I Vantaggi delle Economie Circolari in Cryptomonete

Una proposta e un esempio concreto…

Filippo Albertin
Nakamotas
5 min readFeb 17, 2024

--

Immagine tratta dal sito ufficiale della Nano Foundation

Quello delle economie circolari è un tema che caratterizza da tempo, quasi strutturalmente, l’idea stessa alla base delle tecnologie decentralizzate del valore, ossia il mondo delle cryptovalute in genere. A parte eccezioni “tecniche”, si può infatti tranquillamente dire che ciascun progetto di “coin” abbia come intima prospettiva quella di diventare, se non moneta universalmente utilizzata, almeno componente di una parte del mercato delle transazioni attraverso canali interni, appunto circolari, connessi a specifiche comunità di utilizzatori e ad altrettanto specifiche motivazioni.

Ma cosa intendiamo per economia circolare? Ovvero, cosa possiamo ragionevolmente intendere?

Data per scontata l’esistenza circostante di economie pregresse, come ovvio caratterizzate da monete emesse dalle banche centrali (fiat money), un’economia circolare (aggiungo io, a base cryptovalutaria) altro non è che un network di utenti che tra di loro, in tutto o in parte, utilizzano per pagare e per essere pagati, una certa cryptomoneta.

Ora, a parte i meccanismi operativi e promozionali in grado di costruire — suppongo io, a tavolino — un’economia del genere, quali possono essere i vantaggi oggettivi di farne parte?

Per illustrare la cosa utilizzerò una moneta che volutamente non è Bitcoin, non perché Bitcoin non sia adatto alle economie circolari (cosa falsa, visto che è assolutamente adatta), ma perché ho bisogno di esemplificare il modello con qualcosa di un po’ meno conosciuto, che comunque porga tutte le migliori caratteristiche in grado di “far girare” un’economia di questo genere.

Il mio esempio cade su NANO (XNO), una cryptomoneta che presenta (assieme ad altre, quindi nessuno si senta offeso) contemporaneamente tutte le caratteristiche migliori:

  1. Il suo valore è impostato su un’offerta limitata, quindi tende ad essere deflativo e conservativo del potere d’acquisto.
  2. Attraverso comuni exchange può essere ottenuta a un costo (commissione d’acquisto) veramente molto basso, circa un 1,3–1,4 percento, quota media che scende ulteriormente a un 1 percento per acquisti di quantità più alte di asset.
  3. Le sue spese di transazione (fees di invio) sono talmente basse da risultare praticamente inesistenti.
  4. Il suo grado di spendibilità al di fuori della predetta economia circolare è globale, in quanto è cambiabile in numerosissimi exchange sia centralizzati che decentralizzati, oppure spendibile direttamente per acquisto di gift cards in grado di acquistare la quasi totalità di categorie merceologiche globali (carburante, viaggi, delivery food, elettronica, supermercati, Amazon, etc…).
  5. Attraverso un wallet di facilissimo utilizzo, Natrium, è trasportabile ovunque in forma di app funzionante in qualsiasi smartphone, rendendo le transazioni tra “attori del sistema” un gioco da ragazzi.
  6. Le transazioni impiegano una frazione di secondo per essere concluse.

Detto questo, quali sono, ovvero quali potrebbero essere i meccanismi per insediare una certa economia circolare a base XNO, ma soprattutto quali potrebbero essere i vantaggi concreti di tale economia?

Mi sono interrogato a lungo in materia, e sono giunto alla conclusione che qualsivoglia vantaggio individuabile, esso non può essere caratterizzato al di fuori del mix di tre fattori basilari:

  • Il primo è un necessario o comunque auspicabile vantaggio in termini di potere d’acquisto, nel senso che, all’interno della suddetta economia, ciascuno dovrebbe deliberatamente stabilire un vantaggio di questo genere, per esempio stabilendo una regola secondo la quale qualsiasi acquisto debba essere scontato di una minima percentuale rispetto al cambio in fiat money del medesimo servizio al di fuori del sistema.
  • Il secondo è l’assenza di intermediari finanziari. Si tratta in questo caso di un vantaggio intrinseco, slegato da qualsiasi scelta deliberata.
  • Il terzo ha a che fare con la più generale acquisizione di denaro digitale, in grado di veicolare numerose operazioni secondarie nel mercato, appunto, digitale: acquisto diretto di beni e servizi, cambio in altre valute digitali, investimento attraverso piattaforme, etc…

Un esempio concreto per capirci

Supponiamo che io sia un ciclista appassionato, e che voglia vendere la mia bici professionale, costata magari 3000 euro all’origine, al prezzo di 1000 euro. Supponiamo che io preveda uno sconto del 10% per chiunque mi paghi in NANO.

