64 scene (in fila per 8 col resto di niente) oppure 48

exedre
NaNoWriMo in zona di comfort
5 min readDec 1, 2015

4/ Numeri tondi per le scene del romanzo

La suddivisione di un romanzo di 100.000 parole in tre sezioni: anticipo, accumulo e saldo, rispettivamente di 25.000, 50.000 e 25.000 parole, definisce la cornice per la suddivisione delle parole nelle scene.

Come detto in precedenza la scena è un quadro all’interno del quale si ritrova un’unità (di tempo, di luogo, di azione) e il passaggio di scena rappresenta la rottura di uno di questi elementi (lo so che non è sempre così, ma fammi fare delle astrazioni sennò non si va avanti).

La suddivisione inferiore della scena è il «battito», quella superiore è la «sezione», obbligatoriamente una delle tre: anticipo, accumulo o saldo.

La suddivisione del numero di parole in scene segue una logica facile da comprendere e molto simile a quella che è stata già esposta rispetto alla lunghezza dell’intero testo.

Il battito è l’unità di scrittura, la scena è l’unità di lettura.

Anche se non è detto sia consapevole del succedersi dei battiti, un lettore sa benissimo dove termina una scena: di solito l’editore glielo indica esplicitamente con un paragrafo vuoto o tre asterischi a centro pagina. È come se ci fosse un grande cartello a pieni colori e lampadine: qui finisce la scena! Così:

* * *

Quando trova quel segnale il lettore sa che l’azione ricomincia dopo la pausa e sa anche che se deve andare a bere un bicchiere d’acqua o fare un giro al bagno quello è il momento giusto.

L’autore gli sta dicendo che quando riprenderà a leggere potrà seguire il flusso dell’azione senza particolari problemi.

Proprio perché lì c’è una pausa nella storia, e quindi nella scrittura, c’è anche una pausa nella lettura. Anche se non deve andare in bagno o a bere è probabile che in quel momento la lettrice alzerà gli occhi dal libro, guarderà lontano e cambierà un po’ la distanza focale come l’oculista gli ha detto di fare. Quella è terra di nessuno: la lettrice non è ancora uscito dalla finzione e non ci è del tutto più dentro.

Ok allora, stesso discorso fatto in precedenza.

Qual è la «zona di comfort» in una scena?

Dirò subito: non è così facile come con l’intero romanzo. Gli autori nel tempo ci hanno abituato un po’ a tutto e nei vari generi letterari le cose cambiano moltissimo. Le scene nel fantasy possono durare intere battaglie epiche per molte decine di pagine. I thriller o i polizieschi possono avere scene repentine di non più che qualche frase. I libri umoristici possono allungare il brodo di un dialogo quasi all’infinito perché è solo un pretesto per far susseguire battute di spirito.

Una regola veramente non c’è. I gusti personali e la conoscenza del genere sono determinanti. Nonostante questo qualche suggerimento può essere dato:

  • meno di 500 parole è veramente poco, devi avere una ragione molto forte per fare una scena così;
  • tra le 500 e le 1.000 parole è una scena breve, non ho nulla in contrario alle scene brevi, specie quando si calano bene nel contesto;
  • tra 1.000 e 2.000 parole è una scena giusta, non è troppo breve né troppo lunga e ci si riesce facilmente ad accomodare sette più o meno due battiti;
  • tra le 2.000 e le 5.000 parole è una scena lunga, che può avere una giustificazione all’interno della logica del libro, se è scritta bene ed è quello che ci vuole nel trattamento della storia può stare, se è così lunga solo perché è scritta male o ci sono informazioni ridondanti è allora una buona candidata alla revisione;
  • oltre le 5.000 parole la scena va eliminata dal romanzo e fatta diventare un racconto a parte. Ovviamente scherzo. Anche se è scritta perfettamente una scena così fatta assorbe l’attenzione del lettore semplicemente per troppo a lungo e finisce per essere controproducente, in questi casi si dovrebbe trovare un appiglio interno per spezzare la scena cambiando uno delle unità che la contraddistingue.

La presenza di scene molto lunghe o molto corte non necessariamente va evitata a tutti i costi, anzi. A volte possono essere uno strumento estremamente utile per muovere avanti la storia ma non bisogna introdurle a cuor leggero. Soprattutto le scene particolarmente lunghe vanno ben progettate: lì è dove i lettori vanno via.

Secondo alcuni autori e in certe situazioni una scena vive anche sull’idea di sincronizzazione tra il tempo interno della narrazione e tempo esterno del lettore. Una scena contenente una lunga descrizione dettagliata dà l’impressione che l’autore abbia bisogno di fermare il tempo per permettere al lettore di vivere una sorta di sincronicità con il libro. Moltissimo si può dire su come costruire una scena, ma non è l’oggetto di questo post.

Nella precedente elencazione sulla lunghezza delle scene è facile indicare in 1.500 il numero «giusto» da darsi come target per una scena.

Se usiamo 1.500 parole per scena dovremo scrivere 16 scene per completare l’anticipo, 32 per l’accumulo e altre 16 per il saldo. I conti sono, come sempre, approssimati.

Tutto qui.

64 scene di 1.500 parole.

Attenzione ai riproporzionamenti però.

Modificando il target di parole complessive del libro, ad esempio riducendolo da 100.000 a 80.000, o innalzandolo a 120.000, si potrà riproporzionare questi numeri senza troppo sforzo mantenendo fisso il numero di scene e diminuire o aumentare il numero di parole per scene, rispettivamente a 1.250 o 1.875. Ci si può mantenere agevolmente entro le «tolleranze di targa», direbbero gli ingegneri.

Ma se si decide che il romanzo sia attorno alle 50.000 parole (ad esempio per concludere in tempo il NaNoWriMo) bisogna fare attenzione al riproporzionamento.

Riproporzionando direttamente, come fatto in precedenza, si otterrebbero 64 scene da circa 800 parole, ovvero scene brevi. A meno che non si voglia effettivamente fratturare la narrazione in modo così continuo è forse opportuno scegliere una modalità differente, ovvero dividere in 48 scene invece di 64 di circa 1.000 parole ciascuna.

C’è qualcosa di magico nella scelta dei numeri 64 e 48? Forse sì.

Sono ambedue divisibili per 8. Ma perché ci interessa? (continua al prossimo post)

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