorpresa e ribaltamento delle carte, per cui, meno se ne sa, meglio la si fruisce.

Tra i personaggi, i più rilevanti sono senz’ombra di dubbio Tsukiko Sagi, Keiichi Ikari e Mitsuhiro Maniwa.

La prima è una giovane designer di successo che esprime infantilità ed ingenuità e si trova suo malgrado inserita in un mondo che da lei pretende più di quanto possa dare, finendo per decidere di fuggire dalla realtà che la stringe.

Ikari è un poliziotto vecchio stampo, legato ad un Giappone che oramai non esiste più, disincantato, ma che crede ancora fermamente in determinati valori e che lotta per questi. Anche lui si ritroverà respinto dalla moderna società nipponica, ma riuscirà ad accettare il cambiamento e a non fuggire dalla nostalgia e dal passato.

Maniwa è un giovane detective, che, più flessibile del collega, cerca di scoprire la verità su Shonen Bat adattandosi alla costellazione di realtà che la ricerca mette loro davanti e finendo per essere coinvolto in prima persona nella lotta che lo Shonen Bat esemplifica.

Il livello dell’animazione è elevato per essere televisivo, dando prova di molta fluidità e sapendo rendere riconoscibili gli stili degli animatori che hanno supervisionato i vari episodi.

Ci troviamo di fronte ad un prodotto complesso e variegato, che offre un’interessante denuncia, oltre a dare uno squarcio di società su cui riflettere, perché pur se riferito al mondo nipponico, il messaggio profondo dell’anime arriva ugualmente intatto ad un pubblico moderno, in grado di utilizzare i propri mezzi per osservare la realtà che lo circonda.

1 Arriva Shonen Bat!
「少年パット参上」 — shōnen batto sanjō

2 Le scarpe d’oro
「金の靴」 — kin no kutsu

3 Double lips
「ダブルリップ」 — dabururippu

4 Il cammino del vero uomo
「男道」 — otokomichi

5 Il racconto del sacro guerriero
「聖戦士」 — seisenshi

6 Minacciata dalla furia degli elementi
「直撃の不安」 — chokugeki no fuan

8 Happy family planning
「明るい家族計画」 — akarui kazokukeikaku

10 Maromi dolce-sonno
「マロミまどろみ」 — maromi madoromi

11 Senso vietato
「進入禁止」 — shinnyūkinshi

12 Radarman
「レーダーマン」 — redaman

13 Ultima puntata
「最終回。」 — saishūkai

1. Dream Island Obsessional Park (Yume no shima shinen kouen) — sigla d’apertura

2. Sub-usual

3. Focus

4. Happiness

5. Object Definition

6. Confrontational Paranoia

7. Tension

8. Hero

9. Condition Boy

10. Black Beach

11. Cultivation

12. Shadow

13. Reverie Hill

14. Escape

15. Obsession Layer

16. Tenacity

17. Dream Island — Expectation

18. Core

19. White Hill — Maromi’s Theme (Maromi no theme) — sigla di chiusura

20. Grandfatherly Wind (Bonus Track — non presente nella versione originale giapponese)

- Alter Petrus

Bibliografia essenziale:

Paranoia Agent, da Wikipedia

Paranoia Agent, di Enrico Azzano

Paranoia Agent, da Anime News Network

Originally published at motionpictheblog.blogspot.it on July 14, 2016.

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Alter Petrus
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Velleitario scribacchino, si dice abbia più che segatura nella zucca.