L’acquirente che intende risparmiare 2000 euro acquistando una buona bicicletta usata ha 1000 euro in mano, e può fare due cose. O mi paga direttamente i 1000 euro e porta a casa la bicicletta, senza alcun vantaggio ulteriore a parte l’acquisto. Oppure spende i 1000 euro per acquistare, in un comune exchange, una quantità di NANO pari alla cifra rettificata dalle fees di acquisto, che — esagerando — possiamo supporre del 2%.

Nel secondo caso i 1000 euro originari diventano 980 euro in NANO, per effetto dei 20 euro pagati all’exchange.

Per consegnare all’acquirente la bicicletta, io però non chiedo più 1000 euro, bensì 900 euro in NANO, ossia la cifra cambiata e scontata del 10%. Questo significa che l’acquirente ha complessivamente guadagnato, ovvero risparmiato, 80 euro in NANO, che può tranquillamente detenere, o cambiare, o spendere per altri prodotti o servizi sia all’interno dell’economia circolare che — con opportuni accorgimenti — al di fuori.

Cosa ci ho guadagnato io rispetto al caso del pagamento con 1000 euro in moneta fiat? Ora io possiedo 900 euro in NANO. Essendo che nell’economia circolare TUTTI gli operatori fanno uno sconto del 10% per acquisti in NANO, il mio potere d’acquisto non è di 900 euro, bensì di 1000 euro, in quanto i NANO in mio possesso valgono già quella cifra. Se avessi incassato 1000 euro in moneta fiat non avrei, da spendere nell’economia circolare, 1000 euro in potere d’acquisto, ma ne avrei 980 per effetto della necessità di acquistare NANO dall’exchange alle medesime condizioni del mio acquirente, ossia con 20 euro di fees. Ne avrei 980 contro 900, quindi 80 euro in più (sempre in NANO), ossia un potere d’acquisto maggiore.

Ma attenzione (qui sta il cuore cooperativo del ragionamento sulle economie circolari): Questa discrepanza di 80 euro, ossia questo potere d’acquisto individualmente maggiorato, che a rigore, dentro la comunità che condivide le regole descritte, ammonta a 88,88 euro (che infatti, scontati al 10%, fanno proprio 80 euro, posseduti in NANO ) a mio apparente vantaggio sarebbe ottenuta a discapito dell’economia circolare (il mio cliente sarebbe un cliente fiat money, NON un cliente NANO-based, quindi sarebbe escluso dalla comunità). Ossia, la mia avidità per spendere NANO “dentro” il sistema NANO-centrico alla fine sarebbe alimentata da un processo basato sullo svilimento dello stesso sistema NANO-centrico in cui voglio spendere. Quindi, sarebbe un vantaggio personale che alla fine ricade su me stesso.

Un chiarissimo esempio, questo delle economie circolari, di validità delle soluzioni cooperative (si pensi ai cosiddetti “gruppi d’acquisto”, che permettono ai singoli di ottenere un prezzo unitario inferiore a quello di mercato), che mi fa scegliere la prima ipotesi: conservazione del potere d’acquisto in un’economia circolare a base NANO.

La conclusione è economicamente banalissima. In un’economia circolare con regole fisse connesse alla scontistica, tutti ci guadagnano.

Alcune interessanti idee, proprio applicate alla moneta NANO, si possono trovare in questo articolo a firma Vini Barbosa, che indirettamente ringrazio per l’ispirazione.

--

--

Filippo Albertin
Nakamotas

Freelance consultant #Bitcoin #Altcoin #Stablecoin | Visual Thinker & Sketchnoter | Musician / Pianist / Artist | #crypto #blockchain