L’acqua di quartiere

L’anima delle fontanelle di Altamura

Betty Locane
N-Stories — Altamura
4 min readJul 8, 2017

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Si apre tra i vicoli tortuosi la piazzetta di San Giovanni. Laura e Rossella ridono mentre si raccolgono i capelli. Rossella regge la manopola di ottone, Laura si china verso il corpo basso di ghisa, sistemato al centro della piazza, beve e si bagna il viso e il collo accaldati. Poi si scambiano i ruoli e si ripete il gesto, che regala un po’ di refrigerio prima di riprendere a passeggiare e a parlare di ragazzi.

Anche Nicolas, Vincenzo e Giuseppe sono felici, appena usciti da scuola dopo l’ultimo giorno di recupero di letteratura… un sorso d’acqua al volo tra una battura e l’altra e via verso la corriera, che li porterà al mare tanto sognato.

Ai piedi della Cattedrale, una fila di biciclette parcheggiate annuncia un gruppo di ciclisti assetati, in coda con la borraccia da riempire; dalla Val Camonica, con il loro furgoncino, sono arrivati a Bari e poi in bici attraversando la Murgia fino ad Altamura. Sono un po’ in affanno e spaventati per l’ultima tappa in salita verso il capolinea, Matera. Tra i campi di grano e l’arsura della steppa murgiana, è un miraggio sperare in una sosta così rigenerante, quindi approfittano di questa piccola “oasi nel deserto” prima di ripartire.

Come omini piantati sui basolati di pietra, scrutano e custodiscono infinite storie, momenti catturati, forse un litigio, forse un incontro speciale, forse un bacio!

Le fontane pubbliche, o meglio “cape de firr” per il loro caratteristico corpo di ghisa a cono con il cappello tondo e il rubinetto a getto, portano l’acqua pubblica e potabile ad Altamura e in tutta la Puglia dai tempi del ventennio fascista.

La fontana pubblica è storia: ancor prima che l’Acquedotto Pugliese fornisse l’acqua nelle abitazioni private, le tipiche fontanelle, distribuite capillarmente e posizionate in punti strategici del paese, rappresentavano l’unico punto di raccolta di acqua pubblica per la popolazione.

La fontana pubblica è socialità: luogo di ritrovo per le donne del paese, che riempivano d’acqua orci di terracotta, fra una chiacchiera e l’ultimo pettegolezzo da condividere nel consueto appuntamento.

Oggi le fontanelle vivono ancora, continuano a svolgere immobili il loro lavoro e scrutano e custodiscono nuove storie, forse non molto diverse da quelle del passato.

Una fontana aperta è sempre un’occasione per arrivare, per ripartire, per condividere. Ha prestato la sua immagine alle innumerevoli campagne di comunicazione contro la privatizzazione dell’acqua pubblica, diventando quindi simbolo di un bene comune a rischio. Artisti, scrittori e fotografi pugliesi hanno dato vita a svariati progetti di recupero di questa memoria, grazie anche alle immagini e alle preziose informazioni storiche dell’archivio dell’Acquedotto Pugliese. A disposizione dei curiosi anche un app per cellulari, che mappa alcune delle fontane dei borghi della Puglia e un profilo facebook che permette di condividere fotografie e commenti sulle fontanelle.

“Ci vediamo in piazzetta allora… alla fontana!”. Forse il signor Nino sarà ancora lì, a riempire il suo fardello e a raccontare del dopoguerra.

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